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J.R.R. Tolkien Un'epica per il nuovo millennio - Antarès, Prospettive ...

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n. 03/2012<br />

Nella primavera 2011 Giampiero Rubei, ideatore e realizzatore<br />

da molti anni dell’ormai famoso Festival Internazionale<br />

del Jazz di V<strong>il</strong>la Celimontana a Roma, e<br />

da poco direttore della Casa del Jazz, ci chiamò <strong>per</strong> chiederci un<br />

testo ispirato all’o<strong>per</strong>a di <strong>Tolkien</strong>, dopo che in precedenza aveva<br />

fatto rappresentare un’o<strong>per</strong>a jazz di un musicista americano. Vecchio<br />

appassionato de Il signore degli anelli, gli sarebbe piaciuto<br />

riproporlo al pubblico romano nel contesto atipico di amatori di<br />

jazz e di narrativa fantastica insieme.<br />

Che cosa fare <strong>per</strong> non cadere nell’ovvio? “Sceneggiare” i testi di<br />

<strong>Tolkien</strong> stesso? E quali e con quali criteri? Inventarsi qualcosa totalmente<br />

<strong>nuovo</strong>, ma “ambientato” nella Terra di Mezzo? Ma non<br />

sarebbe stato presuntuoso? E poi competere con <strong>Tolkien</strong> sarebbe<br />

stata una cosa assurda e impossib<strong>il</strong>e.<br />

Decidemmo allora di tentare una via mediana, parte nostra, parte<br />

tolkieniana. Situazioni e <strong>per</strong>sonaggi del professore, ma spostati<br />

nel tempo e che rispondessero alla domanda: “cosa sarebbe successo<br />

dopo?”. Dopo la conclusione de Il signore degli anelli, ovviamente.<br />

Il risultato fu Ricordi di Sam, poi diventato più giustamente Ricordi<br />

di un Hobbit. Consegnato nel giugno 2011, <strong>per</strong> una serie di<br />

problemi è stato messo ottimamente in scena all’inizio del 2012.<br />

I nostri ringraziamenti vanno al direttore della Casa del Jazz<br />

che ci ha fornito questa occasione, alla estrosa regista, agli attori<br />

<strong>per</strong>fettamente immedesimati nei <strong>per</strong>sonaggi e agli straordinari<br />

musicisti che hanno fatto diventare una realtà le nostre fantasie.<br />

G. d. T. – S. F.<br />

La trama. Il racconto è ambientato a Hobbiv<strong>il</strong>le dove Sam<br />

Gamgee è sempre sindaco, quindici anni dopo la partenza di<br />

Frodo e Gandalf dai Porti Grigi, salpati sulle navi degli Elfi verso<br />

<strong>il</strong> Vero Occidente, verso <strong>il</strong> sole al tramonto.<br />

Dietro di loro, molti ricordi e poche s<strong>per</strong>anze.<br />

Un ciclo si chiude, ma sarà ancora lunga l’attesa prima che se<br />

ne apra un altro.<br />

I pensieri di Sam ritornano a ciò che è stato: la figlia adolescente<br />

Elanor gli pone domande, e i figli non vanno delusi, anche<br />

se è tormentoso ri<strong>per</strong>correre le vie aspre dell’ascesa, <strong>il</strong> buio<br />

dell’abisso, i labirinti del male.<br />

Sam racconta, con l’emozione più che con la ragione, i <strong>per</strong>icoli<br />

che ha corso, i mostri che ha incontrato, le meraviglie che ha<br />

visto, le sofferenze che ha patito, affidandosi alle voci dei compagni,<br />

rievocati dal fondo dell’anima.<br />

È con un pianto, più che con un grido, che volge al termine<br />

l’Età di Mezzo. Il mondo si trasforma: ma i fiori sono sempre<br />

gli stessi, sempre la stessa è la voce del vento nella foresta, le stelle<br />

br<strong>il</strong>lano sempre nel cielo come campanelli d’argento.<br />

Si chiude la Terza Era, declinano gli dèi e gli eroi, e sorge l’uomo,<br />

solo con la nuda spada in pugno.<br />

Ricordi<br />

di un Hobbit<br />

di Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco<br />

51<br />

La realizzazione. Nato con la collaborazione della Società <strong>Tolkien</strong>iana<br />

Italiana, Ricordi di un hobbit tra le note di Keith Jarret<br />

ha visto la partecipazione degli attori Antonino Anzaldi, Rita<br />

Pasqualoni, Carlotta Piraino, Antonio Radazzo, Gennaro Saveriano,<br />

e dei musicisti Alessandro Gwis al pianoforte e Michael<br />

Rosen al sax tenore e soprano. La regia è stata curata da Ilaria<br />

d’Alberti, i costumi da Francesco Bufali.<br />

Personaggi (in ordine d’apparizione): Coro, Gandalf, Sam<br />

Gamgee, Elanor (sua figlia), Aragorn, Arwen, Gimli, Frodo.<br />

Scena: sul palco al centro c’è Sam con accanto la figlia. Alla sua<br />

sinistra c’è <strong>il</strong> coro. Alla sua destra, una serie di pedane o cubi<br />

su ognuno dei quali è situato uno degli altri cinque <strong>per</strong>sonaggi<br />

che man mano a loro volta intervengono. Sono al buio, quindi<br />

non si distinguono, ma allorché intervengono parlando sono<br />

<strong>il</strong>luminati da un faro (eventualmente ognuno di diverso colore).<br />

Sullo sfondo un grande schermo bianco sul quale vengono<br />

proiettate le immagini che corrispondono più o meno a quanto<br />

Sam e gli altri dicono o rievocano (disegni dei grandi <strong>il</strong>lustratori<br />

tolkieniani o fotogrammi dei tre f<strong>il</strong>m di Jackson).<br />

Incipit<br />

Coro<br />

Tre anelli ai re degli elfi furon dati,<br />

che dimorano eterni sotto <strong>il</strong> cielo.<br />

Ai signori dei nani, sette anelli<br />

entro i saloni incisi nella pietra.<br />

Nove anelli alla stirpe degli umani<br />

alla morte del corpo condannati.<br />

All’Oscuro Signore, uno soltanto<br />

nella terra di Mòrdor, che nell’ombra<br />

alle tenebre eterne è consegnata.<br />

Un anello soltanto, <strong>per</strong> domarli<br />

un anello soltanto, <strong>per</strong> trovarli<br />

un anello soltanto, <strong>per</strong> ghermirli<br />

e nel <strong>per</strong>petuo buio incatenarli<br />

nella terra di Mòrdor, che nell’ombra<br />

alle tenebre eterne è consegnata.<br />

Gandalf<br />

Porta la strada molto lontano<br />

ma sempre inizia dal tuo giardino<br />

se vuoi affrontare <strong>il</strong> tuo lungo cammino<br />

fatti coraggio, e dammi la mano.<br />

Lunga è la strada e si deve partire,<br />

non si può attendere più un altro giorno,<br />

ma non pensare al nostro ritorno<br />

dopo ogni alba, c’è l’imbrunire.

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