Mysterion - Rivista di Ricerca in Teologia Spirituale

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4.4. Vita spirituale e vita mistica
F. ASTI
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5 (2012/2) 76-102
L’esperienza di Dio vissuta quotidianamente si esprime nella testimonianza dei santi
e dei mistici. Uomini e donne che indicano la reale possibilità di stare insieme a Dio
anche nel mondo digitale. Particolarmente la via mistica può essere considerata quale
percorso privilegiato in cui riscoprire la sensibilità spirituale e l’incontro con gli altri.
Non si può emarginare la mistica cristiana al rango solo di fenomenologia, ma ha bisogno
di essere riposizionata all’interno del vissuto di grazia che il credente sperimenta.
Per Moioli «l’esperienza mistica serve alla fede, esprime la fede, è normata dalla fede.
Ogni modo di vivere la fede diventa testimonianza ed anche l’esperienza mistica serve a
quel luogo della fede che è la Chiesa e ne esprime la fede» 63 . Certo non è un’esperienza
per tutti, perché dono concesso nella sua liberalità da Dio per la comune edificazione
del singolo come di tutta quanta la Chiesa. Si potrebbe sottolineare, invece, la reale
consistenza di una vita mistica, là dove il credente si apre al mistero e vivere per il mistero.
Nell’era del digitale non è un utopia l’esperienza spirituale, né è impossibile vivere
nel mistero di Dio. Il passaggio ad Ovest è pensabile solo a partire dalle ricchezze che
Dio ha custodito nel cuore dell’uomo. Il teologo spirituale ha il compito di ricercare tali
ricchezze, mostrarle perché possano essere di comune utilità. Solo chi pone sul petto di
Cristo il proprio orecchio sarà teologo. L’apoftegma di Evagrio Pontico diventa una
sfida per oggi: da Internet ai sensi spirituali, un percorso inverso per riappropriarsi dell’umanità
nascosta dietro ad un monitor.
Conclusioni
È ancora possibile nell’era digitale la vita cristiana, quella battesimale e santa? Bisogna
considerare l’uomo nel suo divenire storico, a cui è rivolto sempre il vangelo di salvezza,
fosse l’uomo bionico o quello che vive agli estremi confini della galassia. La vita di fede
non è determinata dai mezzi, ma dalla realtà dell’incontro che può avvenire in circostanze
e spazi diversi. L’incontro fra la Trinità e la creatura si svolge nel segreto della propria
coscienza, là dove l’uomo esprime tutte le sue potenzialità. L’umanizzazione che produce
la fede o la personalizzazione che prende avvio dall’incontro con l’Altro non possono
essere annullate, pena la stessa sopravvivenza dell’uomo. La perfezione è il raggiungere la
piena maturità in Cristo. Tale traguardo è reso possibile per l’irriducibile senso dell’Altro
che sta alla base del sentire umano. Sensi, sensazioni e sentimenti non saranno facilmente
riproducibili, resteranno quel quid umano che lo rende unico nell’universo. La vita spirituale
e mistica si fonda sulla relazione con l’Altro e gli altri che dà origine alla conoscenza
e all’approfondimento dei propri rapporti spirituali e sociali. I teologi spirituali hanno
ancora di più il compito di offrire ad un mondo virtuale la possibilità di passare a quello
reale in cui Cristo Gesù motiva ogni relazione umana. Essi sono sentinelle che intercettano
le novità del mondo per far fluire la rivelazione nella vita di ogni giorno.
63 Ivi, 73.