Mysterion - Rivista di Ricerca in Teologia Spirituale

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www.MYS ERION.it R. ZAS FRIZ DE COL 187 5 (2012/2) 158-192 Nel processo trasformativo, l’autore distingue cinque stadi: dal non essere all’essere nella creazione divina; dall’essere senza forma, in-forme, all’essere ri-formato nella ri-creazione divina dell’uomo; la conformazione a un modello di trasformazione umano-divino; la trasformazione amorosa: l’uomo in Dio e Dio nell’uomo; la trasformazione gloriosa 150 . Risulta allo stesso modo interessante l’elenco delle forme in cui Waaijman concepisce il rapporto della spiritualità con le altre discipline teologiche 151 : (1) la spiritualità si può concepire come una suddivisione della teologia morale; (2) o come un aspetto della teologia sistematica; (3) o si può considerare la teologia sistematica come una funzione della spiritualità; (4) o piuttosto la spiritualità come una funzione trasversale della teologia; (5) o considerare, più semplicemente, la spiritualità come una disciplina indipendente. L’autore aderisce a quest’ultima formulazione e la legittima in questi termini: 1) la spiritualità si basa su un complesso specifico di testi e forme di espressione che giustificano un suo proprio status; 2) dal XII secolo in poi la spiritualità ha sviluppato la propria forma di riflessione, che dall’inizio del XX secolo è stata rafforzata dalla creazione delle proprie cattedre accademiche, dei propri programmi di dottorato, dei propri istituti scientifici e dei propri organi di stampa. Il vantaggio dell’esistenza di un tale settore specifico è che lo studio della spiritualità può consolidarsi riflettendo a fondo sul suo oggetto e sul suo metodo alla luce della propria tradizione. Questa gli dà un fondamento dotato di principi sulla base del quale procedere «come una disciplina autonoma [...] in partnership e mutualità con la teologia» 152 . Questa opzione non richiede che venga completamente chiarito il rapporto tra spiritualità e teologia 153 . Il terzo volume accennato nell’introduzione del presente paragrafo, con cui si apre il nuovo millenio, è il Grundkurs Spiritualität dell’Istituto di Spiritualità, frutto della collaborazione di vari docenti dell’Istituto che appartiene alla Philosophisch-Theologische Hochschule di Münster. Il fatto che si presenti come un ‘corso fondamentale’ (Grundkurs), evidenzia il livello raggiunto dalla disciplina anche in ambito germanofono 154 . L’approccio scelto da Th. Dienberg per presentare la vita spirituale è simbolico: utilizza la via come mezzo per spiegare che si tratta di una trasformazione che si attua vita natural durante. In essa non si può distinguere tra vita spirituale e vita umana poiché sono le esperienze della vita che mettono in cammino verso la trascendenza per raggiungere l’unione con Dio. L’autore distingue tra esperienza (erfahrung) e vissuto (erlebnis): la prima consiste in un processo di conoscenza che inizia con la percezione e prosegue nella riflessione per dare senso, e si potrebbe aggiungere che è finalizzata a una decisione; inve- 150 Ibidem, 530. 151 Cfr. WAAIJMAN, La Spiritualità, cit., 459-462. 152 SCHNEIDERS, S., Spirituality in the Academy, in Modern Christina Sprituality, ed. B. Hanson, Atlanta (GA), 1990, 29. 153 WAAIJMAN, La Spiritualità, cit., 462; cfr. p. 396 ed. ingl. L'originale dell'ultima frase è: «This option does not demand that the relation between spirituality and theology be totally cleared up». 154 Grundkurs Spiritualität, Verlag Katholisches Bibelwek, Stuttgart 2000; tradotto in italiano come Corso fondamentale di Spiritualità, Queriniana, Brescia 2006. La versione italiana presenta cinque parti principali: (I) Vivere la vita spiritualmente, di Th. Dienberg; (II) Faccia a faccia, di E. Hense e M. Hense; (III) Vivere in dialogo con Dio, di P. Menting; (IV) Guidati dallo Spirito di Dio, di M. Plattig; (V) Non del mondo, ma mandati nel mondo, di G. Fuchs; Appendice: Antologia di testi per ogni capitolo.
www.MYS ERION.it R. ZAS FRIZ DE COL 188 5 (2012/2) 158-192 ce il vissuto si riferisce all’incontro immediato con un determinato ambito della realtà. Per l’autore i concetti di trascendenza e trasformazione sono fondamentali per comprendere la via della vita cristiana: la persona umana è aperta alla trascendenza nella quotidianità e non solo in momenti ‘magici’ e, precisamente, in tale apertura essa è trasformata 155 . A continuazione si riportano alcune tra le più significative pubblicazioni apparse durante questa decade. Certamente è impossibile citarle tutte 156 . In questo senso sono da rilevare gli atti di due convegni commemorativi tenuti per festeggiare i 50 anni di esistenza degli Istituti di Spiritualità della Pontificia Università Gregoriana (Roma) 157 e della Pontificia Università Comillas (Madrid) 158 . Per quanto riguarda il primo dei due menzionati, nonostante abbia una marcata impostazione ignaziana, è di particolare interesse per i fini di questo studio il contributo di R. García Mateo 159 sullo studio della spiritualità nella teologia e quello di L. Borriello sul rapporto tra teologia mistica e teologia della mistica 160 . García Mateo, nella prima parte, tratta dell’origine e dello sviluppo della teologia spirituale, mentre nella seconda espone gli influssi ricevuti alla luce del Concilio Vaticano, concludendo con una considerazione sui santi come i migliori interpreti di Dio. La seconda parte è particolarmente interessante perché mostra come i documenti del Vaticano II, anche se non esplicitamente, contribuiscano al rinnovamento della teologia spirituale. Borriello, a cui si è già accennato in precedenza, continua sviluppando il suo pensiero. In questo caso si domanda se sia necessario scegliere tra uno dei due termini: teologia mistica o teologia della mistica. Egli formula un’apologia ben fondata della teologia mistica in quanto “non v’è distinzione alcuna tra la teologia mistica e la mistica intesa come la vita stessa di Dio. Purtroppo, la «teologia mistica» è stata spesso compresa in termini di distinzione tra vissuto esperienziale e riflessione teologica su di essa, cosa che non rende giustizia né agli scritti dei mistici né alla complessità delle relazioni tra esperienza e speculazione, messe in evidenza dalle moderne teorie cognitive ed epistemolo- 155 Cfr. TH. DIENBERG, “Vivere la vita spiritualmente. Trasformare la vita per vivere in pienezza”, in Corso fondamentale di Spiritualità, cit., 14-16; 22-32. 156 Anche se non direttamente vincolati all’argomento della teologia spirituale, tuttavia durante questa decade si sono svolti tre convegni importanti che non si possono omettere: due promossi dai carmelitani scalzi, il primo in Germania (Sentieri illuminati dallo Spirito. Atti del Congresso Internazionale di Mistica, Abbazia di Münsterschwarzach. OCD, Roma 2006) e il secondo in Bosnia-Erzegovina (The experience of God today and Carmelite mysticism: mystagogy and inter-religious and cultural dialog. Acts of the International Seminar (Zidine, Bosnia and Herzegovina, September 17-22, 2007), Karmelska izdanja, Zagreb 2009). Il terzo è stato organizzato dai docenti dell’Opus Dei all’Università della Santa Croce (La contemplazione cristiana: esperienza e dottrina. Atti del IX Simposio della Facoltà di Teologia, Roma 10- 11 marzo 2005. A cura di L. TOUZE, LEV, Città del Vaticano 2007). 157 Spiritualità e Teologia. Simposio in occasione del 50º Anniversario dell’Istituto di Spiritualità della Pontificia Università Gregoriana (1958-2008). A cura di M. SZENTMÁRTONI e F. PIERI. GBP, Roma 2010. 158 P. CEBOLLADA (ed.), Experiencia y misterio de Dios, Comillas, Madrid 2009. 159 R. GARCÍA MATEO, “Lo studio della spiritualità nella teologia”, in Spiritualità e Teologia, cit., 165- 185. 160 L. BORRIELLO, “Dire Dio - Teologia mistica o teologia della mistica?”, in Spiritualità e Teologia, cit., 187-206.
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