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Totalità e Infinito - Scienze della Formazione

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«Prefazione»<br />

Parte seconda. <strong>Totalità</strong> e <strong>Infinito</strong><br />

Cominciamo adesso la lettura di <strong>Totalità</strong> e <strong>Infinito</strong>, e iniziamo con la «Prefazione», che apre il<br />

volume.<br />

«Tutti ammetteranno facilmente che la cosa più importante è sapere se non si è<br />

vittime <strong>della</strong> morale». 27<br />

La frase che inaugura il testo è abbastanza sconcertante. Perché mai dovremmo essere vittime <strong>della</strong><br />

morale? In fondo, tutti noi abbiamo una morale e ci sembra legittimo comportarci in base a delle<br />

convinzioni morali. Per noi, l’essere “se stessi” coincide, per lo più, con l’agire in base a delle<br />

convinzioni che, in ultima istanza, sono morali.<br />

Lévinas ci dice che le cose non stanno esattamente così; egli ci mostra, cioè, che la nostra vita è<br />

regolata da un valore assai più alto, quello che già secondo Nietzsche era la verità (di cui egli<br />

intendeva, per l’appunto, indagare il valore) e che M. Foucault ha, a sua volta, chiamato la volontà<br />

di sapere. Si potrebbe anche aggiungere, di passaggio, che in Kant persino la morale è subordinata<br />

al principio <strong>della</strong> verità, coincidendo per lo più con la sincerità e la trasparenza.<br />

Lévinas chiama tutto ciò “lucidità”. La lucidità, «apertura dello spirito sul vero», 28 ci fa intravedere<br />

che, malgrado e contro la morale, c’è sempre la possibilità permanente − o il fatto − <strong>della</strong> guerra.<br />

La guerra è una “sospensione <strong>della</strong> morale” perché, nello stato di guerra gli imperativi etici<br />

vengono meno − dalla proibizione di uccidere si passa infatti alla possibilità e anzi al dovere di<br />

uccidere. 29<br />

Derrida ricorda 30 che Lévinas non cita mai Carl Schmitt. È, tuttavia, indubbio che riprende una sua<br />

tipica movenza, che lo porta a vedere la politica come conflitto e infine guerra − essa è l’arte di<br />

27 TI, p. 19.<br />

28 Ibidem.<br />

29 Si potrebbe anche aggiungere che nello stato di guerra inteso come stato di eccezione, anche le garanzie costituzionali<br />

vengono meno, spesso proprio quelle che concernono i diritti fondamentali.<br />

30 Cfr. J. Derrida, Le mot d’accueil, in Id., Adieu à Emmanuel Lévinas, Galilée, Paris 1997, p. 52 nota 2.<br />

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