OSSERVATORIO SULL'INDUSTRIA METALMECCANICA - Fiom - Cgil
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pati pari allo 0,7%, si deve probabilmente<br />
ai diversi criteri di<br />
misurazione adottati. Il dato per<br />
l’Italia appare superiore solo a<br />
quello di Francia e Giappone, ciò<br />
rappresenta un’inversione di tendenza<br />
rispetto agli ultimi anni in<br />
cui l’occupazione cresceva più<br />
in Italia che altrove (tabella 4 e<br />
figura 2).<br />
La dinamica di lungo periodo mostra, infatti, che l’Italia<br />
(con il 10,7%) è il paese che registra nel periodo<br />
1995-2004 il più alto tasso di crescita dell’occupazione,<br />
dopo gli Stati Uniti (11,7%).<br />
Il tasso di disoccupazione in Italia, misurato dall’Fmi,<br />
si attesta nel 2004 all’8,5% (il tasso di disoccupazione<br />
comunicato dall’Istat per il 2004 risulta, invece,<br />
pari all’8,0%), valore inferiore a quello registrato<br />
in tutte le altre economie dell’Area euro ma<br />
superiore a quello di Stati Uniti, Giappone e Regno<br />
Unito. In ogni caso, il dato dell’Italia per il 2004 deve<br />
essere considerato positivo, soprattutto in con-<br />
112,0<br />
110,0<br />
108,0<br />
106,0<br />
104,0<br />
102,0<br />
100,0<br />
98,0<br />
Il tasso di disoccupazione<br />
italiano è influenzato<br />
dal basso tasso di attività.<br />
L’Italia ha il più alto<br />
tasso di disoccupazione<br />
femminile<br />
nessione con gli alti valori registrati<br />
all’inizio del periodo in esame<br />
(tabella 5a e figura 3).<br />
Sicuramente il dato italiano è influenzato<br />
dal basso tasso di attività<br />
5 che fa sì che oltre a essere<br />
ridotto il numero di occupati anche<br />
il numero dei disoccupati sia<br />
ridotto. La riduzione del tasso di<br />
disoccupazione ha riguardato in Italia anche la componente<br />
femminile, il cui tasso di disoccupazione,<br />
pari al 10,5% nel 2004, risulta ormai in linea con<br />
quello degli altri paesi dell’Area euro (tabella 5b).<br />
Nella tabella 6 sono riportati alcuni dati relativi alla<br />
dinamica delle retribuzioni orarie nel settore manifatturiero<br />
di fonte Ocse 6. Secondo tali dati nel 2004,<br />
rispetto all’anno precedente, le retribuzioni in Italia<br />
sono aumentate del 2,9%, valore superiore a quello<br />
del 2003. Il confronto con gli altri paesi mostra che<br />
la crescita delle retribuzioni nel manifatturiero in Italia<br />
è inferiore a quella di Regno Unito, sostanzialmente<br />
in linea con quella di Francia e Stati Uniti e<br />
FIGURA 2 – LA DINAMICA DELL’OCCUPAZIONE NEL PERIODO 1995-2004 (NUMERI INDICE – ANNO BASE 1995 = 100)<br />
1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004<br />
Fonte: Elaborazioni su dati Fmi, «World Economic Outlook», settembre 2005<br />
Francia<br />
Germania<br />
Italia<br />
Regno Unito<br />
Stati Uniti<br />
5 Si ricorda che il tasso di attività è rappresentato dal rapporto tra la forza lavoro e la popolazione in età attiva; la forza lavoro è rappresentata<br />
dalla somma degli occupati e dei disoccupati. Il numero di occupati rappresenta la capacità del sistema economico di creare lavoro, mentre la<br />
disoccupazione, rappresenta un dato di più difficile misurazione, e attualmente è misurata attraverso la ricerca attiva di un lavoro in un determinato<br />
arco temporale. Una diversa definizione statistica potrebbe far variare il numero dei disoccupati, ma ciò che dovrebbe maggiormente contare<br />
è il tasso di attività o di occupazione.<br />
6 In realtà i dati Ocse si riferiscono a grandezze eterogenee. Per l’Italia e la Francia, ad esempio, i dati riguardano le retribuzioni contrattuali, per<br />
altri paesi (ad esempio gli Stati Uniti) la definizione di settore manifatturiero non coincide con quella dell’Ocse, oppure viene considerato un<br />
aggregato più ampio (ad esempio i dati italiani si riferiscono all’industria nel suo complesso). Tuttavia ciò non dovrebbe comportare particolari<br />
problemi nell’analisi dei tassi di variazione.<br />
4<br />
La congiuntura italiana