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acta ordinis fratrum minorum - OFM

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ne dei Popoli, per lo zelante impegno con il<br />

quale l’Ordine dei Frati Minori opera nel<br />

mondo per l’annuncio del Vangelo e l’avvento<br />

del Regno di Dio nel mondo intero.<br />

La Vergine Santa, Madre di Dio e della<br />

Chiesa, e San Francesco d’Assisi, vostro<br />

Padre e modello, guidino i vostri passi in<br />

questo speciale momento di prova.<br />

Nell’assicurare a tutti i presenti una speciale<br />

Benedizione del Signore, mi confermo<br />

con sensi di religioso ossequio,<br />

devotissimo<br />

CRESCENZIO CARD. SEPE<br />

Prefetto<br />

______________________________<br />

Al Reverendo Padre<br />

P. José Rodríguez Carballo<br />

Ministro Generale dell’Ordine Francescano<br />

dei Frati Minori<br />

Via Santa Maria Mediatrice, 25<br />

00165 - Roma<br />

6. In ricordo<br />

Il rito cristiano della sepoltura, riconduce<br />

a misura ogni uomo. Le strade che egli ha<br />

percorso nella diuturna fatica d’essere fedele<br />

a se stesso, s’arrestano davanti alla morte<br />

e, per chi crede quanto per chi non crede, davanti<br />

ad essa «l’enigma della condizione<br />

umana diventa sommo» (Gs 18). Sono queste<br />

le contrastanti reazioni interiori alla notizia<br />

dell’improvvisa morte di Antonio<br />

Franjic, frate minore francescano della Provincia<br />

Veneta di S. Antonio.<br />

Le sue radici sono lontane, negli Stati<br />

Uniti d’America, la sua formazione avviene<br />

invece, sulla scia del fascino del Poverello,<br />

nella terra Veneta. Cresciuto con una generazione<br />

di giovani, ai quali l’ideale di Francesco<br />

e la stagione conciliare avevano colmato<br />

il cuore d’entusiasmo, s’era preparato<br />

al sacerdozio con la passione di chi persegue<br />

un grande ideale, nell’orizzonte della<br />

“minorità”, con la scioltezza di una intelligenza<br />

viva, coniugata a doti interiori di<br />

equilibrio, di riservatezza, di riflessività tali<br />

da costituire un bagaglio difficilmente<br />

ignorabile.<br />

NECROLOGIA<br />

391<br />

Il tratto fine e signorile, arricchito da una<br />

povertà accolta e vissuta come sua “domina”,<br />

gli ha meritato la stima di docenti, di<br />

superiori che lo hanno presto coinvolto in<br />

uno dei settori più delicati ed importanti<br />

della vita di una comunità religiosa, la formazione<br />

dei giovani chiamati allo stesso<br />

ideale di vita. E padre Antonio ha preso sul<br />

serio l’onere e la fatica di aiutare la crescita<br />

di tanti giovani frati, nello spirito di Francesco,<br />

con rare capacità di discernimento, con<br />

tenerezza e attenzione quasi materne, filtrate<br />

da un volto sul quale bisognava imparare<br />

a leggere l’intensità dello sguardo, da parole<br />

scarne ed essenziali, da atteggiamenti decisi<br />

ma non sbrigativamente categorici.<br />

La provincia veneta l’ha avuto come vicario,<br />

vicino ad un suo coetaneo di professione<br />

e di ordinazione presbiterale. Come<br />

non ricordare gli esercizi spirituali vissuti<br />

all’Isola del Deserto in preparazione alla<br />

consacrazione sacerdotale? Toccò a me la<br />

predicazione e i dialoghi con quel piccolo<br />

manipolo di frati che mi dette la misura del<br />

loro giovanile entusiasmo e nei colloqui<br />

personali, la fortuna di conoscere stature<br />

come quella di questo frate che ora la provincia<br />

e l’ordine consegnano alla terra. Sì,<br />

perché nel passare degli anni egli ha offerto<br />

la sua competenza giuridica, maturata nell’iter<br />

accademico, come segretario generale<br />

dell’Ordine e ultimamente come vicario generale.<br />

Poi l’improvvisa chiamata. Venne a<br />

San Zeno dopo il primo intervento chirurgico<br />

ed il dialogo s’è fatto lucidamente sofferto<br />

ma ricco di fede e disponibilità. L’ultimo<br />

saluto telefonico, prima di tornare a Roma<br />

dove credeva di poter ancora servire la<br />

fraternità francescana sparsa nel mondo e le<br />

importanti relazioni con la centralità curiale<br />

di Roma. Invece il Signore l’ha chiamato.<br />

Azzerati i crescenti livelli di responsabilità<br />

anche istituzionali, padre Antonio ha chiuso<br />

gli occhi steso sul lettino di un ospedale romano<br />

e torna alla terra veneta che l’ha reso<br />

discepolo di Francesco.<br />

La parabola di una vita promettente si<br />

chiude. Le speranze e le attese di una comunità<br />

religiosa si infrangono davanti alla<br />

morte. L’enigma della vita diventa sommo.<br />

Il cuore dei tanti che lo hanno conosciuto e

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