La Fotografia digitale volume 1 - ettore bianciardi
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8 - Il CCD<br />
Abbiamo visto come sia possibile, in linea teoria, digitalizzare<br />
un’immagine. Si tratta semplicemente di dividerla in tanti quadratini<br />
e per ognuno di essi stabilire il colore, confrontandolo con una<br />
serie di colori a disposizione, e tradurre il colore di ogni quadratino<br />
in un numero che identifichi il colore stesso fra tutti quelli<br />
disponibili.<br />
Questa serie di numeri, ordinata, sarà capace di riprodurre<br />
l’immagine di partenza. Ovviamente più è alto il numero di<br />
quadratini, ovvero più piccoli sono i quadratini stessi, insomma più<br />
alta è la risoluzione, e più numerosi sono i colori a disposizione,<br />
insomma più alta è la profondità di colore, più la rappresentazione<br />
dell'immagine sarà accurata.<br />
Tutto ciò è abbastanza semplice da fare, anche se<br />
estremamente lungo e noioso, per un essere umano, ma come fa<br />
la macchina fotografica a dividere l’immagine in tanti quadratini e a<br />
capire che colore c’è in ognuno di essi?<br />
Il segreto sta in quel dispositivo elettronico che sostituisce, nelle<br />
fotocamere digitali, la pellicola tradizionale, ovvero quello che<br />
abbiamo chiamato CCD. Il nome è l’acronimo di Charge Coupled<br />
Device, e si riferisce al funzionamento del dispositivo stesso, che è<br />
molto sofisticato e del quale darò una descrizione molto<br />
semplificata al solo scopo di comprenderne il funzionamento.<br />
Tutto si basa su un dispositivo elettronico semplice e molto<br />
diffuso chiamato fotodiodo.<br />
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