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J.R.R. Tolkien Un'epica per il nuovo millennio - Antarès, Prospettive ...

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n. 03/2012<br />

complesso psicofisico dell’uomo, che del Mondo 1, dal punto<br />

di vista alchemico, è una minuscola sintesi.<br />

Successivamente, le caratteristiche plumbee della <strong>per</strong>sonalità<br />

andavano disciolte usando un solvente apposito o <strong>il</strong> calore del<br />

fuoco. Come <strong>il</strong> piombo, scaldato,<br />

si liquefa, così le concrezioni<br />

plumbee della psiche umana erano<br />

sottoposte a un’azione destinata<br />

a dissolverle. La fase della<br />

procedura alchemica era detta<br />

solutio, e prevedeva diverse metodiche<br />

a seconda del “metallo”<br />

coinvolto e della <strong>per</strong>sonalità<br />

dell’o<strong>per</strong>atore.<br />

Chiave del procedimento è<br />

sempre, comunque, l’immaginazione<br />

attiva: l’alchimista<br />

crea dentro di sé delle immagini<br />

(spesso mitologiche: una molto<br />

comune era quella di Dioniso<br />

fatto a pezzi dai Titani e poi<br />

messo a disciogliersi in un calderone)<br />

e fa in modo che queste<br />

agiscano nella propria coscienza<br />

profonda <strong>per</strong> dissolvere i grumi.<br />

Questa procedura segna <strong>il</strong><br />

passaggio dal Mondo 1 al Mondo<br />

2. L’oggetto in sé si dissolve<br />

divenendo in un certo modo <strong>il</strong><br />

“pensiero dell’oggetto”. Ciò che<br />

conta non è più la sua essenza<br />

materiale ma la visione che ne<br />

abbiamo, la sua identità nella<br />

nostra architettura interiore.<br />

La fase successiva è detta sublimatio.<br />

Il metallo liquefatto,<br />

sottoposto a forte calore, vaporizza.<br />

Quella che era sostanza<br />

solida diviene gas. Si passa dalla<br />

cosa all’essenza della cosa. È <strong>il</strong><br />

transito dal Mondo 2 al Mondo<br />

3, quello, secondo Pop<strong>per</strong>, dei<br />

“contenuti oggettivi del pensiero”.<br />

Si può anche dire che si passa<br />

dal significatore al significato.<br />

Il grumo materiale individuato<br />

e disciolto viene sublimato, cioè<br />

passa a una fase “aerea”. Se ne coglie<br />

<strong>il</strong> significato recondito, in<br />

noi e fuori di noi, e si comprende<br />

<strong>il</strong> senso dei suoi rapporti con noi<br />

e con <strong>il</strong> resto del Tutto (<strong>per</strong> inciso,<br />

le fasi dell’o<strong>per</strong>azione alchemica<br />

sono più di tre; ciascuna si<br />

suddivide in sotto-fasi, in genere<br />

fino a dodici: ma non stiamo facendo<br />

un trattato d’alchimia). Arrivato a questo punto, l’alchimista<br />

ha risolto <strong>il</strong> suo problema principale nell’interpretazione<br />

del mondo <strong>per</strong>ché ha riprodotto in sé, nella propria interiorità<br />

profonda, l’essenza delle cose: fatto importantissimo <strong>per</strong>ché al-<br />

“<br />

Il fantastico<br />

non è vincolato<br />

da strettoie<br />

storiche, d’ambientazione,<br />

di<br />

verisimiglianza<br />

scientifica e<br />

neppure dalle<br />

categorie della<br />

logica. Per questo<br />

è <strong>il</strong> campo letterario<br />

nel quale<br />

più densa è la fioritura<br />

di simboli.<br />

”<br />

23<br />

trimenti non saprebbe come agire, sulla base del proprio corpo,<br />

<strong>per</strong> giungere ad una realtà su<strong>per</strong>iore (reale o immaginaria, non<br />

importa: <strong>per</strong> lui è reale).<br />

Pop<strong>per</strong>, in un’intervista del 1989 all’Enciclopedia f<strong>il</strong>osofica (è<br />

re<strong>per</strong>ib<strong>il</strong>e anche in rete), spiega<br />

con molta chiarezza: “Questo<br />

libro contiene delle pagine<br />

stampate, che rappresentano <strong>il</strong><br />

Mondo 1. Ma in queste pagine<br />

vengono espresse certe idee,<br />

che le pagine comunicano in<br />

forma comprensib<strong>il</strong>e [<strong>il</strong> Mondo<br />

2]. È una strana situazione: da<br />

una parte ci sono i libri, oggetti<br />

stampati, e dall’altra <strong>il</strong> linguaggio,<br />

parlato e stampato. Queste<br />

cose hanno in comune le idee<br />

che esprimono: c’è dunque<br />

qualcosa che può essere tradotto<br />

in un’altra lingua e dovrà trattarsi<br />

di qualcosa di ‘invariante’.<br />

Questa stranissima cosa è ciò<br />

che io chiamo <strong>il</strong> Mondo 3”. Ci<br />

sembra abbastanza evidente che<br />

<strong>il</strong> Mondo 3 sia, almeno in parte<br />

(la visione di Pop<strong>per</strong> è assai<br />

complessa), <strong>il</strong> mondo dei simboli:<br />

<strong>il</strong> simbolo è infatti l’invariante<br />

universale che non muta quale<br />

che sia la rappresentazione del<br />

fenomeno che vuole spiegare.<br />

… anzi, quattro<br />

Lo schema dei rapporti fra<br />

comprensione umana e realtà<br />

oggettiva tracciato da Pop<strong>per</strong><br />

non ha relazioni soltanto con<br />

l’alchimia. Tanto <strong>per</strong> citare, nella<br />

Kabbalah ebraica è presente<br />

la dottrina dei Quattro Mondi<br />

in cui è suddiviso <strong>il</strong> Tutto, visti<br />

come quattro fasi della Creazione.<br />

Procedendo dal basso,<br />

<strong>il</strong> primo mondo è quello di Assiah,<br />

l’universo della materia<br />

e dell’azione in cui la Volontà<br />

Divina prende sostanza (Mondo<br />

1). Al di sopra c’è Yetzirah, che<br />

è <strong>il</strong> mondo della formazione, in<br />

cui si incidono le forme che in<br />

Assiah verranno riempite di materia<br />

(Mondo 2). Segue Briah, <strong>il</strong><br />

mondo della progettazione, in<br />

cui vengono tracciati i progetti,<br />

o le “matrici” delle forme da<br />

incidere in Yetzirah (Mondo 3).<br />

In più, c’è l’altissimo mondo di Atz<strong>il</strong>uth, in cui sussistono le<br />

idee divine che danno luogo a tutta la creazione. Questo mondo<br />

<strong>per</strong>tiene <strong>per</strong>ò soltanto a Dio, è inattingib<strong>il</strong>e e inconcepib<strong>il</strong>e,<br />

<strong>per</strong> cui risulta al di fuori della portata di qualsiasi o<strong>per</strong>azione

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