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Mysterion - Rivista di Ricerca in Teologia Spirituale

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www.MYS ERION.it<br />

J.M. GARCÍA<br />

68<br />

5 (2012/2) 48-75<br />

Sul piano descrittivo-fenomenologico, si può <strong>di</strong>re che l’esperienza equivale a un «sapere<br />

la realtà vivendola». 83 In questa nozione globale <strong>di</strong> esperienza due sono le <strong>di</strong>mensioni<br />

che entrano <strong>in</strong> gioco: la <strong>di</strong>mensione conoscitiva, per la quale l’esperienza costituisce<br />

una forma <strong>di</strong> «sapere» proprio, specifico, profondo, non riducibile al solo «pensare»<br />

o al solo «sperimentare», pur implicandoli entrambi; e la <strong>di</strong>mensione relazionale, per la<br />

quale l’esperienza si effettua solo <strong>in</strong> una relazione, e <strong>in</strong> una relazione particolare con la<br />

realtà «saputa» dal <strong>di</strong> dentro. 84 In entrambi i casi, l’esperienza non esiste <strong>in</strong><strong>di</strong>pendentemente<br />

dalla persona: nella persona, essa mette <strong>in</strong> gioco tutte le <strong>di</strong>mensioni della sua vita.<br />

Da questo punto <strong>di</strong> vista, l’esperienza ha un carattere totalizzante, sia perché <strong>in</strong><strong>di</strong>ca<br />

ed esprime un modo completo <strong>di</strong> accedere alla realtà, sia perché nel suo <strong>di</strong>namismo<br />

co<strong>in</strong>volge il soggetto <strong>in</strong> ogni suo livello e <strong>in</strong> ogni sua componente. Una tale nozione <strong>di</strong><br />

esperienza può essere ulteriormente determ<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> relazione al <strong>di</strong>verso quadro culturale-epistemologico<br />

a cui ci si riferisce. 85<br />

Il problema si pone precisamente nel tentativo <strong>di</strong> comprendere l’esperienza <strong>in</strong> quanto<br />

globalità o unità sistemica. 86 Il pensiero umano e la scienza non possono fare altro che<br />

frammentare ciò che <strong>di</strong> per sè non è frammentato nella realtà.<br />

4.2. Prospettive per un <strong>di</strong>alogo tra la teologia spirituale e la teologia dogmatica<br />

Oggi, secondo Sorrent<strong>in</strong>o, i teologi spirituali pongono <strong>in</strong>terrogativi ai dogmatici,<br />

offrono soluzioni, <strong>in</strong><strong>di</strong>cano nuove strade percorribili per l’<strong>in</strong>tera teologia. Tuttavia la<br />

centralità dell’esperienza spirituale cristiana, portata avanti dalla teologia spirituale come<br />

tema unificatore della teologia <strong>in</strong> genere, è ancora timidamente considerata dalle varie<br />

<strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>e teologiche.<br />

In l<strong>in</strong>ea <strong>di</strong> massima siamo d’accordo sull’avvenuta accettazione dell’esperienza spirituale<br />

cristiana come luogo teologico, ma sono da verificare gli effettivi frutti <strong>di</strong> questo<br />

nuovo orientamento. È utile constatare – sono parole <strong>di</strong> F. Asti - «come è ancora lento il<br />

camm<strong>in</strong>o della dogmatica nel far proprio il bagaglio teologico che proviene dalle esistenze<br />

<strong>di</strong> uom<strong>in</strong>i e donne considerate modello per il popolo <strong>di</strong> Dio, ma anche fonte per<br />

l’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e teologica. Fare teologia con il vissuto dei santi comporta un lavoro maggiore<br />

per far emergere il dato oggettivo della fede. Ciò, però, è più red<strong>di</strong>tizio dal punto <strong>di</strong><br />

vista spirituale, <strong>in</strong> quanto immerge il teologo <strong>di</strong> professione nel vissuto ecclesiale. I santi<br />

non <strong>in</strong>ventano una nuova teologia, ma sperimentano i dati rivelati nel concreto della<br />

propria esistenza. Li approfon<strong>di</strong>scono <strong>in</strong> maniera vitale, costruendo relazioni positive e<br />

propositive per il r<strong>in</strong>novamento della Chiesa nel mondo. Le loro <strong>in</strong>tuizioni restano spesso<br />

nella forma <strong>in</strong>iziale. Tocca proprio al teologo svilupparle e dare una forma scientifica,<br />

83 Cf. G. MOIOLI, Dimensione esperienzale della spiritualità, <strong>in</strong> B. CALATI - B. SECONDIN - T.P. ZECCA<br />

(edd.), Spiritualità. Fisionomia e compiti, Roma, LAS, 1981, 45-62.<br />

84 Cf. J. MOUROUX, L’esperienza cristiana, Brescia , Morcelliana, 1956.<br />

85 Cf. C. ROCCHETTA, Parola scritta e parola vissuta, <strong>in</strong> B. SECONDIN - T. ZECCA - B. CALATI (edd.),<br />

Parola <strong>di</strong> Dio e Spiritualità, Roma, LAS, 1984, 181.<br />

86 Unità sistemica vuol <strong>di</strong>re che a livello dell’essere, gli elementi e le <strong>di</strong>mensioni non possono esistere<br />

<strong>in</strong> modo isolato, per cui, la mo<strong>di</strong>fica <strong>di</strong> qualsiasi elemento o <strong>di</strong>mensione, comporta la mo<strong>di</strong>fica del sistema<br />

nella sua totalità.

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