acta ordinis fratrum minorum - OFM
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no affidato compiti qualificanti per l’animazione<br />
dei Frati e delle Entità. Infatti, la<br />
collaborazione fra varie culture e lingue diventa<br />
testimonianza di «comunione tra i popoli,<br />
le razze e le culture», annunzia «la<br />
possibilità di un mondo accogliente, giusto,<br />
tollerante e pacificato» (SdP 40; cf VC 51).<br />
Stiamo disposti a potenziare questa collaborazione?<br />
A quali livelli? Como arrivare<br />
a una fraterna collaborazione senza essere<br />
obbligati dalla necessità (per mancanza di<br />
forze) ma per vere convinzione? Crediamo<br />
davvero alla complementarietà, alla fraternità<br />
– che comporta comunione a tutti i livelli<br />
– o giochiamo per portare avanti i nostri<br />
propri progetti?<br />
In questo contesto vorrei chiamare la vostra<br />
attenzione su un fenomeno che si deve<br />
affrontare con molta serenità ma anche con<br />
molta lucidità: l’unificazione delle Province.<br />
La Provincia è una struttura che esiste<br />
nel nostro Ordine fin dai primi tempi. È una<br />
struttura importante, ma non è fine a se stessa.<br />
La Provincia sta al servizio del carisma.<br />
Ed è per questo che a volte deve morire<br />
l’Entità per salvare la vitalità del carisma.<br />
Quando una Entità non può vivere con<br />
“normalità” le esigenze del nostro carisma<br />
(vita di fraternità con tutte le sue esigenze,<br />
la formazione iniziale e permanente, le esigenze<br />
dell’evangelizzazione…) non possiamo<br />
mettere a rischio la significatività del<br />
carisma per salvare una struttura. E non si<br />
tratta di aspettare “fino a non farcela più”.<br />
Dobbiamo unire forze, non debolezze. Vi<br />
invito a riflettere seriamente sulle esigenze<br />
della nostra “forma vitae” e a prendere le<br />
decisione di tipo strutturale adeguate. Siate<br />
coraggiosi. Non lasciate ai vostri successori<br />
decisione che dovete prendere voi.<br />
2. Inserimento dei frati stranieri nella<br />
vostra realtà culturale e ecclesiale.<br />
È questa una sfida che vedo sopratutto<br />
per le province tedesche. In Germania e in<br />
Austria ci sono diverse Case dove abitano<br />
frati stranieri. Personalmente non ho niente<br />
contro queste presenze a condizione però<br />
che ci siano un minimo di condizioni. E tra<br />
queste vedo come sfida principale l’inseri-<br />
EX ACTIS MINISTRI GENERALIS<br />
mento di questi frati nella cultura e nella<br />
realtà delle Province dove si trovano. Non<br />
posso “benedire” (dire bene) “presenze-isole”,<br />
che da una parte non hanno un “rapporto<br />
fraterno” con la Provincia dalla quale provengono,<br />
poiché stanno lontani, e dall’altra<br />
non hanno relazione con la Provincia ospitante<br />
perché non si sentono parte di questa.<br />
Tra la Provincia che ospita e la Provincia<br />
che apre o prende una presenza in un “territorio”<br />
non suo, ci deve essere una convenzione<br />
chiara nella quale si segnali la partecipazione<br />
alle iniziative della Provincia che<br />
ospita: ritiri, formazione permanente, e altri<br />
tipi di incontri. Personalmente preferisco<br />
che si chiudano presenze, anche se questo è<br />
doloroso per tutti, anziché mantenerle con<br />
queste “presenze-isole”. Rischiamo seriamente<br />
di perdere i frati e, di conseguenza, di<br />
dover ugualmente chiudere le presenze.<br />
3 Chiamati per chiamare<br />
255<br />
È chiaro che in molte delle vostre Entità<br />
c’è una crisi evidente di vocazioni. Le vostre<br />
Entità diminuiscono e si innalza l’età<br />
media. So molto bene che l’ambiente non è<br />
favorevole: poche nascite, forte secolarismo…<br />
In questo contesto vi invito a prendere<br />
la cura pastorale delle vocazioni come<br />
una sfida urgente. Permettetemi, anche, che<br />
ricordi alcuni principi ben conosciuti ma<br />
che non sempre teniamo presenti.<br />
– La “cura pastorale della vocazioni”<br />
(=CPV) è compito di tutti i frati perché<br />
legata sia alla testimonianza della propria<br />
vita che al lavoro pastorale. Dobbiamo<br />
passare di una mentalità di “delega”<br />
a un impegno comune in favore delle vocazioni.<br />
La CPV è una missione che non<br />
ammette delega. Chi è contento di essere<br />
frate minore invita esplicitamente a<br />
condividere questa forma di vita. Come<br />
rispondo a questa missione?<br />
– La CPV trova il suo “humus” adeguato<br />
nella pastorale giovanile aperta alla dimensione<br />
vocazionale. Le nostre case<br />
sono aperte al lavoro con i giovani? Il lavoro<br />
che realiziamo con i giovani si apre<br />
esplicitamente alla dimensione vocazionale?