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OSSERVATORIO SULL'INDUSTRIA METALMECCANICA - Fiom - Cgil

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Premessa<br />

Come ormai è diventata una triste realtà per il paese,<br />

anche nel 2005 l’economia italiana presenterà risultati<br />

non certo incoraggianti. Anzi, quest’anno le cose<br />

dovrebbero addirittura risultare peggiori degli anni<br />

passati: le varie proiezioni e previsioni successive<br />

hanno indicato una crescita del Pil oscillante attorno<br />

allo 0% per l’anno in corso. Anche se alla fine dell’anno<br />

la crescita sarà non negativa, è indubbio che il<br />

sistema economico italiano richieda nuovi interventi<br />

di politica economica che possano segnare una significativa<br />

inversione di tendenza.<br />

In questa direzione i segnali attuali non sembrano poter<br />

indurre a ottimismo.<br />

Le incertezze politiche, l’avvicinarsi delle elezioni e<br />

le vicende relative alla maggiore istituzione finanziaria,<br />

non lasciano prevedere per l’immediato futuro<br />

l’adozione di una seria politica di crescita.<br />

L’Italia risentirà indubbiamente del rallentamento dell’economia<br />

internazionale, soprattutto quella dei paesi<br />

avanzati, anche se le previsioni continuano a indicare<br />

per il 2006 un possibile significativo, anche se<br />

non entusiasmante, cambio di rotta con una crescita<br />

del Pil che potrebbe superare addirittura l’1% (si tratta<br />

di un livello di crescita modesto se rapportato all’intera<br />

storia del dopoguerra italiano, ma che, considerati<br />

i risultati perseguiti negli ultimi anni, oggi appare<br />

un miraggio). Il rallentamento dell’economia dei<br />

paesi più avanzati potrebbe essere ulteriormente aggravato<br />

dai recenti sconvolgimenti naturali e dalla<br />

persistenza degli aumenti del prezzo del petrolio.<br />

A frenare poi le possibilità di crescita contribuisce<br />

senz’altro la situazione di disagio economico che sempre<br />

più famiglie, specie quelle legate al reddito fisso,<br />

da lavoro o da pensione, sperimentano. Nel corso degli<br />

ultimi anni abbiamo assistito a una profonda redistribuzione<br />

del reddito tra le famiglie italiane: i sala-<br />

1. LA CONGIUNTURA ITALIANA<br />

Osservatorio<br />

ri non sono cresciuti in termini reali, mentre sono aumentate<br />

sensibilmente le rendite finanziarie, anche<br />

grazie a una tassazione particolarmente benevola,<br />

molto inferiore a quella che colpisce i redditi da lavoro<br />

e la proprietà della casa di abitazione. Una recente<br />

analisi dell’Unione europea ha mostrato, infatti,<br />

come in Italia le retribuzioni reali negli ultimi dieci<br />

anni (dal 1995 al 2004) siano cresciute di appena<br />

lo 0,2%, dato molto lontano dal 16,1% della Germania<br />

e dal 10,5% della Francia 1.<br />

Per quanto concerne i redditi da lavoro occorre considerare<br />

poi che, se le retribuzioni nominali sono riuscite<br />

appena a mantenere il passo con l’inflazione<br />

rilevata, la recente riforma previdenziale, giustamente<br />

incentivando il ricorso a forme di previdenza<br />

complementare, ha chiaramente sancito che un lavoratore<br />

ormai, per potersi garantire un livello di<br />

pensione analogo a quello esistente prima del 1995,<br />

deve di fatto rinunciare al tfr. Tale rinuncia significa<br />

che in dieci anni il reddito complessivo dei lavoratori,<br />

definito come somma del reddito direttamente<br />

percepito e di quello differito, abbia registrato una<br />

sensibile contrazione.<br />

La difficile situazione economica di numerose famiglie<br />

viene rilevata in modo chiaro dall’Istat, soprattutto<br />

nella rilevazione sulle vendite del commercio al<br />

dettaglio. Secondo i dati Istat nei primi sei mesi del<br />

2005 il valore totale delle vendite al dettaglio è diminuito<br />

dello 0,6%. Si tratta di un dato allarmante perché<br />

non tiene conto dell’inflazione. Qualora si consideri<br />

anche l’inflazione, superiore nel periodo al 2%,<br />

si ottiene una contrazione delle vendite al dettaglio<br />

del 3% in termini reali; tutto ciò è avvenuto in un solo<br />

anno. Anche i dati sulle vendite dei beni durevoli<br />

non sembrano certo positivi. Come ormai sottolineato<br />

da più parti, si pone un serio problema di difesa del<br />

reddito di ampie quote di cittadini/lavoratori.<br />

1 Cfr. Ecfin Country Focus, Stuck in a rut? Italy’s weak export performance and unfavourable product specialisation, Bruxelles 12 maggio 2005.<br />

1

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