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La governance nei servizi pubblici locali - Confservizi Cispel Toscana

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(l’assemblea di Ambito) e il livello della regolazione tecnica, che andrebbe affidato ad uno staff di<br />

regolazione indipendente e competente, tenuto al rispetto di regole chiare e scarsamente<br />

influenzabile formalmente e sostanzialmente dalla sfera politica.. Un modello simile a quello adottato<br />

nelle Autorità nazionali, strutture indipendenti, che rispondono al Parlamento.<br />

<strong>La</strong> seconda scelta necessaria appare quella di spostare alcune competenze di regolazione, in<br />

particolare quelle delle decisioni tariffarie, ad un livello superiore a quello locale: ad una Autorità<br />

Nazionale o regionale. Da anni si discute di questo ed è evidente a tutti che la buona qualità della<br />

regolazione <strong>nei</strong> settori energetici dipenda anche dalla esistenza di una Autorità nazionale<br />

indipendente e al tempo stesso a bassa qualità della regolazione <strong>nei</strong> settori idrici, dei rifiuti e dei<br />

trasporti dipenda anche dalla mancanza di una simile autorità. In questo senso, come è noto, vanno<br />

numerose iniziative legislative tese a costituire per esempio la nuova autorità dei trasporti e a<br />

spostare alla autorità energetica competenze in materia di acqua e di rifiuti.<br />

Il secondo problema riguarda la presenza pubblica nel capitale delle imprese. Non intendo entrare<br />

oggi nel difficile dibattito se una tale presenza sia in assoluto giustificabile. Oggi in Italia ed in<br />

<strong>Toscana</strong> la presenza degli enti <strong>locali</strong> nelle aziende di <strong>servizi</strong>o pubblico locale è ampiamente diffusa.<br />

Occorre quindi comprendere meglio quale è lo scopo di una tale presenza e se occorra anche in<br />

questo caso, uscire dall’indistinto tema del “controllo pubblico” nelle varie forme e affrontare il tema<br />

dell’ente pubblico azionista e dei meccanismi di <strong>governance</strong> che consentono all’ente locale azionista<br />

di svolgere bene la propria missione.<br />

Quando un ente locale costituisce una società, in particolare quando costituisce società che operano<br />

sul mercato, la logica vorrebbe che si comportasse come un normale azionista: dovrebbe avere una<br />

strategia e dovrebbe indicare al management chiari obiettivi di crescita, di aumento del valore<br />

dell’impresa, di redditività. Diversa la situazione di imprese non costituite in forma di società di<br />

capitali e delle società in house, casi in cui probabilmente una presenza pubblica esplicitamente<br />

orientata al mercato è sfumata per sua stessa natura.<br />

Naturalmente è possibile che l’azionista ente locale abbia una strategia e definisca un mandato al<br />

management che non si limiti a meri obiettivi economici e finanziari, ma lo arricchisca con contenuti<br />

più specifici della mission pubblica: la qualità del <strong>servizi</strong>o, l’innovazione, la politica ambientale e<br />

sociale, etc L’importante è che queste scelte non vengano fatte a scapito del rispetto dei principi di<br />

equilibrio economico finanziario.<br />

Una tale scelta degli enti <strong>locali</strong>, di gestire le proprie partecipazioni proprio in una logica di gruppo,<br />

non è facile. Occorrerebbe uno staff molto qualificato, capace di individuare strategie credibili, di<br />

ATTI DEL CICLO DEI CONVEGNI<br />

40<br />

<strong>La</strong> Governance <strong>nei</strong> <strong>servizi</strong> <strong>pubblici</strong> dicembre 2009

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