Gestione dei rifiuti - B2B24 - Il Sole 24 Ore
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RIFIUTI<br />
RELOADER:<br />
cooperazione e confronto<br />
al servizio <strong>dei</strong> rifi uti<br />
DI PAOLO SERRA, VICE PRESIDENTE E MARINA MELISSARI, SEGRETARIO NAZIONALE – ASSOCIAZIONE RELOADER ONLUS<br />
Le potenziali fonti di materia<br />
prima secondaria<br />
La Piattaforma Tecnologica italiana<br />
RELOADER [Reverse Logistics<br />
and Development of Environment<br />
Research], promossa dall’omonima<br />
Associazione e fondata nel 2006, è un<br />
ambiente di cooperazione e confronto<br />
tra stakeholder di diversa natura e<br />
competenza, interessati allo sviluppo<br />
sostenibile con particolare attenzione<br />
al recupero e riciclo <strong>dei</strong> RAEE, Rifiuti<br />
da Apparecchiature Elettriche<br />
ed Elettroniche: Industria, Logistica,<br />
Ricerca e Servizi insieme per la ricerca<br />
di soluzioni tecnologicamente<br />
innovative, da applicare tanto in fase<br />
iniziale di progettazione quanto in<br />
fase finale di recupero <strong>dei</strong> prodotti<br />
elettrici ed elettronici. Ciò che ha<br />
animato i Soci fondatori è il principio<br />
che è necessario dotarsi di strumenti<br />
di ricerca e di innovazione condivisi,<br />
per individuare e progettare soluzioni<br />
eco-compatibili da applicare<br />
ad attività economiche sempre più<br />
complesse e rischiose per l’ambiente,<br />
insieme con il convincimento che il<br />
modo migliore per trovare percorsi<br />
sostenibili passa attraverso una logica<br />
di vantaggio collaborativo mediante<br />
la quale, e nel rispetto <strong>dei</strong> singoli<br />
interessi di categoria, studiare le esigenze<br />
dell’intero sistema, stimolandone<br />
la capacità di risposte tecniche<br />
e creative.<br />
Tra gli obiettivi dell’Associazione<br />
figurano anche la realizzazione di<br />
una sistema a rete di diffusione e<br />
scambio delle conoscenze e delle<br />
best practice in materia, lo sviluppo<br />
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di una maggiore sensibilità nell’ambiente<br />
imprenditoriale, economico ed<br />
istituzionale e, non ultima istanza, la<br />
formazione di una cultura del recupero<br />
nel rispetto dell’ambiente allargata<br />
ai cittadini.<br />
Uno degli aspetti imprescindibili per<br />
l’efficienza e la sostenibilità di un sistema<br />
nazionale di recupero <strong>dei</strong> <strong>rifiuti</strong><br />
investe le attività di logistica [ritiro,<br />
raccolta e stoccaggio temporaneo <strong>dei</strong><br />
<strong>rifiuti</strong> e distribuzione <strong>dei</strong> materiali recuperati],<br />
che vi sono connesse. Non<br />
si può tuttavia affrontare coerentemente<br />
il tema della logistica <strong>dei</strong> RA-<br />
EE se prima non ci si confronta con<br />
le evidenze, se non emergenze, della<br />
logistica diretta. È bene partire da<br />
alcune premesse importanti. In primo<br />
luogo, poiché il trasporto in Europa<br />
sta rapidamente diventando una industria<br />
ad alta tecnologia, la ricerca<br />
e l’innovazione rivestiranno un ruolo<br />
cruciale per i successivi sviluppi della<br />
filiera. Occorre quindi sviluppare<br />
catene logistiche organizzate in reti<br />
governate e implementare i servizi<br />
necessari a realizzare una “logistica<br />
intelligente”. In Italia finora si è assistito<br />
a uno sviluppo della logistica<br />
gestita individualmente dalle grandi<br />
imprese di produzione e trasporto e<br />
svolta per il 92% su gomma. Questo<br />
sta avvenendo anche per le operazioni<br />
di reverse logistics <strong>dei</strong> RAEE. <strong>Il</strong><br />
rischio che si corre è di sovrapporre,<br />
in un quadro già piuttosto affollato,<br />
le centinaia di singole operazioni<br />
di consegna del nuovo con il ritiro<br />
del rifiuto, vanificando i vantaggi<br />
ambientali del recupero, aumentando<br />
invece i gas ozono-lesivi immessi<br />
in atmosfera e il congestionamento<br />
viario. Bisogna anche fare i conti con<br />
la richiesta di mobilità di persone e<br />
merci che avrà un tasso d’incremento<br />
del 5-6% annuo: tra otto o dieci anni<br />
si prevede un traffico superiore all’attuale<br />
del 60-70%, che si muoverà<br />
su infrastrutture viarie, ferroviarie e<br />
marittime sostanzialmente analoghe<br />
alle attuali. Infine i costi della logistica<br />
sono elevati: la fattura logistica<br />
italiana vale il 22% della produzione<br />
industriale, pari al 15% del P.I.L.<br />
(oltre <strong>24</strong>0 miliardi di Euro/anno),<br />
con un gap da recuperare di almeno<br />
il 4% rispetto alla media europea. Per<br />
questi motivi dunque, nell’ambito<br />
dell’Associazione RELOADER, si<br />
stanno sviluppando modelli logistici<br />
che integrano le operazioni dirette<br />
con quelle inverse in chiave di Closed<br />
Loop Supply Chain, supportati da<br />
piattaforme ICT, integratori logistici<br />
intelligenti di rete per l’interoperabilità<br />
tra i diversi operatori attivi in<br />
entrambe le filiere. <strong>Il</strong> primo obiettivo<br />
è di razionalizzare l’esistente, riportando<br />
le singole attività a sistema.<br />
La Reverse Logistics <strong>dei</strong> RAEE costituisce<br />
oltretutto un settore ancora<br />
giovane, i cui problemi sono stati<br />
finora affrontati, soprattutto dal punto<br />
di vista logistico, in un’ottica di<br />
emergenza e non di sistema, ma ha<br />
una valenza molto marcata in termini<br />
d’impatto ambientale ed economico.<br />
Ora il costo del recupero corrisponde<br />
a circa il 15% del valore industriale<br />
del prodotto: attraverso un recupero<br />
gestito mediante sistemi di reti go-<br />
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