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Frammentazione del territorio da infrastrutture lineari. Indirizzi e - Ispra

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subito le zone di maggior valore ecologico, oltre a garantire un minore impatto ambientale previene<br />

futuri conflitti con le comunità locali, le organizzazioni ambientaliste, ecc..<br />

Gli elementi cardine <strong>del</strong>l’intero processo decisionale riguar<strong>da</strong>no:<br />

- applicazione <strong>del</strong>la VIA eVAS;<br />

- esclusione <strong>da</strong>l percorso <strong>del</strong>le aree protette ai sensi <strong>del</strong>le Direttive EU<br />

- considerazione <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> vasto, e relazioni con la rete ecologica<br />

- necessità di uno stretto dialogo e e di una collaborazione tra le competenze ingegneristiche e<br />

quelle ecologiche<br />

- attenzione agli aspetti ecologici e paesaggistici<br />

- implementazione <strong>del</strong>le procedure per l’acquisizione dei terreni necessari per gli interventi di<br />

mitigazione e compensazione<br />

- utilizzazione di tecniche e materiali compatibili ed ecologici<br />

- monitoraggio e documentazione di tutte le fasi<br />

- informazione e coinvolgimento <strong>del</strong>la cittadinanza e <strong>del</strong>le organizzazioni locali<br />

Una buona pianificazione territoriale costituisce uno strumento potente per ridurre la frammentazione<br />

ambientale che si può produrre nel futuro quale conseguenza <strong>del</strong>le attività umane. Nel 6° Programma<br />

di Azione Ambientale la Comunità Europea incoraggia l’uso degli strumenti di pianificazione quale<br />

sistema per migliorare la protezione ambientale e conseguire uno sviluppo regionale sostenibile.<br />

L’obiettivo <strong>del</strong>la pianificazione spaziale è l’organizzazione <strong>del</strong>le funzioni e degli spazi così <strong>da</strong><br />

ottenere la maggiore relazione reciproca, sviluppando il potenziale umano insieme a quello naturale.<br />

Un’attenta conoscenza <strong>del</strong>l’ecologia dei luoghi è necessaria se si desidera pianificare in maniera<br />

sostenibile.<br />

Screening territoriale<br />

Dopo la prima fase di screening, che consiste nell’esclusione, <strong>del</strong>l’opera o di parte di essa, <strong>da</strong>lla<br />

localizzazione <strong>del</strong>le aree ad alta valenza ambientale, occorre perseguire una ottimizzazione <strong>del</strong><br />

tracciato agli effetti <strong>del</strong>l’impatto sulla biodiversità. Nello studio di una rete ecologica, come approccio<br />

per la diminuzione <strong>del</strong> rischio di frammentazione degli habitat, non è opportuno lasciare alle singole<br />

progettazioni la risoluzione <strong>del</strong> problema <strong>del</strong>l’interferenza sulla rete ecologica, sia perché il progetto<br />

non può valutare la scala vasta, sia perché c’è disomogeneità quali-quantitativa sul modo di affrontare<br />

il problema e le soluzioni.<br />

Occorre quindi, ovviamente, realizzare un quadro pianificatorio che orienti le scelte di localizzazione e<br />

progettazione, creando strumenti e azioni, che permettano di mettere a punto e aggiornare i piani. Le<br />

azioni pianificatorie possono prioritariamente individuare le aree incompatibili, cioè dove le<br />

<strong>infrastrutture</strong> stra<strong>da</strong>li non possono convivere con l’ecosistema presente.<br />

Nel seguito, per semplicità, abbiamo ipotizzato una zonizzazione <strong>del</strong>le aree più o meno<br />

potenzialmente compatibili, raggruppandole in funzione prevalentemente <strong>del</strong> grado di qualità e<br />

vulnerabilità ambientale, in modo <strong>da</strong> introdurre il concetto di screening localizzativo preventivo a<br />

diversi gradi, per il quale la pianificazione assume un ruolo fon<strong>da</strong>mentale.<br />

3.1.3 AREE AD ALTA SENSIBILITÀ RISPETTO ALL’INSERIMENTO DELL’INFRASTRUTTURA<br />

Le aree dove qualsiasi infrastruttura stra<strong>da</strong>le importante è incompatibile con l’ambiente sono quelle<br />

che presentano un alto livello di qualità paesaggistico-ambientale o vulnerabilità o elementi di<br />

particolare pregio e rarità. Una prima classificazione, che può essere condotta soprattutto su basi<br />

cartografiche e bibliografiche, riguar<strong>da</strong> l’individuazione <strong>del</strong>le aree protette (parchi nazionali, parchi<br />

regionali, riserve, oasi ed altre aree protette) e <strong>del</strong> sistema <strong>del</strong>la rete ecologica “Natura 2000” formata<br />

<strong>da</strong>lle ZCS (Zone Speciali di Conservazione, individuate come SIC - Siti di Importanza Comunitaria -<br />

ai sensi <strong>del</strong>la “Direttiva Habitat”), e <strong>da</strong>lle ZPS (Zone di Protezione Speciale per gli uccelli, individuate<br />

ai sensi <strong>del</strong>la “Direttiva Uccelli”). A tal riguardo è importante considerare anche la rete <strong>del</strong>le “IBA”<br />

(Aree Importanti per gli uccelli) individuate <strong>da</strong> BirdLife International (per l’Italia <strong>da</strong>lla LIPU) e<br />

destinate ad essere designate come ZPS. Tutte queste aree non devono essere attraversate <strong>da</strong>i tracciati<br />

dei nuovi progetti. Oltre a queste esistono altre aree non classificate fra quelle sopra (ad esempio i<br />

geositi) che dovrebbero essere individuate in sede pianificatoria <strong>da</strong> parte degli enti territoriali preposti<br />

a scala di maggior dettaglio appartenenti alla categoria dei Piani locali (Piani provinciali, comunali,<br />

Piani dei parchi ecc.). Per tanto dette aree sono quelle <strong>da</strong> considerare certamente ina<strong>da</strong>tte ad ospitare<br />

l’inserimento di un’infrastruttura.<br />

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