La Fotografia digitale volume 1 - ettore bianciardi
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Dapprima la fotocamera valuta il contrasto dell’immagine<br />
iniziale, mostrata nella prima finestra, poi sposta il fuoco in una<br />
direzione, per esempio avanti. Quindi valuta il fuoco in quella<br />
situazione, per esempio quello della finestra 2. Come si può notare<br />
il contrasto è maggiore del precedente, quindi la fotocamera ne<br />
deduce di aver focheggiato nella direzione giusta, pertanto sposta<br />
il fuoco avanti nella stessa direzione. Se avesse riscontrato un<br />
contrasto minore avrebbe focheggiato nella direzione opposta alla<br />
precedente. Adesso, finestra 3, il contrasto è ancora maggiore,<br />
quindi la fotocamera si convince sempre più di essere nella<br />
direzione giusta, pertanto avanza ancora un po’ in quella direzione.<br />
Siamo alla finestra 4 dove la fotocamera verifica che il contrasto è<br />
diminuito rispetto alla finestra 3. Ne deduce quindi che ha superato<br />
il massimo di contrasto, e pertanto retrocede un po’ fino a ritrovare,<br />
nella finestra 5, lo stesso contrasto che aveva nella finestra 3. A<br />
questo punto, accendendo una luce o emettendo un rumore,<br />
avverte il fotografo di aver terminato le operazioni di messa a<br />
fuoco.<br />
Attenzione però a non fidarsi troppo dell’autofocus.<br />
Innanzitutto bisogna attendere che esso abbia compiuto il suo<br />
lavoro: talvolta la cosa può durare qualche secondo; molti fotografi<br />
invece, appena vedono sullo schermo l'immagine che desiderano,<br />
scattano immediatamente convinti che l’autofocus abbia già<br />
lavorato: si ritrovano foto sfocate e ne danno la colpa alla<br />
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