Mysterion - Rivista di Ricerca in Teologia Spirituale

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R. ZAS FRIZ DE COL
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5 (2012/2) 158-192
La decade si conclude con il Corso di spiritualità di T. Goffi e G. Secondin, su cui ci
soffermeremo brevemente. Gli autori affermano nell’introduzione generale che “l’insegnamento
della spiritualità ha raggiunto ormai - in questi settant’anni di esistenza autonoma
- una solida maturità, per quanto è possibile nel campo teologico, che tutti sappiamo
sottoposto in questi tempi ad una revisione non indolore di linguaggi e metodologia”
48 . La disciplina si è adattata sia al cambiamento dei tempi, sia alla sensibilità culturale
in continua trasformazione come esigenza del suo riferimento al vissuto storico. La
maturità è dovuta alla sua identità propria indipendentemente fondata rispetto alla teologia
dogmatica, alla teologia morale e alla teologia pastorale. La ‘spiritualità’ è definita
da Goffi e Secondin come quella disciplina teologica “che esplora sistematicamente la
presenza e l’azione del mistero rivelato, nella vita e nella coscienza della chiesa e del
credente, descrivendo la sua struttura e le leggi del suo sviluppo fino al vertice, cioè alla
santità, in quanto perfezione della carità” 49 . Metodologicamente la disciplina si costruisce
in ascolto del mistero cristiano e delle provocazioni del vissuto reale. Si constata,
riguardo alla sua finalità, che essa “si è andata spostando dalla preoccupazione dell’universo
interiore della persona e della sua «ascesa» al divino inesprimibile, all’attenzione
per l’attuarsi «ecclesiale» di ogni vita nello Spirito e alle coordinate storico-culturali che
influenzano, ma anche verificano, ogni maturità” 50 .
1.2. Il secondo post-Concilio (1980-1989)
Il primo Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Spiritualità si svolge nel
1980, gli atti del quale vengono pubblicati l’anno successivo 51 . In essi si raccolgono gli
interventi autorevoli di vari autori che hanno dato un contributo significativo allo sviluppo
della disciplina. In primo luogo R. Moretti e il suo studio sulla natura e sul compito
della teologia spirituale. Per l’autore non è importante tanto stabilire i limiti della
sua autonomia scientifica, quanto rispondere teologicamente alla dimensione esistenziale
del vissuto della Rivelazione e della fede: “Una vera teologia è rivelazione e fede
fatte desiderio e luce vitale dentro l’uomo tutto aperto alla conoscenza della verità” 52 . Qui
si trova la giustificazione e il posto della teologia spirituale secondo Moretti: “non avremo
una teologia completa, cioè che scopre adeguatamente le vie, il senso, il contenuto,
la finalità della storia della salvezza, se non quando e nella misura nella quale la teologia
renderà intelligibile l’efficacia vitale della comunicazione di Dio all’uomo. Se Dio parla
per stabilire con noi una comunione e se l’uomo nella fede accetta l’invito e crede e si
48 T. GOFFI - B. SECONDIN (edd.), Corso di spiritualità. Esperienza, sistematica, proiezioni, Queriniana,
Brescia 1979, qui 13.
49 Ibidem, 14.
50 Ibidem, 14-15.
51 B. CALATI - B. SECONDIN - T. ZECCA (a cura di), Spiritualità. Fisionomia e compiti, LAS, Roma 1981
(I Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana di Spiritualità). Sono stati pubblicati anche gli atti del
II Congresso Nazionale dell’AIS: B. SECONDIN - T. ZECCA - B. CALATI (a cura di), Parola di Dio e spiritualità,
LAS, Roma 1986.
52 R. MORETTI, “Natura e compito della teologia spirituale”, in Ibidem, 15-36, qui 25 (corsivo dell’autore).