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Totalità e Infinito - Scienze della Formazione

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«La nostra presentazione di nozioni non procede né attraverso la loro<br />

decomposizione logica, né attraverso la loro descrizione. dialettica. Essa resta<br />

fedele all’analisi intenzionale, nella misura in cui questa significa la restituzione<br />

delle nozioni all’orizzonte del loro apparire». 10<br />

Tra il 1928-29, Lévinas è a Friburgo come libero auditore per seguire i corsi di Husserl, che in<br />

quell’anno accademico vertono sul tema <strong>della</strong> costituzione dell’intersoggettività. Nel 1929 Lévinas<br />

tradurrà in francese le Meditazioni cartesiane di Husserl, che mettono al centro dell’attenzione<br />

proprio questo tema.<br />

La filosofia di Husserl che, come noto, studia le strutture pure dell’esperienza attraverso le due<br />

peculiari operazioni dell’epoché (o messa tra parentesi) e <strong>della</strong> riduzione, tenta di fondare<br />

l’esperienza dell’intersoggettività a partire dalla radicale messa tra parentesi di ogni forma di<br />

esteriorità del mondo, delle cose e delle persone. Tale riduzione ad una sfera che Husserl definisce<br />

“primordinale” è, in effetti, una sorta di esperimento mentale che prefigura una condizione di<br />

radicale solipsismo: ci sono solo io, tutto il resto – cose e persone – sono da concepirsi come mie<br />

apparizioni.<br />

In questo mondo puramente fenomenico che si svolge sotto i miei occhi come un film,<br />

l’apparizione dell’altro uomo presenta delle peculiarità: non si tratta solo di un corpo in<br />

movimento, perché anzi egli mi appare come portatore di un’intenzionalità (di una coscienza, per<br />

dirla in breve) analoga alla mia. Questa intenzionalità, presente nel modo stesso in cui l’altro si dà<br />

e si muove, non può, tuttavia, essere percepita (non posso leggere i pensieri degli altri), ma viene<br />

“appresentata”:<br />

«Dal punto di vista noematico, nell’oggetto di percezione presentativa-<br />

appresentativa manifestantesi nel modo del qui-stesso si deve distinguere ciò che vi<br />

è autenticamente percepito e l’eccedenza di ciò che vi coesiste senz’essere<br />

autenticamente percepito». 11<br />

L’appresentazione è quella struttura <strong>della</strong> nostra percezione che ci consente, a partire da quello che<br />

vediamo, di anticipare quello che noi non vediamo, ma potremmo vedere. Il lato visto di una cosa,<br />

afferma Husserl,<br />

10 Ibidem.<br />

11 E. Husserl, Meditazioni cartesiane − con l’aggiunta dei Discorsi parigini, tr. it. a cura di F. Costa, Bompiani,<br />

Milano 1960, p. 141.<br />

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