Numero 5 Agosto / Settembre 2011 - La Rassegna d'Ischia
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Il terzo millennio conta solo un<br />
decennio, a chi ripropone con incessante<br />
orgoglio e nostalgia la presenza<br />
ad Ischia di personaggi di cultura,<br />
famosi, val la pena ricordare che<br />
loro erano attivi e lasciavano dietro<br />
di sé tracce di splendore, che, nella<br />
maggior parte dei casi, nemmeno<br />
hanno consentito una targa a ricordo,<br />
da parte degli abitanti.<br />
Ci sono luoghi, intrisi della storia<br />
degli uomini, pieni di eco del passato,<br />
ideali spazi per riannodare fili dimenticati<br />
o coperti dalla polvere del<br />
tempo, che su quest’isola non mancano,<br />
dove può accadere la magia di<br />
ascolto e dialogo, dove le espressioni<br />
dell’arte trovano la giusta cornice<br />
e giungono a chi sente la necessità di<br />
goderne.<br />
Impressioni<br />
di Giuseppe Castiglione<br />
Le brevi considerazioni che seguono sono suscitate<br />
dai sei ”Incontri tra Musica e Poesia” svoltisi ogni domenica<br />
sera dal 15 maggio al 19 giugno <strong>2011</strong> presso la<br />
sede della Colombaia in Forio, per volere della stessa<br />
Fondazione e di SipariOdonna. Si auspica la continuazione<br />
di tale eventi di cui si ha un bisognevole desiderio<br />
silenzioso.<br />
Montale<br />
Ma dimmi, gentile Eugenio, dove la posso trovare,<br />
dimmi come si chiama realmente, Felicità è il suo vero<br />
nome? Magari la conosco. Ma quando arriva? Dove<br />
abita? Dove la posso incontrare? Vorrei parlarle, ho un<br />
ricordo confuso di averla avuta vicina un tempo ma non<br />
ne sono così certo, vorrei chiederle se era Lei quel giorno,<br />
lì sulla sponda del mare mentre ero sulla scogliera a<br />
stringermi la mano, a parlarmi della vita.<br />
Da poco settembre, la luce che scende è calda e un<br />
alito di vento esce dall’acqua del mare. Tu con quale<br />
sforzo diresti di più, adesso, di noi sostanze immerse in<br />
quest’oceano di silenzio?<br />
Pare che tutto ti appartenga nello sguardo e affermi<br />
come il mare un poco assomigli all’abbraccio di un<br />
padre. Quali parole fossero tra noi non ricordo: se ne<br />
andarono disciolte con il sale dalla pelle.<br />
Ah, la tua vita fu tuffarsi in un risveglio, nel guizzo<br />
di voler toccare tutto: l’attesa di un istante, il perdersi<br />
dell’ombra, la nostra allegria veloce. Il buio era confuso<br />
con la luce, si ruppe come un vetro un’illusione. Lo<br />
<strong>La</strong> realtà di un Caffè letterario<br />
nell’ambito di uno di questi luoghi,<br />
ricchi di suggestione, rende possibili<br />
occasioni in cui trovino spazio creatività,<br />
esercizio di memorie, mai abbastanza<br />
recuperate, soprattutto se si<br />
tratta di letteratura, poesia e musica,<br />
eseguita dal vivo, il tutto per coloro<br />
che amano ritrovare la vitalità di parole<br />
e note non vissute solo in solitudine,<br />
o attraverso i media.<br />
Le forze congiunte della Fondazione<br />
<strong>La</strong> Colombaia e l’Associazione<br />
SipariOdonna hanno realizzato la<br />
rassegna “Incontri tra Musica e Poesia”,<br />
tenutasi per cinque domeniche,<br />
dal 15 maggio al 19 giugno. Gli appuntamenti<br />
hanno visto un pubblico<br />
numeroso, superiore alle aspettative,<br />
conferma di una domanda esistente<br />
di offerta diversa da uno spettacolo<br />
codificato secondo canoni paratelevisivi.<br />
Nel prosieguo degli Incontri si<br />
sono toccati temi legati alla grande<br />
poesia, affiancati da una selezione<br />
di musiche inerenti al clima che, sia<br />
nelle intenzioni che nel risultato finale,<br />
hanno prodotto un connubio<br />
evocativo, indipendente tra le due<br />
arti ma allo stesso tempo in simbiosi<br />
tra di loro.<br />
Tra tutte le arti, la musica è l’unica<br />
in grado di dettare nell’immediato<br />
una sfera di emozioni, tali da<br />
risvegliare un potere avvolgente<br />
che invade le parti più sconosciute<br />
dell’animo. Mentre la parola tende a<br />
svuotarsi di significato e a caricarsi<br />
simbolicamente, la musica si colle-<br />
spavento fu misto ad un silenzio, al nuovo sogno di un<br />
cuore antico.<br />
Naufragio<br />
«Bello, quando sul mare si scontrano i venti e la cupa<br />
vastità delle acque si turba, guardare da terra il naufragio<br />
lontano: non ti rallegra lo spettacolo dell’altrui<br />
rovina, ma la distanza da una simile sorte» (Lucrezio,<br />
De rerum natura).<br />
Il naufrago tocca con mano, oscilla tra vita e morte,<br />
combatte e prega. A lui, attore protagonista, la consapevolezza<br />
di quanto bisogna sfinire le proprie forze per riuscire<br />
a non andare giù dall’orribile sorte. Gli resterà la<br />
fame di vivere ogni secondo. Allo spettatore cosa resta?<br />
<strong>La</strong> caducità della vita. A volte il naufrago si salva, non<br />
è vittima, sopravvive e racconta. Ma il naufragio, prima<br />
o poi, arriva per tutti. Ci sarà sempre un eroe pronto a<br />
rischiare la propria vita per salvarne un’altra?<br />
L’esistenza e il suo senso sembrano riannodarsi a<br />
quell’andar per mare che nella metafora del temerario<br />
navigare trovano risposta. Il naufragio ripropone l’ambito<br />
simbolico della sicurezza, della protezione; anche<br />
la terraferma guarda non al porto e ai suoi lumi ma al<br />
fatale largo, verso cui il non domato spirito lo sospinge<br />
ancora; doloroso amore verso la vita che lo anima,<br />
e così il discorso dell’esistenza guarda al più generale<br />
senso della storia.<br />
Dickinson<br />
Un’eccentrica. Era troppo enigmatica per me, eppure<br />
la sua lingua poetica, a confronto con la perfetta curva<br />
chiusa di una circonferenza, non disegna forse un’orbita<br />
eccentrica?<br />
<strong>La</strong> <strong>Rassegna</strong> d’Ischia n. 5/<strong>2011</strong> 33