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Frammentazione del territorio da infrastrutture lineari. Indirizzi e - Ispra

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Su questo ultimo aspetto, relativo alla gestione e valorizzazione <strong>del</strong>le acque, la recente approvazione <strong>del</strong>la<br />

Direttiva comunitaria 2000/60/CE (23.10.2000) che istituisce un quadro condiviso sulle azioni <strong>da</strong> avviare<br />

per la protezione <strong>del</strong>le acque segna l’introduzione di una importante innovazione in materia, attraverso<br />

l’individuazione di linee di azione integrate per la protezione di tutte le varietà di ecosistemi acquatici,<br />

terrestri e <strong>del</strong>le zone umide <strong>da</strong> questi dipendenti, stabilendo così una stretta interazione con le Direttive<br />

Habitat e Uccelli. La Direttiva segnando il passaggio ad un nuovo approccio in materia di protezione <strong>del</strong>le<br />

acque, principalmente orientato alla salvaguardia <strong>del</strong>l’ecosistema fluviale nel suo complesso e perciò<br />

centrato sull’attuazione di azioni di recupero e protezione negli ambiti di bacino e di distretto idrografico,<br />

potrà costituire nei prossimi anni un efficace contributo all’attuazione di azioni trasversali e intersettoriali<br />

mirate alla realizzazione <strong>del</strong>la rete ecologica europea così come definita <strong>da</strong>lle due direttive di “Natura 2000”.<br />

* Aggiornamento cap B1 <strong>del</strong> volume APAT, Gestione <strong>del</strong>le aree di collegamento ecologico funzionale.<br />

<strong>Indirizzi</strong> e mo<strong>da</strong>lità operative per l’adeguamento degli strumenti di pianificazione <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> in funzione<br />

<strong>del</strong>la costruzione di reti ecologiche a scala locale, Manuali e linee gui<strong>da</strong> 26/2003.<br />

1 Agen<strong>da</strong> XXI, unitamente alla Rio Declaration on Environment and Development e allo Statement of Principles for the Sustainable<br />

Management of Forests, è stata adottata <strong>da</strong> più di 178 Governi in occasione <strong>del</strong>la già citata Conferenza <strong>del</strong>le Nazioni Unite<br />

sull’Ambiente e lo Sviluppo (UNCED) tenuta in Rio de Janerio nel 1992.<br />

BOX 2. RICADUTE ECOLOGICHE DELL’URBANIZZAZIONE DIFFUSA (SPRAWL)<br />

In diversi contesti geografici europei, lo sviluppo <strong>del</strong>l’urbanizzazione riferibile, soprattutto, agli<br />

ultimi due decenni, appare dilatato nello spazio secondo un mo<strong>del</strong>lo diffuso (sprawl), discontinuo,<br />

a bassa densità ed alto consumo di suolo e di energia. Principali impatti di tale mo<strong>del</strong>lo di sviluppo<br />

territoriale sono la destrutturazione <strong>del</strong> tessuto insediativo e la frammentazione, l’isolamento,<br />

l’erosione e il degrado degli ambiti naturali e paesistici. A causa degli effetti incontrollati, in<br />

termini di qualità ambientale, su vaste porzioni di <strong>territorio</strong>, questo mo<strong>del</strong>lo è spesso identificato<br />

come uno dei principali fattori di insostenibilità ambientale. Questa situazione appare ancora più<br />

significativa se consideriamo che il <strong>territorio</strong> non urbanizzato è anche interessato <strong>del</strong>le<br />

<strong>infrastrutture</strong> <strong>lineari</strong> <strong>del</strong>la mobilità e tecnologiche i cui tracciati ed opere di servizio determinano<br />

un ulteriore aggravio <strong>del</strong>l’effetto di “polverizzazione” <strong>del</strong>le aree libere.<br />

Specificatamente il processo di frammentazione degli ambiti naturali e paesistici può essere perciò<br />

scisso in due componenti principali: una riguar<strong>da</strong> la scomparsa degli ambienti naturali e la<br />

riduzione <strong>del</strong>la loro superficie; l’altra, l’insularizzazione progressiva e la ridistribuzione sul<br />

<strong>territorio</strong> degli ambienti residui.<br />

Con il procedere <strong>del</strong>la frammentazione, si modifica la strutturazione dei rapporti ecologici tra le<br />

specie di una comunità; inoltre cominciano a diminuire e poi a scomparire le specie tipiche degli<br />

ambienti preesistenti, mentre aumentano le specie comuni, opportuniste, tipiche degli ambienti di<br />

margine. Si assiste, così, ad un turnover <strong>del</strong>le specie ed alla sostituzione di quelle originarie, spesso<br />

di interesse conservazionistico, con altre, generaliste ed antropofile. Il processo può proseguire fino<br />

alla complessiva modificazione <strong>del</strong>la comunità biotica primaria <strong>del</strong>l’ambiente. E’ importante legare<br />

questa dinamica di progressiva trasformazione <strong>del</strong>la componente biocenotica <strong>del</strong>le specie, dovuta<br />

alla frammentazione, alla contestuale perdita di diversità vegetale <strong>del</strong> paesaggio che in genere<br />

accompagna il sorgere dei meccanismi di estinzione.<br />

Le alterazioni <strong>del</strong>le condizioni di stato <strong>del</strong> paesaggio vanno perciò strettamente correlate alle<br />

modificazioni biologiche intervenute nella struttura e nella dinamica <strong>del</strong>le popolazioni animali e<br />

vegetali. Il rischio di estinzione di una popolazione, infatti, oltre ad essere direttamente<br />

proporzionale alle sue dimensioni, aumenta con il diminuire <strong>del</strong>l’area disponibile e con<br />

l’aumentare <strong>del</strong> suo isolamento: la frammentazione degli ambienti naturali può quindi accelerare i<br />

processi naturali di estinzione, impedendo o riducendo la dispersione e le possibilità di<br />

colonizzazione.<br />

Per approfondimenti sulle tematiche trattate si riman<strong>da</strong> a APAT, Gestione <strong>del</strong>le aree di collegamento ecologico funzionale. <strong>Indirizzi</strong> e<br />

mo<strong>da</strong>lità operative per l’adeguamento degli strumenti di pianificazione <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> in funzione <strong>del</strong>la costruzione di reti ecologiche a<br />

scala locale, Manuali e linee gui<strong>da</strong> 26/2003.<br />

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