La Fotografia digitale volume 1 - ettore bianciardi
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Ecco perché il numero di colori è infinito, o per meglio dire è<br />
tanto grande quanto lo vogliamo far essere.<br />
Ma come possiamo gestire allora una tale infinità di colori?<br />
Diciamo che tale infinità può essere assimilata ad uno spazio<br />
tridimensionale, cioè possiamo classificare i colori fissando i valori<br />
di tre soli parametri. Questi parametri possono essere di vario tipo.<br />
<strong>La</strong> prima classificazione, la più intuitiva e comune, anche se, è<br />
bene dirlo subito, non è una classificazione assoluta, è quella detta<br />
RGB (ovvero Red, Green, Blue; ossia Rosso, Verde e Blu).<br />
Se proiettiamo tre fasci di luce verso i nostri occhi e li facciamo<br />
incontrare, avremo come risultato la creazione di altri colori, il<br />
ciano, il magenta, il giallo e il bianco, che non è, come si potrebbe<br />
erroneamente pensare, l’assenza di colore, ma anzi, la<br />
contemporanea presenza dei tre colori suddetti, rosso, verde e blu,<br />
che si chiamano colori primari additivi, perché dalla loro<br />
mescolanza si possono ottenere tutti gli altri colori. Se non è<br />
presente alcun colore, quindi non c’è luce, c’è il buio e si forma il<br />
colore nero, che proprio un colore non è, ma è l’assenza di ogni<br />
colore.<br />
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