Totalità e Infinito - Scienze della Formazione
Totalità e Infinito - Scienze della Formazione
Totalità e Infinito - Scienze della Formazione
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
separatezza e l’unificazione. 82 Nel caso del ponte, l’aspetto di correlazione prevale su quello <strong>della</strong><br />
separatezza, tanto è vero che «non fa alcuna differenza in quale direzione si percorre un ponte». 83<br />
Differente è il caso <strong>della</strong> porta. Chi per primo eresse una porta − scrive Simmel − ritagliò un<br />
segmento dalla continuità indefinita dello spazio: «un frammento dello spazio viene con ciò in sé<br />
unificato e separato da tutto il mondo restante». 84 Questo segmento finisce con l’acquisire un<br />
senso, quello del dentro rispetto al fuori: «la porta indica con l’entrare e l’uscire una totale<br />
differenza nell’intenzione». 85 Tutto ciò diventa più chiaro se confrontiamo la porta con altre<br />
strutture come una finestra o una parete. La finestra serve per guardare fuori, essa è come un paio<br />
di occhiali, o meglio come un binocolo, la cui direzione univoca non consente di concepire la<br />
dimensione duplice del dentro/fuori. La parete, poi, è semplicemente una barriera.<br />
La porta può anche venire aperta, e quindi<br />
«la sua chiusura dà la sensazione di una separatezza nei riguardi di tutto ciò che è al<br />
di là di questo spazio, ancora più forte di quella che dà la mera e indifferente<br />
parete». 86<br />
È assai significativo il seguito di questa frase: «La parete è muta. Ma la porta parla». 87 La porta è<br />
già indice <strong>della</strong> possibilità di rivolgersi ad altri, direbbe Lévinas, e Derrida commenta che la porta<br />
rappresenta un “modo di parlare”, un’apertura verso la trascendenza dell’infinito.<br />
«La porte ouverte, façon de parler, appelle l’ouverture d’une extériorité ou d’une<br />
transcendance de l’idée de l’infini». 88<br />
Torniamo, quindi, al testo di Lévinas, a partire da una frase che riepiloga il percorso sin qui svolto<br />
nel ribadire che la dimora è qualcosa di più di un edificio, perché definisce una struttura<br />
dell’esperienza:<br />
«Il ruolo privilegiato <strong>della</strong> casa non consiste nell’essere il fine dell’attività umana,<br />
ma nell’esserne la condizione e, in questo senso, l’inizio. Il raccoglimento<br />
82 Ivi, p. 5.<br />
83 Ivi, p. 6.<br />
84 Ivi, p. 5.<br />
85 Ivi, p. 6.<br />
86 Ivi, p. 5.<br />
87 Ivi, p. 5.<br />
88 J. Derrida, Le mot d’accueil, cit., p. 56.<br />
30