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Acqui e Bistagno ricordano Saracco La prestigiosa Villa Ottolenghi ...

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L’ANCORA<br />

OVADA 14 GENNAIO 2007 35<br />

Un intervento sulla situazione della struttura<br />

Ma il Sant’Antonio<br />

è da chiudere?<br />

Un aiuto ai ragazzi per le prossime iscrizioni<br />

Gli studenti della media<br />

e la scelta della superiore<br />

Delle suore Carmelitane Teresiane di Carpeneto<br />

Casa di accoglienza<br />

per gruppi o singoli<br />

Ovada. Riceviamo e pubblichiamo:<br />

“Il Sant’Antonio è da<br />

chiudere?<br />

È la domanda che attualmente<br />

la Giunta comunale,<br />

con la presidenza del Lercaro,<br />

pone a tutte le forze sociali<br />

della zona. È una domanda<br />

cui è molto difficile dare una<br />

risposta se si analizzano i<br />

contenuti economici e sociali<br />

che tale azione implica e le ricadute<br />

che ne possono derivare.<br />

Si dice che la scelta di<br />

creare una dipendenza cittadina<br />

del Lercaro era allora<br />

dettata dalla presenza di un<br />

forte manipolo di autosufficienti<br />

che continuavano la vita<br />

sociale in città, frequentavano<br />

senza traumi particolari i locali<br />

pubblici e gli svaghi che permettevano<br />

loro si sentirsi “vivi”.<br />

E non dei rifiuti che la società<br />

relegava in un luogo<br />

senza dubbio accogliente, pulito<br />

e riscaldato ma inesorabilmente<br />

freddo in senso affettivo.<br />

Man mano che la condizione<br />

passava, naturalmente,<br />

da autosufficiente a non, l’ospite<br />

in modo non più traumatico<br />

passava dal S. Antonio al<br />

Lercaro, facendo posto ad altri<br />

autosufficienti.<br />

Oggi si dice che i costi sono<br />

stratosferici e che di<br />

autosufficienti non ne esistono<br />

quasi più, che la struttura<br />

è inadeguata, che servirebbero<br />

ingenti fondi per riadattarla<br />

alle esigenze. Quindi vengono<br />

a mancare le prerogative necessarie<br />

al mantenimento in<br />

vita della struttura cittadina e<br />

quindi la risposta razionale è<br />

chiudere il S. Antonio. Però<br />

nel campo del sociale le dottrine<br />

insegnano che è aberrante<br />

fermarsi davanti alla prima<br />

risposta e lo è ancor più<br />

se ci si ferma davanti ad un<br />

ragionamento puramente<br />

economico - matematico,<br />

quindi freddo.<br />

Corrisponde a realtà l’affermazione<br />

che non esistono più<br />

autosufficienti da indirizzare<br />

al S. Antonio? Davvero tutti ci<br />

adoperiamo perché l’entrata<br />

in Casa di Riposo sia il meno<br />

traumatica possibile? Non<br />

dobbiamo mai dimenticare<br />

che, per gli ospiti, “quel luogo”,<br />

pur bello ed ospitale, è e<br />

resta il vecchio ospizio. Tempo<br />

fa il Consorzio dei Servizi<br />

sociali aveva lanciato un’idea<br />

che mi era sembrata eccezionale,<br />

cioé attrezzare al piano<br />

terreno del S. Antonio un centro<br />

di aggregazione che permettesse<br />

la vita comune di<br />

assistiti e non. Sarebbe stata<br />

una grande soluzione che<br />

probabilmente sarebbe costata<br />

denaro ma che avrebbe<br />

cercato di dare davvero una<br />

risposta alle esigenze dell’anziano.<br />

Esigenze che, magari<br />

per molteplici motivi, non può<br />

aver dalla famiglia e che non<br />

può avere da una struttura<br />

che necessariamente deve<br />

essere superattrezzata per i<br />

non autosufficienti.<br />

Quell’idea è rimasta un’idea,<br />

i tempi cambiano e le risorse<br />

subiscono cambiamenti<br />

di rotta, i fondi per la<br />

ristrutturazione necessaria<br />

non ci sono più e quindi occorre<br />

chiudere inesorabilmente<br />

il S. Antonio, senza neppure<br />

chiederci quanti sarebbero<br />

gli ospiti autosufficienti che<br />

potrebbero stazionare se la<br />

struttura fosse resa davvero<br />

agibile. Ma esiste ancora una<br />

motivazione che porta alla<br />

chiusura del S. Antonio: al<br />

Lercaro sono pronti i posti letto<br />

che altrimenti resterebbero<br />

vuoti, quindi altra risposta razionale<br />

ma fredda.<br />

Ma le cose stanno veramente<br />

in questo modo? Non<br />

sarà che il mantenimento del<br />

reparto cittadino non dà più<br />

quel lustro di visibilità politica<br />

che dava un tempo? E come<br />

mai non si è usato il Lercaro<br />

per quella struttura nata di recente,<br />

in modo quasi carbonaro,<br />

dai Padri Scolopi e finanziata<br />

dal Consorzio dei<br />

Servizi sociali cui fanno capo i<br />

Comuni della zona? Non ci si<br />

poteva impegnare più a fondo<br />

per trovare altrettanti fondi per<br />

la ristrutturazione del S. Antonio?<br />

Sono solo alcune legittime<br />

domande che occorre porci<br />

se vogliamo fare assistenza<br />

vera, al di sopra dei numeri.<br />

Sono alcune domande che ci<br />

porremo tutti perché credo<br />

che nessuno voglia speculare<br />

su argomenti tanto delicati.”<br />

Lettera firmata<br />

Sino alla metà di gennaio<br />

Presepe a più livelli<br />

al Santuario delle Rocche<br />

Santuario delle Rocche. Continua sino alla metà di gennaio<br />

la tradizione del Presepe, realizzato dai padri Passionisti<br />

Don Attilio, Don Antonio e dai loro attivi collaboratori<br />

(tra gli altri, Silvia, <strong>La</strong>ura, Enrica, Emilio, Fabio ed ancora<br />

<strong>La</strong>ura). L’opera è stata costruita su diversi livelli ed è di notevole<br />

suggestione.<br />

Ovada. Si è tenuta, giovedì<br />

14 dicembre, la prima giornata<br />

dell’orientamento scolastico e<br />

professionale presso la scuola<br />

media “S. Pertini” di Ovada.<br />

Numerosi docenti ed operatori<br />

di vari istituti scolastici superiori<br />

e di agenzie di formazione,<br />

in qualche caso affiancati da<br />

alcuni loro allievi, hanno aderito<br />

all’iniziativa, che completa le<br />

attività di orientamento previste<br />

dal piano dell’offerta formativa<br />

dell’Istituto Comprensivo<br />

di Ovada. Si è voluta dare<br />

un’ulteriore occasione per far<br />

riflettere sugli studi da intraprendere<br />

al termine della<br />

scuola dell’obbligo attuando<br />

una scelta consapevole e responsabile,<br />

molto importante<br />

per il futuro di ogni ragazzo.<br />

Gli alunni della classe 2ªC<br />

insieme alla prof.ssa Bovio, la<br />

Peruzzo in mostra<br />

quale è referente dell’orientamento,<br />

si sono impegnati a<br />

collaborare per la piena riuscita<br />

della giornata ed hanno<br />

così avuto anche la possibilità<br />

di cominciare a pensare, essi<br />

stessi, alla scelta da effettuare<br />

il prossimo anno.<br />

Erano presenti: Ist. superiore<br />

Barletti, Ist. S. Caterina,<br />

Casa di Carità, Centro per<br />

l’impiego di Ovada; Liceo Parodi,<br />

istituto <strong>Ottolenghi</strong>, istituto<br />

Barletti, istituto Torre, istituto<br />

Fermi di <strong>Acqui</strong> Terme; Liceo<br />

Amaldi, istituto Boccardo,<br />

istituto Ciampini, Far. Al. di<br />

Novi Ligure; istituto Saluzzo<br />

Plana, istituto Nervi, istituto<br />

Fermi, istituto Migliara, Far.<br />

Al. di Alessandria; istituto<br />

agraria Luparia di S. Martino<br />

di Rosignano e istituto agraria<br />

Gallini di Voghera.<br />

Ovada. <strong>La</strong> mostra di arte contemporanea dell’artista cassinellese<br />

Mariano Peruzzo si terrà da venerdì 12 a domenica 14<br />

gennaio, nella sala espositiva di piazza Cereseto.<br />

Il giovane artista, materializzando ciò che, strada facendo,<br />

impatta i suoi sensi (sbarre di ferro, vecchie porte, pezzi di legno<br />

ed altri oggetti), dà vita a pezzi curiosi. E li espone in questa<br />

mostra originale, chiamata “Immedesimandomi”.<br />

Inaugurazione venerdì 12 alle ore 21. Domenica 14, ore 18,<br />

la pianista giapponese Setsuko Kibe si esibirà in una performance<br />

di canto e brani al pianoforte.<br />

Orario mostra: sabato e domenica, dalle ore 10 alle 13, dalle<br />

ore 16 alle 19 e dalle ore 20 alle 23.<br />

Castelletto d’Orba. I ragazzi della Scuola Media, con i loro insegnanti, hanno realizzato un bel<br />

calendario per il 2007. L’iniziativa, voluta dall’Amministrazione comunale, si pone l’obiettivo di tenere<br />

insieme la tradizione, rappresentata nel calendario dalle parole dialettali, con l’innovazione,<br />

costituita dalle lingue della globalizzazione, cioè l’inglese ed il francese studiati a scuola. Ogni<br />

mese è illustrato con i prodotti tipici del territorio. È questo un modo per non dimenticare e per<br />

trasmettere alle nuove generazioni la memoria delle comuni radici contadine.<br />

Proposta di legge<br />

sulle attività del passato<br />

A Castelletto d’Orba<br />

Un calendario realizzato<br />

dai ragazzi della media<br />

Ovada. <strong>La</strong> proposta di Legge Regionale n° 8 “Valorizzazione<br />

dell’attività del passato”, presentata dalle classe 3ª e 5ª A del Liceo<br />

Linguistico Pedagogico delle Madri Pie, non è stata approvata e rinviata<br />

in Commissione. Pertanto la proposta di Grata Pastorino, <strong>La</strong>ura<br />

De Antoni, <strong>La</strong>ura Poggi, Elisa Ferraro, Roberta Pasce ed Elisa Antonietti<br />

(relatrice Roberta Pesce, docente Maria Teresa Piana), dovrà<br />

attendere il parere della Commissione per essere approvata.<br />

Carpeneto. Per la nuova<br />

costruzione delle Suore Carmelitane<br />

Teresiane ecco un<br />

intervento di don Paolino Siri.<br />

“Da qualche giorno sventola<br />

la bandiera tricolore in loc.<br />

Mombella, su di una costruzione<br />

solenne e solida che sta<br />

sorgendo sul ciglio della strada<br />

e che attira l’attenzione dei<br />

passanti. Dopo pochi mesi di<br />

intenso e costante lavoro della<br />

ditta Fiore di <strong>Acqui</strong> Terme finalmente<br />

ecco il tetto, con<br />

grande soddisfazione di tutti,<br />

ditta, carpenetesi e suore.<br />

Sorgerà infatti in questa soleggiata<br />

zona la nuova struttura<br />

voluta con caparbietà<br />

dalle Suore Carmelitane Teresiane,<br />

presenti nell’asilo del<br />

paese. Scopo principale di ciò<br />

è di ricordare il loro fondatore,<br />

fra Isidoro della Natività (al<br />

secolo Giacomo Sciutto), carpenetese<br />

del ‘700, e di rendergli<br />

il dovuto onore nel suo<br />

paese di origine.<br />

Inoltre le suore sono grate<br />

verso un loro benefattore (Pino),<br />

che intendono rendere vivo<br />

nei compaesani che l’hanno<br />

conosciuto, con un segno<br />

perenne a beneficio di tutto il<br />

paese.<br />

<strong>La</strong> costruzione, a due piani,<br />

sorge con l’intento di essere<br />

una casa di accoglienza e di<br />

incontri di spiritualità, per<br />

gruppi o singoli che vogliano<br />

passare qualche giorno in riflessione,<br />

preghiera o giornate<br />

insieme.<br />

Con la posa della bandiera<br />

termina la prima fase dell’opera,<br />

seguita con tenacia e<br />

amore dalle suore condivise<br />

dall’ordine religioso tutto (casa<br />

madre a Roma).<br />

<strong>La</strong> seconda fase prevede,<br />

in tempi un po’ più distesi, il<br />

completamento della struttura,<br />

con i veri servizi tecnici e<br />

quanto segue.<br />

Un plauso da tutti alle suore,<br />

ai tecnici (ing. Giacomo<br />

Boccaccio e geom. Marenco),<br />

agli operai della ditta, per<br />

un’opera che suscita molta<br />

curiosità.<br />

Ma che potrà dare un tono<br />

nuovo e di apertura al paese,<br />

con l’arrivo di persone da varie<br />

parti d’Italia.<br />

Da Trisobbio<br />

a “C’era una volta”<br />

Trisobbio. Gli alunni della scuola primaria hanno visitato il<br />

museo “C’era una volta” di Alessandria.<br />

I bambini hanno ascoltato i racconti di nonna Angela e<br />

osservando oggetti, mobili, abiti e manichini, hanno rivissuto<br />

la vita nelle campagne agli inizi del secolo scorso.<br />

Particolare attrazione i giochi di un tempo fatti in casa senza<br />

spesa e con tanta fantasia.<br />

Inoltre hanno ammirato il mondo del lavoro quando con<br />

pochi macchinari i contadini realizzavano quello che poteva<br />

servire per la vita di ogni giorno oltre al lavoro nei campi<br />

e nelle vigne. Dopo il pranzo, gli alunni con nonna Elena<br />

hanno costruito una girandola e realizzato origami “facendo<br />

vivere” un foglio di carta colorata.<br />

In edicola<br />

“Urbs”<br />

Ovada. È in edicola l’ultimo<br />

numero del 2000 di “Urbs”, la<br />

bella rivista storico - artistica<br />

trimestrale dell’Accademia Urbense.<br />

Sono trascorsi vent’anni<br />

dalle prime pagine della rivista<br />

e così, con il numero di<br />

dicembre, arrivano nelle case<br />

dei lettori anche gli Indici<br />

ventennali della pubblicazione.<br />

Nel sommario: Ovada al<br />

tempo della “borsa nera”,<br />

Nuovi documenti su Maria Teresa<br />

Camera, L’Oratorio della<br />

Annunziata di Orsara, Una<br />

bottega d’arte ad ovada nel<br />

Settecento, <strong>La</strong> pala di Gandolfino<br />

a Gavi, Una farmacia<br />

a Cremolino nel ‘700, <strong>La</strong> Società<br />

Filarmonica di Ovada,<br />

Un convegno sul vino a Prasco,<br />

Gli esordi della Croce<br />

Verde di Ovada, Si è spenta<br />

la voce di Sergio Basso, Il<br />

museo contadino di Orsara,<br />

Una fotografia, Gli antichi vitigni<br />

piemontesi negli scritti di<br />

Gallesio.

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