Edizione del 05/04/2013 - Corriere
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CORRI R<br />
Venerdì 5 aprile <strong>2013</strong><br />
MONTORO SUPERIORE- Conti<br />
correnti attivati a nome di<br />
imprenditori, consulenti finanziari<br />
e commercianti in difficoltà<br />
che avevano dovuto far ricorso<br />
all'imprenditore <strong>del</strong> settore<br />
conciario Rocco Ravallese,<br />
che poi finivano nella disponibilità<br />
<strong>del</strong>lo stesso, che faceva<br />
passare sugli stessi i proventi<br />
illegali secondo Carabinieri e<br />
Procura, di una vera e propria<br />
rete di usura. Con la complicità<br />
di un direttore di banca, la filiale<br />
<strong>del</strong> Credito Cooperativo di<br />
Fisciano e di due cassieri. Questo<br />
è uno degli aspetti per cui<br />
ieri mattina l'imprenditore<br />
montorese, il direttore <strong>del</strong>la filiale<br />
Matteo Romano, Antonio<br />
De Maio, anch'egli di Montoro<br />
e già noto alle forze <strong>del</strong>l'ordine<br />
sono stati raggiunti dalla misura<br />
cautelare. Assieme ai tre,<br />
tutti 46enne sono finiti nei guai<br />
D.R., 60enne di Montoro, ed i<br />
cassieri T.A. 52 anni e S.G. di<br />
54 entrambi di Fisciano. A carico<br />
dei primi tre l'autorità giudiziaria<br />
concordando pienamente<br />
con le risultanze investigative<br />
raccolte, ha emesso un<br />
decreto di fermo per indiziato<br />
di <strong>del</strong>itto che è stato eseguito<br />
questa mattina alle 5.30 nei comuni<br />
di Fisciano e Montoro Superiore.Durante<br />
le perquisizioni<br />
domiciliari espletate a carico<br />
degli indagati è stata sequestrata<br />
numerosa documentazione,<br />
tuttora al vaglio <strong>del</strong> Nucleo<br />
Ispettivo <strong>del</strong>la Banca d'Italia,<br />
che ha condotto indagini<br />
di natura patrimoniale-contabile,<br />
tuttora in corso di ulteriore<br />
svolgimento.L'indagine, avviata<br />
nel giugno <strong>del</strong> 2010 dai<br />
militari <strong>del</strong>l'aliquota operativa<br />
<strong>del</strong> Norm <strong>del</strong>la Compagnia di<br />
Mercato San Severino, ha consentito<br />
di acquisire elementi di<br />
colpevolezza nei confronti dei<br />
tre maggiori indiziati. Le indagini<br />
hano permesso di ritenere<br />
che l'associazione capeggiata<br />
da Rocco Ravallese, era finalizzata<br />
alla commissione dei reati<br />
di usura, riciclaggio ed estorsioni<br />
in danno di imprenditori,<br />
commercianti e consulenti<br />
finanziari <strong>del</strong>le province<br />
di Salerno ed Avellino. L'organizzazione<br />
si avvaleva dei conti<br />
correnti accesi in dispregio<br />
<strong>del</strong>le norme bancarie presso la<br />
filiale di Mercato S.Severino<br />
<strong>del</strong>la banca di Credito Cooperativo<br />
di Fisciano intestati alle<br />
ditte <strong>del</strong>le vittime, grazie alla<br />
complicità <strong>del</strong>l'allora direttore e<br />
di due cassieri che consentivano<br />
di compiere operazioni monetizzando<br />
illecitamente i proventi<br />
illegali.<br />
Lo stesso Ravallese, noto nel<br />
settore conciario per la sua capacità<br />
di facilitare aziende o<br />
commercianti in difficoltà economica",<br />
ritenuti non più affidabili<br />
dal sistema bancario,<br />
guadagnava la fiducia <strong>del</strong>le vittime<br />
anticipandogli metà degli<br />
importi di assegni post datati,<br />
incassando in cambio, fino alla<br />
restante metà. Successiva-<br />
mente, mostrando apparenti ottimi<br />
propositi, rappresentava<br />
loro la necessità di avviare nuovi<br />
rapporti di conto corrente<br />
presentandoli all'allora direttore<br />
<strong>del</strong>la filiale. I conti correnti,<br />
di fatto, venivano dal medesimo<br />
gestiti senza che gli intestatari<br />
ne conoscessero più le<br />
sorti. I fermati, in determinate<br />
circostanze, avrebbero ottenuto<br />
profitti paventando "amicizie"<br />
in ambienti vicini alla criminalità<br />
organizzata. Quelle<br />
che sono ancora al vaglio <strong>del</strong>la<br />
Distrettuale antimafia salernitana,<br />
coordinata dal Procuratore<br />
Franco Roberti.<br />
I tassi di interesse, in alcune<br />
circostanze, hanno superato il<br />
4000% annuo. Il giro d'affari<br />
stroncato è stato stimato in due<br />
milioni di euro. I fermati sono<br />
stati associati presso le case circondariali<br />
di Salerno ed Avellino.<br />
Nelle prossime ore dovranno<br />
comparire davanti al Gip <strong>del</strong><br />
Tribunale di Salerno che sarà<br />
chiamato a convalidare il fermo<br />
emesso dalla Direzione Di-<br />
CRONACA 7<br />
Blitz dei Carabinieri di Mercato San Severino, in manette l’imprenditore Rocco Ravallese<br />
In banca i complici <strong>del</strong>lo strozzino<br />
Il direttore <strong>del</strong>la filiale <strong>del</strong> Banco di Credito Cooperativo di Fisciano Matteo Romano<br />
fermato, due cassieri indagati, erano collegati al presunto cartello usuraio<br />
PROSCIOLTI DALL’ACCUSA DI ESTORSIONE DAL GUP<br />
Turbativa d’asta, due<br />
napoletani a processo<br />
GROTTOLELLA- Prosciolti dall’accusa<br />
di estorsione, ma rinviati<br />
a giudizio per quella di<br />
turbativa d’asta in concorso.<br />
Questa la decisione da parte <strong>del</strong><br />
Gup <strong>del</strong> Tribunale di Avellino<br />
Antonio Sicuranza<br />
nei<br />
confronti dei<br />
due dei quattro<br />
indagati<br />
nell’ambito<br />
<strong>del</strong>l’inchiesta<br />
sulla turbativa<br />
d’aste per<br />
una serie di<br />
villette a<br />
Grottolella.<br />
Quella che aveva<br />
portato<br />
tra l’altro anche<br />
all’emissione di due misure<br />
cautelari. Il pm che ha condotto<br />
le indagini, il sostituto<br />
procuratore Elia Taddeo, aveva<br />
chiesto il rinvio a giudizio per<br />
entrambi i capi di imputazione,<br />
scelta che però è stata contestata<br />
da parte <strong>del</strong> difensore, soprattutto<br />
sulla partecipazione<br />
alle attività che l’imprenditore<br />
finito in carcere avrebbe posto<br />
in essere per intimidire i vincitori<br />
<strong>del</strong>le prime aste per gli immobili,<br />
e successivamente an-<br />
che per turbare gli incanti <strong>del</strong>le<br />
aste che venivano svolte<br />
presso il Tribunale di Avellino.<br />
Quelle a cui, però, dopo le denunce<br />
<strong>del</strong>le prime vittime, erano<br />
state attenzionate dai militari<br />
agli ordini<br />
<strong>del</strong> capitano Gabriele<br />
Papa.<br />
Proprio ai militari<br />
<strong>del</strong>l’Arma<br />
<strong>del</strong>la stazione si<br />
erano rivolte le<br />
prime due vittime,<br />
che stanche<br />
di continuare a<br />
subire minacce<br />
subdole e anche<br />
non troppo velate,<br />
quando si<br />
sono visti recapitare<br />
la busta con i proiettili<br />
Da lì, sentendo i vari concorrenti<br />
e partecipando di persona<br />
all’asta – in abiti borghesi e<br />
camuffandosi da privati cittadini<br />
interessati all’affare – i carabinieri<br />
hanno potuto documentare<br />
le condotte <strong>del</strong>inquenziali<br />
poste in essere dai 4<br />
napoletani nei confronti di tutti<br />
i partecipanti, finalizzate ad<br />
incutere loro timore e farli desistere<br />
e allontanare dalla procedura<br />
concorsuale.<br />
AVELLINO<br />
Giuramento<br />
per 15 avvocati<br />
Una cerimonia di giuramento solenne.<br />
Quella che sarà organizzata questa mattina<br />
dall’Ordine degli Avvocati di Avellino<br />
per quindici giovani professionisti<br />
che hanno superato l’esame di abilitazione<br />
e si preparano a fare il loro ingresso<br />
nel mondo <strong>del</strong>l’Avvocatura a tutti<br />
gli effetti. Come già avvenuto un mese<br />
fa, con la prima cerimonia organizzata<br />
dall’Ordine, anche questa mattina<br />
alle dodici nell’aula Magna <strong>del</strong> Tribunale,<br />
giureranno alla presenza <strong>del</strong> presidente<br />
<strong>del</strong> Consiglio <strong>del</strong>l’Ordine Fabio<br />
Benigni, quindici nuovi avvocati. Si<br />
tratta di Alessio Santinelli, Emanuela<br />
Santinelli, De Conciliis De Iorio Ettore,<br />
Lusi Maria, Savarese Pietro, Piciocchi<br />
Francesco, D’Onofrio Maria Luigia, Di<br />
Meo Vittorio, Nappi Rosa, D’Apolito Felice,<br />
Bizzarro Giovanni, Abbondandolo<br />
Marcello, Landi Annarita, Petroccione<br />
Alessandra, Giubelan Isabela.<br />
strettuale Antimafia. Intanto i<br />
vertici <strong>del</strong>l’istituto di credito<br />
non hanno perso tempo nell’intervenire<br />
sui tre dipendenti<br />
coinvolti nell’inchiesta <strong>del</strong>la<br />
Procura <strong>del</strong>la Repubblica salernitana.<br />
Il Consiglio di Amministrazione<br />
<strong>del</strong>la Banca di Credito<br />
Cooperativo di Fisciano riunitosi<br />
in seguito ai provvedimenti<br />
emessi dalla Direzione<br />
Distrettuale Antimafia di Salerno<br />
ha deciso di sospendere dalle<br />
funzioni e dall'attività lavorativa<br />
i tre propri dipendenti,<br />
tra cui l’ex responsabile <strong>del</strong>la<br />
Filiale di Mercato San Severino,<br />
oggetto <strong>del</strong>l'azione giudiziaria.<br />
Nell'esprimere piena fiducia<br />
nell'operato <strong>del</strong>la Magistratura,<br />
si rappresenta la più<br />
convinta volontà di collaborare<br />
all'accertamento completo<br />
dei fatti accaduti, ribadendo la<br />
più totale estraneità <strong>del</strong>la BCC<br />
di Fisciano ai comportamenti<br />
assunti dai dipendenti raggiunti<br />
dai provvedimenti <strong>del</strong>la<br />
Dda.Ancora allarmante il fenomeno<br />
usura in provincia.<br />
INVOCATO E ACCOLTO DAL GUP IL «NE BIS IN IDEM» PER DE PAOLA<br />
Minacce ai militari<br />
Un cavillo evita<br />
il processo al boss<br />
SAN MARTINO VALLE CAU-<br />
DINA- Un cavillo, e le contestazioni<br />
<strong>del</strong>la Procura <strong>del</strong>la Repubblica<br />
di Avellino per le minacce<br />
a due Carabinieri<br />
da parte<br />
<strong>del</strong> boss caudino<br />
Orazio De<br />
Paola non saranno<br />
oggetto di<br />
un processo. Ne<br />
bis in idem.<br />
Non si processa<br />
un indagato due<br />
volte per lo stesso<br />
reato. Con<br />
questa richiesta,<br />
alla fine avallata<br />
dal Gup <strong>del</strong><br />
Tribunale di Avellino,<br />
i legali<br />
<strong>del</strong> cinquantenne<br />
ras caudino, legato al clan<br />
Pagnozzi, è stato prosciolto dall’accuse<br />
contestate dal pm che<br />
ha condotto le indagini, il sostituto<br />
procuratore Elia Taddeo.<br />
Lo stesso De Paola, tra l'altro,<br />
è stato già processato anche per<br />
gli stessi reati e condannato dal<br />
Tribunale di Avellino, come aveva<br />
invocato lo stesso pm Taddeo.<br />
Il noto pregiudicato caudino<br />
rispondeva, infatti, <strong>del</strong><br />
reato di violazione alla misura<br />
di prevenzione per aver minacciato<br />
due Pubblici Ufficiali<br />
intenti ad effettuare dei controlli<br />
presso la sua abitazione<br />
allorquando era sorvegliato<br />
speciale nel comune di San<br />
Martino Valle Caudina. Ma il<br />
QUINDICI<br />
Indagini Gdf,<br />
nuove attività<br />
QUINDICI- Una nuova iniziativa investigativa<br />
da parte <strong>del</strong>la Tenenza <strong>del</strong>la<br />
Gdf di Baiano nei confronti <strong>del</strong> Comune<br />
di Quindici, quelle che hanno già<br />
portato nei giorni scorsi all’acquisizione<br />
di una serie di <strong>del</strong>ibere da parte dei<br />
militari <strong>del</strong>le Fiamme Gialle. Che prima<br />
hanno avviato verifiche circa le nomine<br />
e la revoca <strong>del</strong>l’ex vicesindaco Santaniello,<br />
poi acquisito una serie di atti dall’Ufficio<br />
di Ragioneria, due settimane<br />
fa, infine, avevano anche, su <strong>del</strong>ega <strong>del</strong><br />
pm <strong>del</strong>la Procura <strong>del</strong>la Repubblica di Avellino<br />
Elia Taddeo, acquisito le copie<br />
degli atti relativi invece al concorso per<br />
due autisti <strong>del</strong>lo scuolabus. La nuova iniziativa<br />
da parte <strong>del</strong>la Gdf di Baiano,<br />
ora, sarebbe quella <strong>del</strong>la convocazione<br />
presso gli uffici <strong>del</strong>la Tenenza di Baiano<br />
di un funzionario comunale. Nuove<br />
indagini? O si tratta <strong>del</strong>la stessa vicenda<br />
già oggetto dei sequestri?<br />
procedimento, contestato come<br />
minaccia I difensori <strong>del</strong>l’ affiliato<br />
al clan Pagnozzi, i penalisti<br />
Dario Vannetiello e Valeria<br />
Verrusio, , hanno<br />
sostenuto che<br />
l’imputato non<br />
potesse essere<br />
sottoposto ad un<br />
ulteriore processo<br />
in quanto nei<br />
suoi confronti già<br />
è pendente un altro<br />
processo nel<br />
quale, però, risponde<br />
di minacce.<br />
Anche per la<br />
violazione <strong>del</strong>la<br />
misura di sorveglianza,<br />
ben novanta,<br />
era stato<br />
anche processato<br />
e condannato e processato<br />
sempre dai magistrati <strong>del</strong> Tribunale<br />
di Avellino. La scelta difensiva<br />
si è rivelata particolarmente<br />
efficace atteso che il<br />
Gup, sposando la tesi sostenuta<br />
dai suoi legali, ha disposto<br />
di non doversi procedere oltre.<br />
Il problema è legato all’imputazione.<br />
La difesa ha fatto notare<br />
che non è possibile da<br />
parte <strong>del</strong>la Procura, contestare<br />
in due procedimenti, due reati<br />
diversi, caratterizzata da un’unica<br />
condotta materiale. Ovvero,<br />
non si potevano contestare<br />
le minacce davanti al Tribunale<br />
a Cervinara e la violazione<br />
<strong>del</strong>l’articolo nove davanti al<br />
Gup.<br />
QUINDICI<br />
Omicidio Bossone<br />
Verdetto per il boss<br />
Sarà il Gup <strong>del</strong> Tribunale di Napoli Oriente<br />
Capozzi questa mattina a decidere<br />
sulla richiesta di condanna che la Direzione<br />
Distrettuale Antimafia si prepara a<br />
formalizzare nei confronti di Antonio Cava,<br />
detto n’do n’do, presunto numero due<br />
<strong>del</strong> clan quindicese, alla sbarra per l’omoicidio<br />
avvenuto il 23 settembre <strong>del</strong><br />
1988 di Crescenzo Bossone, ritenuto elemento<br />
apicale <strong>del</strong> clan Graziano e scarcerato<br />
da pochi mesi. Nell’udienza che si<br />
svolgerà davanti al magistrato con la formula<br />
<strong>del</strong> rito abbreviato, ci sarà la requisitoria<br />
da parte <strong>del</strong> pm che ha condotto<br />
le indagini, il sostituto procuratore<br />
antimafia Francesco Soviero. Il magistrato,<br />
sulla scorta <strong>del</strong>le dichiarazioni dei collaboratori<br />
di giustizia Antonio Scibelli e<br />
Felice Graziano, ha infatti chiesto il processo<br />
per Cava, stralciando invece la posizione<br />
<strong>del</strong>l’altro indagato, Fabi Santolo,<br />
archiviata in fase preliminare.