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LE RAGIONI DELLA FILOSOFIA Volume II LA RIVOLUZIONE ...

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della natura, alle quali aspira Keplero, trovano così una loro precisa<br />

realizzazione (T. Kuhn, La rivoluzione copernicana, cit., p. 272).<br />

L’ “Armonia del mondo” e la terza legge<br />

Il sistema di leggi planetarie di Keplero viene portato a compimento<br />

con l’aggiunta, vari anni più tardi, di una terza legge, nota appunto come<br />

terza legge di Keplero. Si tratta di una legge di natura differente dalle<br />

prime due, apparentemente un po’ misteriosa: stabilisce che i quadrati dei<br />

periodi di rivoluzione di due pianeti sono proporzionali ai cubi delle loro<br />

distanze medie dal Sole. Questa legge è contenuta nell’opera più singolare<br />

di Keplero, con la quale egli tenta di costruire una teoria coerente<br />

dell’universo interamente fondata su leggi armoniche: l’opera, che s’intitola<br />

Harmonices mundi libri quinque, viene terminata nel 1618 e pubblicata nel<br />

1619 a Linz, dove Keplero si è trasferito da quando, nel 1612, aveva dovuto<br />

lasciare Praga in seguito all’abdicazione di Rodolfo <strong>II</strong>. A Linz Keplero<br />

rimarrà per 14 anni con la qualifica di Matematico del Distretto, finché per<br />

motivi religiosi connessi alla Guerra dei Trent’anni sarà costretto a cambiare<br />

di nuovo, iniziando un vagabondaggio presso vari mecenati fino alla morte,<br />

che lo coglierà a Ratisbona nel 1630.<br />

Con l’Harmonices mundi Keplero intende portare a compimento<br />

l’opera intrapresa con il Mysterium cosmographicum: mostrare come<br />

l’intero creato sia governato da leggi armoniche, dando una ragione<br />

matematica di tutto ciò che concorre a formare l’ “armonia del mondo”.<br />

Dopo molti anni, con il bagaglio dei risultati astronomici e fisici da lui nel<br />

frattempo ottenuti, e di un’accurato studio delle basi teoriche della musica,<br />

Keplero riprende dunque la tematica “pitagorica” del Mysterium e cerca una<br />

nuova legge che permetta di superare i limiti della descrizione precedente.<br />

Nella sua costruzione cosmografica basata sui solidi regolari si era infatti<br />

occupato solo della “struttura spaziale” del sistema planetario, lasciando<br />

aperto il problema della “struttura temporale”: cioè il problema del rapporto,<br />

per i pianeti, tra la durata dei loro periodi di rivoluzione e la grandezza delle<br />

orbite. Alla “descrizione statica” fondata sui cinque solidi regolari Keplero<br />

affianca ora una “descrizione dinamica”, per cui i moti orbitali vengono a<br />

essere collegati a una teoria musicale del sistema planetario, sulla base<br />

dell’associazione a ogni pianeta di un “tono” o “modo musicale”.<br />

In questo contesto si comprende il valore capitale che assume per<br />

Keplero la scoperta della terza legge: il rapporto tra i cubi (l’esponente 3) e i<br />

quadrati (l’esponente 2) contenuto nella legge, rispecchia il ruolo fondante<br />

che ha la “proporzione sesquialtera” (cioè il rapporto 3/2, che produce, in<br />

musica, l’intervallo detto di “quinta”) nel sistema musicale pitagorico.<br />

Come scrive Keplero, la chiave di volta per “vincere le tenebre della mente”<br />

dopo “22 anni di attesa” dal Mysterium è data dal fatto “certissimo ed<br />

esattissimo” che “la proporzione che lega i tempi periodici di ciascuna<br />

coppia di pianeti sia precisamente la proporzione sesquialtera delle distanze<br />

medie” (la sua terza legge). Un risultato che, è importante sottolineare,<br />

Keplero mette subito a confronto con i dati sperimentali di Tycho Brahe,<br />

trovando un tale accordo tra questi e la sua teoria che “sulle prime pensa di<br />

sognare”.<br />

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