Numero 5 Agosto / Settembre 2011 - La Rassegna d'Ischia
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Ischia Film Festival<br />
A Pupi Avati il Ciak di Corallo <strong>2011</strong><br />
Questi i vincitori della IX edizione dell’Ischia Film Festival,<br />
tenutosi dal 2 al 9 luglio al Castello Aragonese d’Ischia:<br />
- Sezione Documentari: Paradiso, opera ambientata in<br />
Irlanda del Nord che racconta l’organizzazione e la realizzazione<br />
di un grande evento in cui cattolici e protestanti tornano<br />
finalmente a ballare insieme. Menzione speciale per<br />
Ageroland, ritratto divertito e divertente di Agerola<br />
- Sezione Cortometraggi: ex aequo Garagouz – storia<br />
ambientata in Algeria - e Loose Change, commedia che dipinge<br />
un rapporto di bizzarro vicinato.<br />
- Sezione Location Negata: Aprilis Suskhi, che mostra<br />
uno spaccato della Georgia sovietica. Menzione speciale per<br />
Le White che affronta un tema drammatico come le case rivestite<br />
di amianto di Milano.<br />
- Altri riconoscimenti sono andati a Eugenio Cappuccio<br />
(premio Castello Aragonese per la regia per Se sei così ti<br />
dico sì), Carlo Varini (premio Epomeo per la fotografia per<br />
Hitler a Hollywood), Alice Rohrwacher (premio Opera prima<br />
per Corpo Celeste), Mario Piredda (premio Augustus<br />
Color all’impegno sociale per Io sono qui) e Roberto De Angelis<br />
(premio Aenaria per la scenografia per <strong>La</strong> vita facile).<br />
Il regista Pupi Avati ha ricevuto il Ciak di Corallo <strong>2011</strong>,<br />
premio alla carriera. A motivare il riconoscimento la grande<br />
attenzione riservata dal cineasta bolognese ai mutamenti<br />
socio-culturali, alle miserie e alle nobiltà della provincia<br />
italiana. Il premio è stato ritirato dallo stesso Pupi Avati nel<br />
corso di una serata-omaggio a lui dedicata. A caratterizzare<br />
l’incontro l’iniziativa ‘Parliamo di cinema’ - in cui il regista<br />
si è raccontato al pubblico - e il documentario ‘Pupi Avati,<br />
un poeta fuori dal coro’, un excursus sulla carriera dell’autore<br />
di ‘Impiegati’ attraverso le voci di colleghi e compagni di<br />
viaggio.<br />
Il regista Andrea Papini ha presentato il suo ultimo lavoro,<br />
<strong>La</strong> misura del confine. L’opera è un low budget movie girato<br />
tra le suggestive bellezze delle Alpi valsesiane, che portano<br />
neve e ghiaccio nel caldo luglio ischitano, in un contrasto<br />
ideale e netto tra la location reale e quella narrativa che sintetizza<br />
appieno il ruolo dell’IFF in quanto unica kermesse<br />
internazionale dedicata ai luoghi del cinema. A caratterizza-<br />
Premiazione di Pupi Avati (Foto Cinzia Campana)<br />
re l’intreccio del film le indagini, a metà tra thriller e giallo,<br />
di due topografi chiamati a individuare l’esatto confine tra<br />
Italia e Svizzera, in modo da poter determinare giuridicamente<br />
quale Stato possa reclamare un corpo congelato da<br />
poco rinvenuto alla luce.<br />
Tra le opere presentate Hitler a Hollywood del regista belga<br />
Frédéric Sojcher: un mockumentary (falso documentario)<br />
su Micheline Presle, attrice cinematografica e teatrale<br />
francese nota per interpretazioni ne ‘Il diavolo in corpo’ e<br />
‘Intrigo a Stoccolma’. Un’opera interessante diventata presto<br />
un’indagine precisa e profonda sul cinema europeo: il<br />
regista – che mette in campo anche le sue competenze da<br />
critico e saggista - si chiede cosa fosse successo se vi fosse<br />
stato un complotto nazista contro l’industria cinematografica<br />
europea e mostra scherzosamente la grande influenza che<br />
ha la settima arte sul nostro immaginario. Protagonista del<br />
lavoro è Maria de Medeiros.<br />
Nel segno della storia una giornata della manifestazione<br />
che ha dato spazio alla vita di Giovanni Paolo II e alle imprese<br />
che segnarono l’Unità d’Italia.<br />
Proiettato ad Ischia in anteprima nazionale il documentario<br />
‘Il pellegrino vestito di bianco’, che ripercorre idealmente la<br />
vita e i viaggi di Karol Wojtyla tramite le voci di testimoni<br />
d’eccezione come Placido Domingo, Raoul Bova e <strong>La</strong>ura<br />
Biagiotti. <strong>La</strong> passione, la fede del Papa polacco traspaiono<br />
egregiamente dal girato del regista Jaroslaw Szmidt.<br />
Le gesta di Giuseppe Garibaldi, di Mazzini e di tanti altri<br />
protagonisti hanno arricchito il programma con il mediometraggio<br />
di animazione ‘<strong>La</strong> lunga calza verde’, realizzato in<br />
occasione dei 100 anni dall’unità d’Italia da Roberto Gavioli.<br />
Scritta dal grande Cesare Zavattini, l’opera – divertente,<br />
frenetica e genuina - racconta le imprese di quegli anni densi<br />
di patriottismo, dai moti carbonari allo sbarco dei Mille.<br />
Sentimenti, convinzioni e realtà che compongono un’opera<br />
curiosamente proiettata negli spazi senza tempo del Castello,<br />
il cui carcere borbonico “ospitò” i traditori del Regno delle<br />
due Sicilie, anche loro annoverabili tra gli eroi che hanno<br />
permesso a personaggi come Dante Alighieri, Boccaccio e<br />
Michelangelo di stare tutti sotto la stessa bandiera.<br />
<strong>La</strong> nona edizione dell’Ischia Film Festival ha anche celebrato<br />
Mario Monicelli, uno dei grandi protagonisti del<br />
cinema del Novecento, con la proiezione de ‘<strong>La</strong> Grande<br />
Guerra’, considerata come uno dei capolavori assoluti della<br />
cinematografia nostrana, in grado di combinare, con impareggiabile<br />
fluidità di racconto, comicità e toni drammatici, in<br />
un mix all’epoca del tutto rivoluzionario che sdoganò forse<br />
per la prima volta il concetto di ironia applicata alla rimediazione<br />
di grandi momenti storici. Interpretato da A. Sordi e V.<br />
De Sica, il film vinse il Leone d’Oro al Festival del Cinema<br />
di Venezia e fu nominato agli Oscar come miglior film straniero.<br />
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<strong>La</strong> <strong>Rassegna</strong> d’Ischia n. 5/<strong>2011</strong> 47