J.R.R. Tolkien Un'epica per il nuovo millennio - Antarès, Prospettive ...
J.R.R. Tolkien Un'epica per il nuovo millennio - Antarès, Prospettive ...
J.R.R. Tolkien Un'epica per il nuovo millennio - Antarès, Prospettive ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
<strong>il</strong> primato nella gestione dei due poteri. Mentre i teologi di<br />
parte im<strong>per</strong>iale o papale si battevano nei conc<strong>il</strong>i <strong>per</strong> aff ermare<br />
la supremazia del loro partito, gli eserciti di fazione guelfa e<br />
ghibellina insanguinavano l’Europa: indice di quanto la questione<br />
apparisse d’importanza<br />
vitale e decisiva e non fosse un<br />
mero gioco teoretico.<br />
Dal tramonto del Medioevo,<br />
<strong>per</strong> tutta la durata dell’età mo-<br />
derna, la curva mostra una fl essione:<br />
la separazione dei poteri<br />
– laico e religioso – è infatti un<br />
tratto fondamentale del pensiero<br />
politico moderno; non si tratta<br />
tanto della scissione dell’unità<br />
politico-religiosa, quanto piuttosto<br />
del concetto stesso di separazione<br />
in sé del potere. Celebre<br />
in questo senso è la teoria<br />
di matrice inglese del balance of<br />
powers, secondo la quale una società<br />
giusta dipende necessariamente<br />
da una frammentazione<br />
atomistica dei quanta di potere<br />
– <strong>per</strong> un medioevale, questa divisione<br />
sarebbe apparsa quanto<br />
meno paradossale.<br />
La questione muta signifi cativamente<br />
nella rifl essione contemporanea.<br />
Nella genealogia<br />
del potere di Giorgio Agamben,<br />
ad esempio, i due temi tornano<br />
ad intrecciarsi in maniera sostanziale:<br />
<strong>il</strong> fi losofo individua nella<br />
liturgia (2) <strong>il</strong> motore e insieme <strong>il</strong><br />
fi ne della capacità di governare –<br />
ciò signifi ca che <strong>il</strong> potere assomiglia<br />
ad una ruota che gira a vuoto,<br />
al tempo stesso poggiando e<br />
trovando <strong>il</strong> proprio scopo nella<br />
celebrazione di sé, vale a dire nel<br />
fenomeno della Gloria. Questa<br />
ultima, scrive Agamben, “tanto<br />
in teologia che in politica, è precisamente<br />
ciò che prende <strong>il</strong> posto<br />
di quel vuoto impensab<strong>il</strong>e che è<br />
l’ino<strong>per</strong>osità del potere; e, tuttavia,<br />
proprio questa indicib<strong>il</strong>e<br />
vacuità è ciò che nutre e alimenta<br />
<strong>il</strong> potere (…). Nell’iconografi a<br />
del potere, tanto profano che<br />
religioso, questa vacuità centrale<br />
della gloria, questa intimità<br />
di maestà e ino<strong>per</strong>osità, ha trovato<br />
un simbolo esemplare nell’heitomasia tou thronou, cioè<br />
nell’immagine del trono vuoto” (3).<br />
Questo modo di impostare la questione, <strong>per</strong>ò, presenta numerosi<br />
problemi. In primo luogo, com’è possib<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> divino,<br />
di cui la ruota è nota iconografi a – si pensi <strong>per</strong> esempio al<br />
parmenideo Sfero o alla descrizione che Dante fa della Trinità<br />
“<br />
La rottura, suggerita<br />
da Sauron,<br />
del legame<br />
del potere con<br />
la trascendenza<br />
fu <strong>il</strong> primo passo<br />
verso la catastrofe<br />
dell'isola<br />
di Nùmenor. Ma<br />
ora l'albero fiorisce<br />
nuovamente, a<br />
Minas Tirith: una<br />
nuova Golden Age<br />
può avere inizio<br />
”<br />
30<br />
n. 03/2012<br />
nell’ultimo canto del Paradiso – diventi <strong>per</strong> Agamben <strong>il</strong> simbolo<br />
del moto improduttivo, della vacuità di ogni potere, sic<br />
et simpliciter? In secondo luogo, la liturgia si confi gura come<br />
espressione del divino in quanto momento simbolico, da symballein,<br />
ossia mettere insieme. I<br />
simboli hanno <strong>il</strong> potere di riassumere<br />
in un’unità su<strong>per</strong>iore signifi<br />
cati materialmente contrapposti,<br />
risolvendo le contraddizioni<br />
della condizione umana in una<br />
su<strong>per</strong>iore sintesi, nella quale gli<br />
opposti divengono complementari.<br />
Per questo <strong>il</strong> simbolico si<br />
oppone al diabolico, da dia-ballein,<br />
ossia dividere. Stando così le<br />
cose, come può la liturgia essere<br />
assim<strong>il</strong>ata ad una mera celebrazione<br />
del nulla?<br />
Ma gli aspetti problematici non<br />
fi niscono qui. Le considerazioni<br />
sopra riportate conducono infatti<br />
Agamben ad aff ermare l’assenza<br />
di qualsivoglia fondamento di<br />
potere: “Lo dico qui e ora misurando<br />
le mie parole: oggi non vi è<br />
sulla terra alcun potere legittimo<br />
e i potenti della terra sono essi<br />
stessi convinti di <strong>il</strong>legittimità”<br />
(4). Rifl essione adeguata, tuttavia<br />
solo se riferita alla realtà di<br />
oggi e solo ad essa – troppe sono<br />
le voci di coloro che, in preda alla<br />
frenesia moderna di volere tutto<br />
classifi care, applicano le etichette<br />
del materialismo storico anche a<br />
fenomeni passati che sfuggono<br />
alla loro comprensione.<br />
La testimonianza di J. R. R.<br />
<strong>Tolkien</strong> si rivela un modo alternativo<br />
di affrontare la faccenda,<br />
su<strong>per</strong>ando l’impasse denunciato<br />
da Agamben. In uno dei suoi<br />
saggi più famosi, infatti, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>ologo<br />
inglese scriveva: “A volte<br />
capita di intravedere, nella<br />
mitologia, qualcosa di davvero<br />
«su<strong>per</strong>iore»: la Divinità, <strong>il</strong> diritto<br />
al potere (in quanto distinto<br />
dal suo monopolio), <strong>il</strong> tributo di<br />
adorazione. In una parola, «religione»”<br />
(5). Nella definizione<br />
tolkieniana, insomma, <strong>il</strong> rapporto<br />
tra le istanze di cui sopra viene<br />
ribaltato: la religione è spontaneamente<br />
sb<strong>il</strong>anciata verso l’esercizio del potere, <strong>il</strong> quale<br />
è impensab<strong>il</strong>e a sua volta senza <strong>il</strong> ricorso alla trascendenza.<br />
Ecco comparire allora <strong>il</strong> diritto al potere, di natura sacrale,<br />
ed <strong>il</strong> potere legato al possesso materiale, che si traduce immediatamente<br />
in un monopolio.<br />
Questa tematica innerva profondamente l’o<strong>per</strong>a e <strong>il</strong> pensie-