L'ARCHIVIO «ERIK PETERSON - Università degli Studi di Torino
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Il Fondo Erik Peterson all’università <strong>di</strong> <strong>Torino</strong><br />
Due considerazioni preliminari sono però necessarie. La prima è <strong>di</strong><br />
or<strong>di</strong>ne cronologico. È ampiamente documentato come Pellegrino stabilisca<br />
i primi contatti con la famiglia all’indomani della morte <strong>di</strong> Peterson,<br />
ciononostante, il primo a porsi il problema del futuro della biblioteca<br />
e dello schedario è lo stesso proprietario, almeno a partire dal 20<br />
gennaio 1958, quando, in una lettera a Thomas Michels OSB, si legge:<br />
«Lo chiedo, perché avrei da offrire ancora qualcos’altro. La mia biblioteca<br />
e il mio schedario. Al momento c’è qualcuno qui che offre entrambe le cose<br />
a Engelberg (in Svizzera). Preferirei vedere il mio patrimonio in Austria che<br />
in Svizzera, ma c’è qualcuno a Engelberg o in Austria che potrebbe proseguire<br />
i miei stu<strong>di</strong>? In fin dei conti, ciò che mi interessa è la tra<strong>di</strong>zione cattolica.<br />
Ho l’impressione che nell’Europa occidentale essa sia estremamente<br />
minacciata» 8 .<br />
Quanto avviene fra il gennaio 1958 e il <strong>di</strong>cembre 1960 è importante<br />
per capire come l’approdo torinese sia il risultato <strong>di</strong> un’abile trattativa,<br />
condotta peraltro in un tempo breve. Stando alla documentazione sopravvissuta,<br />
sino al 1960 <strong>Torino</strong> pare non essere presa molto in considerazione<br />
come possibile destinazione, mentre altre si mostrano come<br />
le più probabili, Bonn in testa 9 .<br />
La seconda considerazione riguarda la composizione del Fondo Peterson.<br />
Come si è già detto, oltre alla biblioteca personale, il materiale<br />
acquistato dall’ateneo torinese contiene anche uno schedario manoscritto<br />
<strong>di</strong> termini greci e latini attinenti al linguaggio religioso antico.<br />
Come testimonia la lettera a Michels, Peterson considera biblioteca e<br />
schedario un tutt’uno, ma è sul secondo che si appunta maggiormente<br />
8 «Ich frage, weil ich noch etwas Anderes zu offerieren hätte. Meine Bibliothek<br />
und mein Zettelkasten. Zur Zeit ist jemand da, der <strong>di</strong>e beiden Dinge an Engelberg<br />
(in der Schweiz) offeriert. Ich würde mein Erbe lieber in Österreich, als in<br />
der Schweiz sehen, aber ist jemand in Engelberg oder in Österreich, der meine Arbeiten<br />
fortsetzen könnte? Woran ich interessiert bin, das ist doch <strong>di</strong>e katholische<br />
Tra<strong>di</strong>tion. Ich habe den Eindruck, daß <strong>di</strong>ese in höchstem Maße in West-Europa<br />
gefährdet ist». La lettera è conservata presso l’archivio dell’abbazia benedettina<br />
<strong>di</strong> Maria Laach. Traggo la citazione da Nichtweiß, Erik Peterson cit., p. 282, n.<br />
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9 Le altre, che tratterò <strong>di</strong>ffusamente nei paragrafi successivi, sono l’abbazia benedettina<br />
<strong>di</strong> Engelberg, il “F.J. Dölger-Institut zur Erforschung der Spätantike”<br />
dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Bonn, l’erigendo “Internationale Forschungszentrum” <strong>di</strong> Salisburgo,<br />
l’<strong>Università</strong> Gregoriana e quelle <strong>di</strong> Yale e Göteborg.<br />
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