Mysterion - Rivista di Ricerca in Teologia Spirituale

www.MYS ERION.it
A. MONTANARI
119
5 (2012/2) 118-122
essere sostenuta da un’adeguata teologia della fede, mentre il dato oggettivo della fede
non può essere separato dalla sua ripercussione nella vita del credente.
A partire da questo ancoramento sostanziale, Giovanni Moioli ha poi affrontato anche
i temi tradizionali della maturità spirituale, la figura del cristiano, la preghiera, i
gradi, gli stati di vita, ecc.
Ho evocato sinteticamente questi dati storici, perché ci consentono di comprendere
l’attuale indirizzo di studi. Per una presentazione più dettagliata rinvio al testo del professor
Claudio Stercal, elaborato in occasione del Convegno residenziale per i docenti
italiani di Spiritualità, che si è svolto presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale
di Milano nel settembre 2009, e che ha prestato attenzione non solo ai problemi e ai
contenuti della docenza di teologia spirituale nelle istituzioni italiane, ma anche alla
legittimazione del suo impianto metodologico 2 .
2. L’attuale piano di studi dell’indirizzo di Teologia spirituale
Veniamo così al piano di studi in vigore a Milano per la licenza nell’indirizzo di Teologia
spirituale che, a partire dall’anno accademico 2002-2003, è stato distinto e affiancato
a quelli di Teologia morale e Teologia pastorale, e non è più collocato al loro interno.
I nostri corsi di licenza in Teologia spirituale ruotano essenzialmente intorno a tre
nuclei fondamentali:
- nucleo teologico = che indaga anzitutto la dimensione teorica dell’esperienza cristiana;
- nucleo storico = che si propone una rilettura delle vicende e delle grandi tematiche
entro le coordinate storiche delle varie epoche della spiritualità;
- nucleo interdisciplinare = il cui intento è di intrattenere un dialogo con le altre discipline
teologiche, le scienze umane e la cultura.
La coerenza e l’unità di questa proposta è data non tanto da un’indicazione teologica
a priori, ma dall’oggetto stesso della Teologia spirituale, che è la «fede cristiana vissuta»
(o, se si preferisce, il «vissuto» o l’«esperienza» spirituale). Ed è ancora la comprensione
di tale oggetto che aiuta a chiarire il metodo, che per noi non può che essere quello
interdisciplinare, deputato a indagare da un lato l’oggettività del «dato cristiano» (la
dottrina) e, dall’altro, la sua appropriazione da parte del cristiano, cioè l’esperienza spirituale
cristiana, la quale «non sfugge alle condizioni d’esercizio di qualunque esperienza
umana» e, pertanto, si dà sempre in modo mediato, entro una specifica dimensione
storica e culturale, al «crocevia fra culturale e spirituale» 3 .
2 Gli atti del convegno sono stati pubblicati nel primo fascicolo del 2010 della rivista Teologia.
3 C. GEFFRÉ, Crocevia tra culturale e spirituale, in B. SECONDIN - T. GOFFI (ed.), Corso di Spiritualità.
Esperienza, sistematica, proiezioni, Queriniana, Brescia 1989, 222-244; cfr. J.-C. BRETON, Retrouver les
assises anthropologiques de la vie spirituelle, «Studies in Religion» 17 (1998) 97-105 .