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LE RAGIONI DELLA FILOSOFIA Volume II LA RIVOLUZIONE ...

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superfluo e incoerente, senza contravvenire ai principi della matematica”.<br />

Qual è dunque la soluzione di Brahe, l’“ipotesi” che a suo giudizio<br />

consentiva il migliore compromesso tra i due sistemi precedenti, evitando le<br />

“non piccole assurdità” contenute in entrambi? Una ipotesi che “non fosse<br />

in contrasto né con la matematica né con la fisica, e che non dovesse<br />

sfuggire di nascosto alle censure teologiche e che, nello stesso tempo,<br />

soddisfacesse in modo completo alle apparenze celesti”?<br />

Il “compromesso” a cui arriva Tycho Brahe è il seguente: come nel<br />

sistema tolemaico, la Terra è al centro delle orbite del Sole e della Luna; ma<br />

– e qui inizia la differenza con il sistema tolemaico e la vicinanza con quello<br />

copernicano – è il Sole, non la Terra, a essere al centro delle orbite degli<br />

altri cinque pianeti (Mercurio e Venere, che si muovono in orbite i cui raggi<br />

sono più piccoli di quello dell’orbita solare; Marte, Giove e Saturno, le<br />

orbite dei quali circondano invece la Terra):<br />

Asserisco inoltre che i cinque pianeti restanti volgono i propri<br />

giri intorno al Sole come propria guida e re, e che sempre lo osservano<br />

quando si situa nello spazio intermedio delle loro rivoluzioni. Cosicché<br />

rispetto al circuito di esso anche i centri delle orbite che gli descrivono<br />

intorno compiono un giro annuale. Trovai infatti che ciò non aveva<br />

luogo soltanto in Venere e Mercurio per le minori digressioni di tali<br />

pianeti dal Sole, ma anche nei tre pianeti superiori. E in tal modo<br />

[…] ogni apparente ineguaglianza di movimento che dagli antichi era<br />

spiegata con gli epicicli, per Copernico era dovuta al moto annuo della<br />

Terra, viene giustificata in modo convenientissimo mediante tale<br />

concomitanza del centro del’orbita dei pianeti stessi insieme all’annua<br />

rivoluzione del Sole […] ed esso governa tutta l’Armonia della schiera<br />

dei pianeti come Apollo (nome del quale veniva insignito dagli antichi)<br />

in mezzo alle Muse (T. Brahe, De mundi aetherei recentioribus<br />

phaenomenis, in P. Rossi, a cura di, La rivoluzione scientifica: da<br />

Copernico a Newton, cit., p. 157-8-9).<br />

Il sistema “misto”, in parte geocentrico e in parte eliocentrico, così<br />

proposto da Tycho Brahe aveva il doppio vantaggio di essere, dal punto di<br />

vista dei calcoli delle posizioni dei pianeti, del tutto equivalente a quello<br />

copernicano, e dal punto di vista della religione e del senso comune, in<br />

accordo con le concezioni tradizionali. Fu quindi bene accolto da quanti<br />

volevano conservare i vantaggi matematici del sistema copernicano ed<br />

evitare, allo stesso tempo, gli inconvenienti fisici, cosmologici e teologici<br />

che apparentemente il moto della Terra comportava.<br />

4. Keplero: verso una moderna fisica dei cieli<br />

Nell’ultimo periodo della sua vita, Tycho Brahe ebbe un assistente<br />

d’eccezione: Johannes Kepler (o Keplero, dalla forma latinizzata Keplerus),<br />

Del giovane astronomo, convinto assertore del sistema copernicano, Brahe<br />

aveva molto apprezzato l’opera prima (pubblicata nel 1596), nota col titolo<br />

abbreviato di Mysterium cosmographicum. Dal febbraio del 1600 Keplero,<br />

su invito del grande astronomo danese, si trasferì in Boemia, e lì rimase fino<br />

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