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Gestione dei rifiuti - B2B24 - Il Sole 24 Ore

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i prodotti e la protezione della<br />

salute e dell’ambiente e non porti<br />

ad impatti complessivi negativi<br />

sull’ambiente o la salute umana<br />

• end of waste - un rifiuto cessa di essere<br />

tale, quando è stato sottoposto a<br />

un’operazione di recupero, incluso<br />

il riciclaggio, e alla preparazione<br />

per il riutilizzo, e soddisfi i criteri<br />

specifici per cui:<br />

– la sostanza o l’oggetto è comunemente<br />

utilizzato per scopi<br />

specifici;<br />

– esiste un mercato o una domanda<br />

per tale sostanza od oggetto;<br />

– la sostanza o l’oggetto soddisfa<br />

i requisiti tecnici per gli scopi<br />

specifici e rispetta la normativa e<br />

gli standard esistenti applicabili<br />

ai prodotti;<br />

– l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto<br />

non porterà a impatti complessivi<br />

negativi sull’ambiente o<br />

sulla salute umana;<br />

In base al quadro normativo vigente,<br />

il destino di uno scarto di produzione<br />

può quindi essere:<br />

• lo smaltimento (eliminazione dal<br />

ciclo produttivo) – non soggetto a<br />

REACH e soggetto dal quadro regolatorio<br />

<strong>dei</strong> <strong>rifiuti</strong>;<br />

• il trattamento per essere riutilizzato<br />

– soggetto al quadro regolatorio <strong>dei</strong><br />

<strong>rifiuti</strong> e, successivamente al trattamento<br />

(end of waste) obbligatoriamente<br />

assoggettato al REACH;<br />

• il cambiamento dello stato giuridico<br />

da rifiuto a sostanza – ovvero l’identificazione<br />

di uno o più utilizzatori<br />

e quindi la registrazione al REACH<br />

come sostanza.<br />

La possibile gestione in<br />

ambito REACH<br />

<strong>Il</strong> REACH offre la possibilità, fatta<br />

salva la rispondenza ai requisiti per<br />

la registrazione, di classificare come<br />

sostanze alcuni degli scarti di produzione<br />

attualmente definiti <strong>rifiuti</strong>,<br />

attraverso un percorso di caratterizzazione<br />

analitica, della sostanza stessa e<br />

del rischio da essa generato nelle diverse<br />

condizioni di possibile utilizzo,<br />

e l’individuazione di condizioni per<br />

la sua gestione (stoccaggio, trasporto,<br />

manipolazione) in sicurezza.<br />

Parallelamente, in accordo al principio<br />

“no data – no market” posto alla base<br />

del Regolamento, la registrazione al<br />

REACH non può prescindere, ma anzi<br />

spinge i produttori ad identificare un<br />

mercato di riferimento, ovvero partner<br />

commerciali interessati all’uso<br />

della “nuova sostanza”, attribuendole<br />

quindi un valore economico intrinseco<br />

(“valorizzazione economica”).<br />

Di fatto, la sola possibilità di attribuire<br />

un valore economico a una<br />

sostanza che prima rappresentava<br />

unicamente una passività finanziaria,<br />

dovrebbe agire come volano per la ricerca<br />

di nuovi “clienti” in un mercato<br />

che per sua natura è configurato al<br />

livello internazionale.<br />

La registrazione REACH di una<br />

“nuova sostanza” non è tuttavia un<br />

processo di facile gestione e contiene<br />

potenziali criticità che possono<br />

trasformarsi in costi rilevanti (“hidden<br />

costs”) piuttosto che nel rigetto<br />

dell’istanza di registrazione.<br />

Le principali criticità, di tipo tecnico<br />

ed economico, che possono mettere a<br />

rischio la possibilità di registrare con<br />

successo una sostanza in precedenza<br />

classificata come un rifiuto, risiedono<br />

sostanzialmente:<br />

• nella effettiva possibilità di commercializzazione,<br />

senza la quale<br />

la registrazione sarebbe fine a se<br />

stessa;<br />

• nelle modalità di registrazione possibile<br />

(unione ad un consorzio esistente<br />

vs una nuova registrazione indipendente)<br />

che richiedono sforzi ed<br />

impegni, anche economici, diversi;<br />

• nella variabilità composizionale<br />

della «nuova» sostanza che può rappresentare<br />

un ostacolo insormontabile<br />

al rispetto <strong>dei</strong> criteri definiti nel<br />

regolamento.<br />

A titolo di esempio si riporta nel seguito<br />

un ipotetico caso che permette<br />

di sintetizzare alcuni degli aspetti<br />

critici che potrebbe essere necessario<br />

affrontare.<br />

Caso di esempio<br />

Si ipotizzi di voler affrontare la conversione<br />

da rifiuto a sostanza di un<br />

scarto di raffineria.<br />

In questo caso le criticità sono rappresentate<br />

(i) dalla complessità della<br />

composizione, che deriva da variabili<br />

2012 www.ambientesicurezza<strong>24</strong>.com 51<br />

RIFIUTI<br />

non facilmente o per nulla controllabili<br />

(ad esempio le differenze tra gli<br />

oli crudi in ingresso al processo e provenienti<br />

da giacimenti diversi); (ii)<br />

dalla conseguente probabile scarsità,<br />

se non assenza assoluta, di validi dati<br />

di letteratura in merito alle proprietà<br />

tossicologiche ed eco-tossicologiche<br />

della composizione tipo della sostanza;<br />

(iii) dal potenziale mercato<br />

di riferimento rappresentato da pochi<br />

soggetti specializzati nel recupero degli<br />

elementi spuri della raffinazione<br />

(metalli pesanti, idrocarburi a catena<br />

molto lunga ecc.).<br />

I diversi aspetti sopra citati possono<br />

essere affrontati in modi e con approcci<br />

differenti. Tuttavia, il successo<br />

di un tentativo di “conversione”<br />

di un rifiuto in una sostanza risiede<br />

nell’equilibrio tra i diversi elementi<br />

del processo di acquisizione ed elaborazione<br />

<strong>dei</strong> dati, sia tecnici sia commerciali,<br />

e in un’attenta ma comprensiva<br />

visione strategica del problema.<br />

Un approccio metodologico corretto<br />

dovrebbe prevedere nell’ordine di: (i)<br />

identificare i potenziali utilizzatori,<br />

verificandone l’interesse e la possibilità<br />

di stabilire preaccordi commerciali;<br />

(ii) condurre un’approfondita<br />

analisi e valutazione della letteratura<br />

tecnica e scientifica esistente (Read<br />

Across e Klimlish Evaluation); (iii)<br />

definire la migliore strategia di analisi<br />

(testing strategy) per la definizione<br />

<strong>dei</strong> parametri richiesti dal Regolamento<br />

(end points); (iv) caratterizzare<br />

analiticamente la sostanza curando<br />

che il laboratorio operi nel rispetto<br />

degli standard internazionali accettati<br />

(GLP, OECD testing); (v) interpretare<br />

correttamente i dati (weight of<br />

evidence) per preparare il documento<br />

tecnico (robust study summary) parte<br />

integrante della registrazione (IU-<br />

CLID file).<br />

Un’analitica valutazione a priori degli<br />

aspetti positivi e negativi, è infine<br />

sicuramente il primo e necessario<br />

passo da compiere, al fine di evitare<br />

inutili partenze o mancati arrivi, evitando<br />

di avviare processi complessi,<br />

che comportano l’investimento di<br />

risorse economiche anche rilevanti,<br />

senza una ragionevole possibilità di<br />

successo. l

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