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La governance nei servizi pubblici locali - Confservizi Cispel Toscana

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atterranno a tutte le partecipate, e gli obblighi di indirizzo che riguarderà le sole società controllate<br />

secondo la disciplina della direzione e coordinamento.<br />

Ricordando che quando si parla di partecipazione pubblica il riferimento è collettivamente a tutti i<br />

soci enti <strong>pubblici</strong>, proprio l’effettivo svolgimento della attività di indirizzo e di controllo assume una<br />

valenza tecnica e professionale. E tale valenza difficilmente è strutturabile in seno ad un Comune,<br />

specie se di piccola dimensione quali sono quasi tutti quelli della <strong>Toscana</strong>.<br />

Da ciò discende l’appeal che il modello holding sta riscuotendo, ma è necessario sottolineare che tale<br />

modello è funzionale allo scopo solo laddove sia costituito da più enti, mentre una valutazione meno<br />

radicale può farsi circa la fattispecie in cui alla holding siano poi conferite non tutte le partecipazioni<br />

nelle società di <strong>servizi</strong>o pubblico locale, ma solo quelle di un certo <strong>servizi</strong>o. Tuttavia, in un mercato<br />

dei <strong>servizi</strong> <strong>pubblici</strong> che tende all’aggregazione, è certo che l’attività di indirizzo e controllo richiede<br />

essa stessa aggregazione della parte pubblica.<br />

Il modello holding assume allora la figura iconografica di una clessidra in cui (a monte) vi sono tanti<br />

enti che utilizzano uno strumento unico per gestire (a valle) tante partecipazioni in più settori<br />

industriali.<br />

<strong>La</strong> holding avrà allora due fronti di relazioni: <strong>nei</strong> confronti delle partecipate e <strong>nei</strong> confronti dei soci.<br />

Verso le prime, dovrà impostare le regole di partecipazione attiva tramite gli statuti e, in via sempre<br />

meno importante, i patti parasociali, ma anche verificare la coerenza tra indirizzi ricevuti e l’effettivo<br />

agire degli organi amministrativi avendo cura di codificare meccanismi di nomina che diano alla parte<br />

pubblica analoga facoltà insindacabile di revoca. A tale ultimo proposito, data la natura <strong>pubblici</strong>stica<br />

del patrimonio amministrato, non deve scomporre che per gli amministratori nominati (meglio se<br />

direttamente) dalla parte pubblica si rispolveri anche il concetto di vincolo di mandato.<br />

Verso i secondi, dovrà impostare le regole per alimentare un’informazione attiva introducendo<br />

norme statutarie e regolamentari condivise con gli enti, ma anche attivare relazioni strutturate con gli<br />

organi degli enti stessi che coinvolgano il più possibile anche i consigli comunali ed i revisori dei<br />

conti. Tale aspetto è fondamentale per dare concretezza alla partecipazione della parte pubblica che<br />

deve percepire la holding quale un proprio efficace strumento, giammai come un filtro.<br />

Attraverso l’agire informato e la condivisione con gli enti <strong>locali</strong> suoi proprietari delle decisioni<br />

fondamentali, la holding non sarà solo un portafogli di partecipazioni, né una mera catena di<br />

trasmissione di nomine, ma un portafogli gestito in maniera proattiva perché è proprio quella<br />

l’attività esclusiva cui dedicarsi con le competenze tecnico-professionali che solo una holding può<br />

costruire per durare e per metterle costantemente al <strong>servizi</strong>o degli enti <strong>locali</strong> suoi soci.<br />

ATTI DEL CICLO DEI CONVEGNI<br />

30<br />

<strong>La</strong> Governance <strong>nei</strong> <strong>servizi</strong> <strong>pubblici</strong> dicembre 2009

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