L'ARCHIVIO «ERIK PETERSON - Università degli Studi di Torino
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«Straniero nel mondo»<br />
spiegò la natura doppia dei suoi testi sostenendo proprio <strong>di</strong> voler superare<br />
lo storicismo nella teologia, l’«abisso» che si apre <strong>di</strong> solito tra lo<br />
storico e il teologo; questo presupponeva tuttavia: «padroneggiare il<br />
materiale storico almeno altrettanto bene quanto gli stessi avversari» 67 .<br />
Il grande riconoscimento, <strong>di</strong> cui da sempre è stato fatto oggetto<br />
Peterson come storico, <strong>di</strong>mostra come egli sia stato anche all’altezza <strong>di</strong><br />
questa ambizione. Incrociando storia e teologia sorgono, in ogni caso,<br />
non raramente <strong>di</strong>fficoltà sul piano della ricezione, poiché lo storico<br />
giu<strong>di</strong>ca le interpretazioni <strong>di</strong> Peterson come troppo sistematiche, mentre<br />
il sistematico può incontrare problemi <strong>di</strong> fronte all’ancoraggio storiografico<br />
<strong>di</strong> alcune sue argomentazioni. Ed entrambe le parti soffrono<br />
quin<strong>di</strong> del fatto che Peterson non abbia fornito né, sul piano storico,<br />
una descrizione esaustiva, per esempio, della storia della Chiesa e della<br />
religione, né, sul piano teologico, una sistematica o una dogmatica<br />
esaustiva o una descrizione complessiva della teologia del Nuovo<br />
Testamento. Questo non soltanto a causa delle con<strong>di</strong>zioni avverse della<br />
sua carriera e <strong>di</strong> una mancanza <strong>di</strong> forze, quanto piuttosto per uno scetticismo<br />
ben ra<strong>di</strong>cato nei confronti <strong>di</strong> estese interpretazioni complessive<br />
oppure per una sua umiltà, risalente a motivi religiosi. Il «libro dei<br />
sette sigilli», «il libro del destino della storia» 68 non può essere aperto<br />
né letto da alcuna creatura (Ap 5,3), ma soltanto da colui «che come<br />
Dio è il primo e l’ultimo, che era morto e che è vivo nei secoli dei secoli»<br />
69 . Qualcosa <strong>di</strong> analogo vale per Peterson, e più il tempo passa tanto<br />
più una simile affermazione <strong>di</strong>venta valida, considerando le interpretazioni<br />
complessive sistematico-sintetiche delle rivelazioni <strong>di</strong> Dio: «Dio<br />
non parla con frasi articolate, bensì coi logia», è detto in modo lapidario<br />
nel <strong>di</strong>ario <strong>degli</strong> ultimi anni 70 .<br />
Non è dunque un caso, ma bensì espressione della <strong>di</strong>sposizione d’animo<br />
<strong>di</strong> Peterson che abbia preferito de<strong>di</strong>carsi allo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> particolari<br />
aspetti storici, <strong>di</strong> singoli concetti teologici e campi concettuali, immagini<br />
e riti, tuttavia sempre con grande forza <strong>di</strong> penetrazione nella materia.<br />
La mancanza <strong>di</strong> ampi stu<strong>di</strong> monografici in Peterson può essere<br />
compensata in modo solamente molto parziale dalla pubblicazione dei<br />
67 Lettera <strong>di</strong> Peterson ad Anselm Stolz, del 30 agosto 1933 (AS 9/2, p. 468s.).<br />
68 Von den Engeln, AS 1 (ThT), p. 203.<br />
69 AS 4 (Offb.), p. 69s., cfr. ibid. p. 189s., oppure, già all’inizio della attività accademica<br />
<strong>di</strong> Peterson, AS 9/1, p. 32.<br />
70 Annotazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ario dell’ottobre 1954, AS 9/2, p. 425.<br />
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