ANNO II Mese di APRILE 2008 - Numero – 7 - Cesd-onlus.com
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gruppi, che frammentano quell’unità politica e amministrativa che <strong>–</strong> in momenti bui<br />
<strong>com</strong>e questo <strong>–</strong> dovrebbe dare il massimo esempio <strong>di</strong> <strong>com</strong>pattezza e <strong>di</strong> agilità,<br />
dovrebbe cioè saper rispondere ai bisogni della gente.<br />
Tutto ciò crea immobilismo amministrativo, che genera la sfiducia della gente,<br />
che si trasforma spesso in tensione, rabbia, malcontento. Si avverte un doppio<br />
binario, per cui lo scenario politico corre separato dalla realtà concreta delle<br />
famiglie, dei giovani, dei meno abbienti, dei più emarginati, delle categorie più a<br />
rischio, che continuano a bussare, chiedendo risposte.<br />
Penso all’emergenza lavorativa, che sta toccando punte elevatissime, che<br />
blocca in giovani nella costruzione del futuro, facendoli rivolgere a pericolose<br />
chimere o a strade <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione e <strong>di</strong> morte. E penso anche a quante opportunità<br />
<strong>di</strong> investimento, a quanto denaro pubblico, soprattutto fon<strong>di</strong> europei, si allontanano<br />
dalla nostra terra, giu<strong>di</strong>cata incapace <strong>di</strong> presentare adeguati progetti occupazionali<br />
ed efficaci piani <strong>di</strong> sviluppo, giu<strong>di</strong>cata, cioè, incapace <strong>di</strong> amministrare.<br />
A livello <strong>com</strong>unale, non posso riba<strong>di</strong>re con convinzione che non si può<br />
amministrare limitandosi a gestire le emergenze delle retribuzioni, ma che si deve<br />
tentare in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> ottimizzare le risorse che già si possiedono, in modo<br />
deciso.<br />
A gran<strong>di</strong> fasce <strong>di</strong> popolazione non resta che rivolgersi al “lavoro nero” con<br />
tutti i rischi che questo <strong>com</strong>porta, sia in termini <strong>di</strong> sfruttamento a scapito della<br />
<strong>di</strong>gnità personale, sia in termini <strong>di</strong> danno alla collettività.<br />
Riba<strong>di</strong>sco che abbiamo la necessità per il bene della nostra Palermo che le<br />
istituzioni <strong>di</strong>aloghino. Si superino le fratture che si consumano ai vari livelli, e si<br />
esca dalle pastoie della burocrazia fine a se stessa! In simili con<strong>di</strong>zioni non si<br />
possono offrire per tempo risposte opportune ai problemi davvero seri della gente<br />
Tutti dobbiamo capire che ci si sta giocando il futuro. E no ci si può più<br />
permettere <strong>di</strong> perdere tempo, <strong>di</strong> navigare a vista senza prospettive chiare e<br />
con<strong>di</strong>vise”.<br />
Il Colonnello traspira sod<strong>di</strong>sfazione da ogni poro della pelle: “Il suo <strong>di</strong>scorso,<br />
Eminenza, apre una nuova pagina nella storia <strong>di</strong> Palermo. Mi sarei aspettato una<br />
particolare attenzione dei mass-me<strong>di</strong>a. Invece i giornali hanno snobbato la sua<br />
esortazione. Il Giornale <strong>di</strong> Sicilia ha <strong>com</strong>mentato il suo intervento a pag. 21,<br />
preferendo mettere in prima pagina che un boss della mafia era stato punito perché<br />
perdeva al Bingo.<br />
Sì, Eminenza, a Palermo il punto <strong>di</strong> riferimento culturale rimane la mafia, che<br />
sa punire chi non rispetta il suo co<strong>di</strong>ce d’onore. Mentre il suo forte <strong>di</strong>scorso per la<br />
rinascita <strong>di</strong> Palermo <strong>di</strong>viene uno dei soliti interventi <strong>di</strong> moralizzazione pubblica, che<br />
tanto bene fa all’anima, ma che non deve andare oltre.<br />
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