La coda del pavone - Dipartimento di Scienze Umane per la ...
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<strong>di</strong> questi canti e <strong>di</strong> queste poesie, il miracolo è stato quello <strong>di</strong> poter<br />
prendere un <strong>di</strong>stacco sufficiente a farmi scoprire tutta <strong>la</strong> loro forza<br />
magica e tutta <strong>la</strong> loro bellezza: è una grazia che mi è stata accordata<br />
e che mi <strong>per</strong>mise <strong>di</strong> raccogliere dal<strong>la</strong> viva voce <strong>di</strong> mia madre (...)<br />
questi canti <strong>la</strong> cui luce si fa strada verso <strong>di</strong> noi da millenni».<br />
Mentre Taos raccoglie dal<strong>la</strong> madre i tesori poetici nel<strong>la</strong> loro<br />
espressione più autentica, il fratello Jean (anch’egli un <strong>per</strong>sonaggio<br />
<strong>di</strong> primo piano <strong>del</strong><strong>la</strong> letteratura francofona <strong>del</strong> Nordafrica) li e<strong>la</strong>bora<br />
e ne pubblica, nel 1938, una versione in francese: i Chants berbères<br />
de Kabylie (ripubblicati, poi nel 1988, in e<strong>di</strong>zione bilingue, a cura <strong>di</strong><br />
Tassa<strong>di</strong>t Yacine). Dopo un lungo appren<strong>di</strong>mento in famiglia, Taos<br />
comincia ad esibirsi in pubblico a Parigi nel 1937. Successivamente,<br />
nel 1939, si reca a Fez <strong>per</strong> partecipare al Primo Congresso <strong>di</strong> musica<br />
marocchina. In seguito a questa esibizione ottiene borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />
<strong>del</strong><strong>la</strong> Casa Velázquez <strong>di</strong> Madrid <strong>per</strong> fare ricerche sui canti<br />
tra<strong>di</strong>zionali iberici, in cui scopre i legami profon<strong>di</strong> tra il Cante Jondo<br />
e i canti tra<strong>di</strong>zionali <strong>del</strong><strong>la</strong> Cabilia. Tra il 1952 e il 1957 trascriverà e<br />
registrerà presso <strong>la</strong> SACEM (Società degli Autori e Compositori <strong>di</strong><br />
Musica) 95 “Canti salvati dall’oblio - Mono<strong>di</strong>e berbere <strong>di</strong><br />
Marguerite Taos”. (Spesso Taos accosta al proprio nome —o<br />
ad<strong>di</strong>rittura sostituisce ad esso— quello <strong>del</strong><strong>la</strong> madre, Marguerite, a<br />
sottolineare come si sentisse semplice interprete <strong>del</strong>l’o<strong>per</strong>a <strong>del</strong><strong>la</strong><br />
madre).<br />
A partire dagli anni ’50 riprende a dare concerti, <strong>per</strong>lopiù a Parigi<br />
ma anche altrove. In Italia si esibisce nel 1963 e nel 1964 a Firenze<br />
nell’ambito <strong>del</strong> Congresso Me<strong>di</strong>teraneo <strong>per</strong> <strong>la</strong> Cultura, e nel 1970 a<br />
Venezia. Nel 1966 viene invitata a Dakar dal presidente Léopold<br />
Sédar Senghor a partecipare al “Festival <strong>del</strong>le Arti Negre”. Nel 1967<br />
ha ottenuto il “Grand prix du <strong>di</strong>sque” <strong>per</strong> il suo primo album,<br />
Florilège de Chants Berbères de Kabylie (1966). Altri sei ne<br />
seguirono, e tutti questi canti sono da poco stati riuniti in un<br />
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