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LE RAGIONI DELLA FILOSOFIA Volume II LA RIVOLUZIONE ...

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comportamento dei fenomeni. La natura è quindi retta da regole uniformi,<br />

che lo scienziato cerca di formulare in proposizioni di carattere generale,<br />

cioè in “leggi”, e possibilmente in linguaggio matematico. La matematica,<br />

che nell’antichità e nel medioevo era considerata per lo più una costruzione<br />

intellettuale astratta, viene ora applicata allo studio della natura e diventa lo<br />

strumento principale che accompagna il sorgere della nuova scienza. Come<br />

aveva osservato già Leonardo da Vinci, che per alcuni aspetti può essere<br />

considerato un precursore della mentalità alla base della rivoluzione<br />

scientifica, “nessuna umana investigazione si può dimandare vera scienza,<br />

s’essa non passa per le matematiche dimostrazioni”.<br />

Alla concezione tradizionale del mondo corrispondeva una<br />

determinata immagine della posizione dell’uomo. Ogni cosa era concepita<br />

in funzione dell’uomo. L’uomo era il centro della Terra e la terra il centro<br />

dell’Universo. L’organizzazione del mondo era posta da Dio in relazione<br />

all’uomo, aveva influenza sul suo carattere e sul suo destino. Con la nuova<br />

scienza, la Terra perde la sua posizione centrale nell’universo e la natura<br />

viene progressivamente spersonalizzata. Questi risultati si pongono in forte<br />

contrasto con gli assunti della filosofia del tempo e con le Sacre Scritture, da<br />

cui era derivata l’immagine tradizionale del mondo. Per affermare la nuova<br />

immagine, la scienza dovrà mettere in discussione queste autorità, rendersi<br />

autonoma dalle dottrine dei filosofi del passato e dalla lettera delle Scritture:<br />

“i discorsi nostri hanno a essere intorno al mondo sensibile, e non sopra un<br />

mondo di carta”, dirà Galileo. Si tratta di un processo lungo e travagliato, di<br />

cui illustreremo qui di seguito le tappe più significative.<br />

2. La rivoluzione copernicana e i due sistemi del mondo<br />

Il processo di cambiamento scientifico e concettuale chiamato<br />

“rivoluzione scientifica”, che nell’arco di circa un secolo e mezzo porta sia<br />

alla nascita della scienza moderna sia a una nuova visione del “mondo” e<br />

della “posizione dell’uomo nel mondo”, ha ufficialmente inizio con la<br />

pubblicazione nel 1543 del De revolutionibus orbium caelestium<br />

dell’astronomo polacco Niklas Koppernigk o, usando il nome italianizzato,<br />

Niccolò Copernico.<br />

L’opera di Copernico segna propriamento l’avvio di quella che è<br />

stata denominata “rivoluzione astronomica” o anche “rivoluzione<br />

copernicana”: una trasformazione che inizialmente avviene solo nel campo<br />

dell’astronomia, ma che, per le conseguenze che ne risulteranno, si rivelerà,<br />

come scrive lo storico e filosofo della scienza Thomas Kuhn:<br />

una rivoluzione di idee, una trasformazione della concezione che<br />

l’uomo aveva dell’universo e del suo particolare rapporto con esso (T.<br />

Kuhn, La rivoluzione copernicana, Torino, Einaudi 1972, p. 3).<br />

Il moto della Terra<br />

In che cosa consiste, dunque, la rivoluzione astronomica a cui<br />

Copernico dà inizio con la sua opera, e in che senso il suo contributo ha un<br />

carattere “rivoluzionario”? Copernico compie di fatto un “rivolgimento”:<br />

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