Mysterion - Rivista di Ricerca in Teologia Spirituale

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R. ZAS FRIZ DE COL
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5 (2012/2) 158-192
bisogno di un suo connaturale coinvolgimento con questa esperienza; la necessità di una
concezione integrale e olistica della percezione, che sia allo stesso tempo intellettuale,
sapienziale, affettiva e sensibile; inoltre, la necessità di stabilire un rapporto equilibrato
tra oggettività e soggettività nella trattazione teologica del vissuto cristiano. Secondo Bernard,
tra i contributi recenti dati dalla teologia spirituale alla teologia, tout court, si possono
annoverare la nozione di trasformazione, il rinnovato interesse per lo studio dell’esperienza
mistica e la ricerca per approfondire la relazione tra conoscenza e amore 89 .
A. Valli offre nella rivista milanese Teologia un’ampia recensione del volume edito da
M. Gioia. L’autrice propone di: “superare dall’interno la questione spesso dibattuta della
molteplicità di metodi in TS [teologia spirituale] mediante l’individuazione dell’evidenza,
della portata veritativa dell’E [esperienza] come recante in sé la formalità dell’intero
procedimento della teologia, e della TS. Greco [presente all’incontro napoletano] terminava
con accenno all’evidenza simbolica. Qui vorremmo valorizzarlo come punto catalizzatore
di quel percorso della teologia che abbiamo in mente e che ora tratteggeremo in un
primo paragrafo. Nel paragarafo seguente vedremo come ad esso si coordinano alcune
tesi di Giovanni Moioli, che non hanno perso la portata stimolante loro inscritta” 90 . Con
questo programma Valli sviluppa il suo studio contribuendo a chiarire il rapporto tra
‘l’esperienza’ e ‘l’evidenza simbolica’ nella TS come teologia della «spiritualità» cristiana.
La teologia è quel sapere intenzionale e totale della verità che si manifesta e manifestandosi
pone le fondamenta per le condizioni di possibilità della sua manifestazione
oggettiva e della sua comunicabilità all’uomo. La fede è allora la confessione della verità
in Cristo come automanifestazione e autodonazione della verità. Il teologo è colui che di
riflesso esprime questo ‘sapere la verità in Cristo’ e “la teologia è un «sapere della fede»
ove il termine «sapere» in prima battuta fa riferimento non al mero esercizio del comprendere,
ma ad esso in quanto è sempre da esercitare e mai esaurito. Chi lo esercita
deve trovare il modo di non compromettere, rimandandovi, l’intuitiva anticipazione
simbolica (per cogliere la verità nel suo manifestarsi nascosto) e la libera decisione pratica
(per affidarsi a quanto simbolicamente saputo), che sostengono ed ineriscono alla
riflessione concettuale (tesa a recuperare l’unità originaria non ancora data)” 91 .
Nell’esperienza cristiana si confessa, mediante la fede, che la verità è Gesù Cristo ed
essa edifica l’uomo in libertà: una fede che è ‘sapere’ che comprende e che si esprime
riflessivamente, dando luogo a un linguaggio informativo (dogmatico e morale), ma anche
metaforico. Nell’esperienza che è fede, la teologia spirituale, come sapere della verità
nell’esperienza, diventa una teologia della fede, della spiritualità cristiana, ma anche
un sapere teologico dei santi e un sapere della possibilità della stessa spiritualità, mettendo
in rilievo le virtù teologali, la fede come agape, la cui evidenza è simbolica 92 .
Il volume di A. Mataniæ si presenta, nel 1990, come un’introduzione metodologica
allo studio della vita spirituale. È uno studio dettagliato e approfondito, con abbondan-
89 Cfr. Ibidem, 280-281.
90 A. VALLI, “A proposito di esperienza in «Teologia spirituale»” in Teologia 17 (1992) 281-302, qui
293. 91 Ibidem, 299.
92 Cfr. Ibidem, 300.