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L'ARCHIVIO «ERIK PETERSON - Università degli Studi di Torino

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Erik Peterson. Cenni biografici<br />

mo; l’interpretazione della fede come contestazione <strong>di</strong> tutti i valori e le<br />

opere terrene, come scandalo e paradosso per le coscienze quiete e le<br />

“anime belle”, come imprevista e sconvolgente possibilità <strong>di</strong> rigenerazione<br />

spirituale. Al nuovo movimento, che si suole fare iniziare con la<br />

pubblicazione nel 1919 del Römerbrief, il Commento all’epistola ai Romani<br />

<strong>di</strong> Paolo da parte del teologo svizzero Karl Barth, aderirono inizialmente<br />

F. Gogarten (1887-1967), R. Bultmann (1884-1976), E.<br />

Brunner (1889-1966), R. Niebuhr (1892-1971), P. Tillich (1886-1965) e<br />

E. Thurneysen (1888-1974) che, con altri, fondarono nel 1922 la rivista<br />

“Zwischen den Zeiten”, per alcuni anni organo del movimento. Ma essa<br />

ebbe vita breve. L’adesione <strong>di</strong> Gogarten ai “cristiano-tedeschi” portò<br />

già nel 1933 alla sua soppressione e ulteriori <strong>di</strong>versità tra Barth, Brunner<br />

e Bultmann segnarono ben presto la fine ufficiale del movimento.<br />

Peterson, anche se mantenne una posizione critica verso le tesi principali<br />

del movimento, ne con<strong>di</strong>vise indubbiamente lo “spirito” <strong>di</strong> critica<br />

ra<strong>di</strong>cale della teologia liberale e la comune matrice kierkegaar<strong>di</strong>ana.<br />

5. Alcuni aspetti del pensiero <strong>di</strong> Peterson<br />

Il decennio che precede la sua “conversione” del 1930 doveva dunque<br />

risultare decisivo nella formazione del giovane teologo. Di questa<br />

formazione merita sottolineare alcuni aspetti, che aiutano a comprendere<br />

meglio la sua posizione <strong>di</strong> critica alla teologia dominante e, nel<br />

contempo, a gettar luce sulle ragioni profonde che lo portarono a <strong>di</strong>ventare<br />

cattolico. Il primo concerne il suo rapporto col pietismo. Esso<br />

ha recitato un ruolo importante sia nella sua vita sia nel suo pensiero.<br />

Si è già accennato ai toni pietistici della sua “conversione” e ai rapporti<br />

con docenti che, in opposizione alla teologia liberale, si richiamavano<br />

al pietismo e alla sua peculiare “ortodossia” e realismo. Nelle sue lezioni<br />

sul pietismo Peterson <strong>di</strong>pende dall’opera fondamentale <strong>di</strong> A.<br />

Ritschl 5 , che egli riprende cambiandola però, caratteristicamente, <strong>di</strong> segno.<br />

Il pietismo, con la sua inclinazione verso l’ascesi e le esperienze<br />

mistiche, era stato interpretato come una permanenza, in seno al protestantesimo<br />

luterano, <strong>di</strong> un corpo estraneo <strong>di</strong> origine me<strong>di</strong>evale, una <strong>di</strong>mensione<br />

“cattolica” riemersa nel corso del XVII secolo, ma che non<br />

rappresentava il vero cuore del luteranesimo, che aveva rotto con l’asce-<br />

5 Geschichte des Pietismus, Bonn 1880-1886: cfr. Nichtweiss, op. cit., pp. 87 sg.<br />

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