18.06.2013 Views

Frammentazione del territorio da infrastrutture lineari. Indirizzi e - Ispra

Frammentazione del territorio da infrastrutture lineari. Indirizzi e - Ispra

Frammentazione del territorio da infrastrutture lineari. Indirizzi e - Ispra

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

6. nel caso di ammodernamenti di strade extraurbane o di realizzazione di nuovi tracciati, la<br />

normativa in materia non consente la presenza di vegetazione arborea entro una fascia di<br />

alcuni metri di distanza <strong>da</strong>l ciglio stra<strong>da</strong>le: ciò comporta un grave impatto globale, tenendo<br />

conto <strong>del</strong>la notevole loro estensione chilometrica a livello nazionale e <strong>del</strong> fatto che, spesso,<br />

rappresentano gli unici corridoi vegetali in una determinata area;<br />

7. un ulteriore effetto negativo nei confronti <strong>del</strong>l’ambiente, con intensità locali più evidenti, è<br />

rappresentato <strong>da</strong>lle aree di servizio autostra<strong>da</strong>li, <strong>da</strong> parcheggi, svincoli e simili, sia perché vi si<br />

possono concentrare alcuni tipi di impatti e di rischi sia perché possono determinare aree<br />

intercluse alla permeabilità ecologica o che inducono una significativa frammentazione<br />

ambientale; anche l’inquinamento luminoso rappresenta un disturbo alla fauna con fenomeni<br />

di deviazione <strong>da</strong>i corridoi ecologici;<br />

8. non va tralasciato, fra i potenziali effetti negativi, il transito anche solo pedonale in aree a<br />

elevato pregio naturalistico (disturbo alla fauna, rischio di accadimento di eventi <strong>da</strong>nnosi,<br />

ecc.);<br />

9. in generale poi le <strong>infrastrutture</strong> di trasporto principali rappresentano elementi rigidi non solo<br />

nello spazio ma anche nel tempo riducendo, così, i gradi di libertà <strong>del</strong>la dinamica ambientale:<br />

l’a<strong>da</strong>ttamento e la ricerca all’ottimizzazione <strong>del</strong>la rete ecologica <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> interessato<br />

divengono quindi più vincolate.<br />

Possibile contributo <strong>del</strong>le <strong>infrastrutture</strong> alla conservazione <strong>del</strong>la Rete ecologica<br />

Le indicazioni contenute nel presente rapporto hanno lo scopo di evitare la deframmentazione<br />

ecosistemica, rendendo le <strong>infrastrutture</strong> <strong>lineari</strong> compartecipi <strong>del</strong>la rete ecologica e maggiormente<br />

permeabili alla biodiversità, in modo <strong>da</strong> garantire gli attraversamenti in sicurezza <strong>da</strong> parte <strong>del</strong>la fauna<br />

selvatica. A tal fine appare indispensabile che tutti gli enti preposti alla progettazione, approvazione,<br />

realizzazione e gestione di <strong>infrastrutture</strong> <strong>lineari</strong> perseguano l’obiettivo di deframmentazione <strong>del</strong><br />

<strong>territorio</strong>, anche attraverso l’implementazione <strong>del</strong>la rete ecologica e con opere di mitigazione degli<br />

impatti 8 .<br />

Alcuni indirizzi per rendere l’infrastruttura funzionale alla rete ecologica sono:<br />

1. fatti salvi gli effetti rilevati precedentemente, si può costituire un corridoio ecologico quando è<br />

presente vegetazione ai fianchi <strong>del</strong> tracciato stra<strong>da</strong>le, inserita storicamente (p.e. i filari di cipresso<br />

toscani o le alberature di platano pa<strong>da</strong>ne) o cresciuta lungo le scarpate o le fasce attigue; tali corridoi,<br />

pur essendo in molti casi di modesto valore ecologico assoluto, spesso rappresentano l’unica<br />

discontinuità all’artificializzato e l’unico supporto naturale nelle aree fortemente antropizzate o<br />

soggette ad agricoltura intensiva;<br />

2. nel caso di sentieri o carrerecce interne ad aree eco-monotone (p.e. pinete di rimboschimento),<br />

queste viabilità costituiscono una fascia “di respiro” (ambienti aperti o semiaperti e/o di margine),<br />

lungo la quale tendono a riconquistare spazio specie vegetali differenti grazie alla luce e, di<br />

conseguenza, si verifica un marcato incremento <strong>del</strong>l’eterogeneità ambientale (per contro c’è il rischio,<br />

precedentemente citato, di sviluppo di specie indesiderate); lo spazio libero <strong>del</strong> tracciato può<br />

rappresentare una via preferenziale facilitata per lo spostamento <strong>del</strong>la fauna e per la caccia <strong>da</strong> parte di<br />

pre<strong>da</strong>tori (questo però, nel contempo, può incrementare il rischio di incidentalità nel caso di traffico<br />

significativo);<br />

3. i canali di drenaggio, spesso attigui ai tracciati stra<strong>da</strong>li, possono essere anch’essi elementi<br />

ecologici positivi, anche tali <strong>da</strong> realizzare biotopi di un certo valore (p.e. nel caso di ristagno); una<br />

opportunità interessante è rappresentata <strong>da</strong>lle vasche di raccolta <strong>del</strong>le acque di prima pioggia che, se<br />

concepite tenendo conto <strong>del</strong>l’inserimento ambientale, possono effettivamente assumere un ruolo<br />

biotopico (ecosistemi filtro);<br />

4. le aree di sedime, in alcuni casi, possono aiutare alla maggiore permeabilità <strong>del</strong> sistema<br />

infrastrutturale, specie se concepite tenendo conto <strong>del</strong>l’inserimento paesaggistico-ambientale (vi sono<br />

esempi nel Nord Europa, in Svizzera e Francia in particolare);<br />

5. i bordi e le scarpate stra<strong>da</strong>li, se di tipologia a<strong>da</strong>tta e inserite in certi contesti naturali, possono<br />

instaurare ecotoni con specificità o <strong>da</strong>r luogo a nuovi habitat, di specie sia animali (p.e. rettili nei<br />

rilevati) che vegetali (p.e. molte specie erbacee e floristiche ruderali); ciò avviene (in alternativa o in<br />

combinazione) per l’introduzione di condizioni <strong>del</strong> suolo diverse <strong>da</strong> quelle presenti nel <strong>territorio</strong>, per<br />

8 Cfr. Sirolli R., Catalani W., “Opere ferroviarie ed Ingegneria Naturalistica: il caso studio <strong>del</strong>la linea veloce Roma-Napoli” in Materiali di<br />

approfondimento – Documento ISPRA 2008<br />

18

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!