ITC “Tosi” Una scommessa che dura da 50 anni - Noi del Tosi
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10.2<br />
172<br />
Oggi non abbiamo più l'assillo di trovare la congiunzione o il giro di parole più appropriati, mettiamo<br />
i livelli, ci esprimiamo in termini di prestazioni, obiettivi, competenze, descrittori e, forse,<br />
è meglio così, eppure, ne sono così convinto <strong>che</strong> accetterei di scommetterci sopra, non ci sarebbe<br />
oggi insegnante <strong>del</strong>la nostra scuola <strong>che</strong> non saprebbe stendere quel giudizio per ciascuno dei suoi<br />
studenti. A fatica, magari, brontolando forse, e chiedendosi perché mai queste cose (come capita a<br />
scuola per i verbali e quant'altro debba essere scritto) non se le sbriga il professore di italiano <strong>che</strong><br />
sa scrivere, eppure ogni insegnante alla fine quel giudizio lo saprebbe stendere.<br />
Perché, in fondo, è questo <strong>che</strong> il più <strong>del</strong>le volte convince an<strong>che</strong> quelli <strong>che</strong> hanno cominciato ad insegnare<br />
perché gli è capitato e in quel momento non c'era di meglio: la scoperta <strong>che</strong> ci si può appassionare<br />
ad un mestiere, perché questo mestiere – <strong>che</strong>, più lo pratichi, più hai la sgradevole impressione<br />
di non saper praticare – è, a suo modo, un ministero, cioè un compito grande: passare (per<br />
po<strong>che</strong> lire, e nean<strong>che</strong> più col vantaggio dei pomeriggi liberi e dei tre mesi di vacanza) ad uno <strong>che</strong><br />
non aspetta altro (an<strong>che</strong> se spesso non lo sa) quell'insieme di conoscenze (la tua materia, quella <strong>che</strong><br />
non accetteresti mai <strong>che</strong> fosse svilita con nean<strong>che</strong> mezz'ora in meno di lezione settimanale) e di esperienze<br />
<strong>che</strong> ti sono state necessarie per stare dentro il mondo <strong>da</strong> uomo (o <strong>da</strong> donna, con buona pace<br />
dei talebani) e <strong>che</strong> saranno necessarie an<strong>che</strong> a lui per stare dentro il mondo <strong>da</strong> uomo e magari per<br />
appassionarsi all'idea di migliorarlo.<br />
E' per questo <strong>che</strong> quando <strong>anni</strong> dopo ti incontrano per stra<strong>da</strong> e sono ormai uomini in carriera, i tuoi<br />
ex studenti ti salutano con l'aria di dirti: "Grazie, professore, grazie <strong>ITC</strong>".<br />
Prof. Giampietro Ferrario, insegnante di lettere