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LE RAGIONI DELLA FILOSOFIA Volume II LA RIVOLUZIONE ...

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immediatamente dal particolare, come nel caso dell’induzione per<br />

enumerazione semplice, ma che “induce” dal particolare prima degli<br />

«assisomi medi», dai quali possono poi essere indotti gli «assiomi generali».<br />

L’induzione così concepita non è quindi mera generalizzazione, ma è una<br />

vera e propria «interpretazione» della realtà.<br />

Finora il procedimento era questo: dal senso e dai particolari si<br />

volava ai principi più generali come verso poli fissi intorno ai quali si<br />

svolgono le dispute; da questi principi poi si facevano derivare tutti gli<br />

altri mediante proposizioni medie. Metodo, questo, senza dubbio molto<br />

rapido, ma precipitoso, inadatto a condurci alla natura e invece adatto e<br />

favorevole alle dispute. Secondo noi invece gli assiomi devono ricavarsi<br />

insensibilmente e gradatamente in modo da giungere solo in ultimo ai<br />

principi generali. Questi principi, in tal modo, riescono non puramente<br />

ideali, ma ben determinati e tali che la natura li riconosca come suoi<br />

propri e più noti a sé ed essi ineriscano al midollo delle cose. Ma<br />

dobbiamo apportare grandissimi cambiamenti anche alla forma stessa<br />

dell’induzione e al giudizio che per mezzo di essa si compie. Infatti<br />

quell’induzione di cui parlano i dialettici, e che procede per semplice<br />

enumerazione, è qualcosa di puerile che conclude precariamente ed è<br />

esposta al pericolo di una istanza contraddittoria; essa coglie soltanto i<br />

fatti consueti e non perviene a una conclusione. Alle scienze è necessaria<br />

un’induzione di forma tale da risolvere a analizzare l’esperienza e<br />

concludere necessariamente mediante legittime esclusioni ed<br />

eliminazioni (F. Bacone, La grande Instaurazione, in Id. Scritti filosofici,<br />

a cura di Paolo Rossi, Torino, Utet, 1975, pp. 534-5).<br />

Questa nuova induzione non si basa, quindi, sulla semplice<br />

enumerazione ma sull’esclusione. È solo dopo l’attenta scelta dei casi e<br />

delle conclusioni non essenziali che si giunge agli assiomi medi e da qui agli<br />

assiomi generali. Il procedimento ideato da Bacone prevede tre passaggi:<br />

come primo passo deve essere predisposto un attento lavoro di raccolta dei<br />

dati, che Bacone chiama «storia naturale e sperimentale»; questo lavoro da<br />

solo non è tuttavia sufficiente, in quanto i dati così raccolti mancano di<br />

ordine; come secondo passo devono quindi essere predisposte delle «tavole»<br />

in cui i dati sono registrati e ordinati; solo su questa base è possibile il terzo<br />

passo, costituito dall’induzione.<br />

In primo luogo bisogna preparare una storia naturale e<br />

sperimentale sufficiente e buona: essa è il fondamento di tutto; e non si<br />

deve immaginare o escogitare, ma scoprire quello che la natura fa o<br />

produce. Ma la storia naturale e sperimentale è tanto varia e sparsa da<br />

confondere e disgregare l’intelletto, se non venga fissata e disposta<br />

nell’ordine adatto. A questo scopo bisogna preparare tavole e<br />

coordinazioni delle istanze, strutturate in modo tale che l’intelletto<br />

possa agire su di esse. Ma anche ciò fatto, l’intelletto abbandonato a sé e<br />

al suo spontaneo movimento è inadatto e incapace alla costruzione degli<br />

assiomi, se non venga guidato e aiutato. Così in terzo luogo si deve<br />

ricorrere alla induzione legittima e vera che è la chiave stessa<br />

dell’interpretazione (Francesco Bacone, Novum Organum, in Id. Scritti<br />

filosofici, a cura di Paolo Rossi, Torino, Utet, 1975, p. 650).<br />

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