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LE RAGIONI DELLA FILOSOFIA Volume II LA RIVOLUZIONE ...

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risultano di ostacolo alla corretta comprensione della realtà. Da questi errori<br />

l’uomo si deve liberare se vuole approdare al raggiungimento della verità ed<br />

alla conoscenza della natura. La teoria degli idoli è contenuta in un’opera<br />

del 1620, il Nuovo Organo, nella quale vengono fissate le tesi principali<br />

della filosofia di Bacone:<br />

Gli idoli e le false nozioni che sono penetrati nell’intelletto<br />

umano fissandosi in profondità dentro di esso, non solo assediano le<br />

menti in modo da rendere difficile l’accesso alla verità, ma addirittura<br />

(una volta che questo accesso sia dato e concesso) di nuovo risorgeranno<br />

e saranno causa di molestia anche nella stessa instaurazione delle<br />

scienze: almeno che gli uomini, preavvertiti, non si agguerriscano per<br />

quanto è possibile contro di essi (Francesco Bacone, Novum Organum,<br />

in Id. Scritti filosofici, a cura di Paolo Rossi, Torino, Utet, 1975, p. 559).<br />

Gli errori da cui la mente umana può essere sviata sono, a seconda<br />

della loro origine, di quattro tipi: gli «idoli della tribù», gli «idoli della<br />

spelonca», gli «idoli del foro» e gli «idoli del teatro». Gli idoli della tribù<br />

(idola tribus) derivano dalla natura della specie umana, in particolare dalla<br />

tendenza naturale della mente a semplificare e a deformare le cose, e dalla<br />

naturale insufficienza dei sensi a cogliere gli aspetti più reconditi della<br />

natura. Proprio in quanto tendenze naturali, esse sono comuni a tutti gli<br />

uomini:<br />

Gli idoli della tribù sono fondati sulla stessa natura umana e sulla<br />

stessa tribù o razza umana. Pertanto si asserisce falsamente che il senso<br />

è la misura delle cose. […] L’intelletto umano è simile a uno specchio<br />

che riflette irregolarmente i raggi delle cose, che mescola la sua propria<br />

natura a quella delle cose e le deforma e le travisa (Francesco Bacone,<br />

Novum Organum, in Id. Scritti filosofici, a cura di Paolo Rossi, Torino,<br />

Utet, 1975, p. 560).<br />

Gli idoli della spelonca (idola specus) sono invece gli errori che<br />

hanno origine nella natura singolare di ogni individuo, la quale, a causa<br />

delle sua propria e particolare costituzione, dell’educazione ricevuta,<br />

dell’influsso dell’ambiente e delle circostanze esterne, riflette sempre in<br />

modo diverso la luce della natura, così come - dice Bacone con un implicito<br />

riferimento al mito della caverna di Platone - in una spelonca viene riflessa<br />

la luce che viene dall’esterno:<br />

Gli idoli della spelonca sono idoli dell’uomo in quanto individuo.<br />

Ciascuno infatti (oltre alle aberrazioni proprie della natura umana in<br />

generale) ha una specie di propria caverna o spelonca che rifrange e<br />

deforma la luce della natura: o a causa della natura propria e singolare<br />

di ciascuno, o a causa dell’educazione e della conversazione con gli altri,<br />

o della lettura di libri, e dell’autorità di coloro che vengono onorati e<br />

ammirati, o a causa delle diversità delle impressioni a seconda che siano<br />

accolte da un animo già condizionato e prevenuto oppure sgombro ed<br />

equilibrato (Francesco Bacone, Novum Organum, in Id. Scritti filosofici,<br />

a cura di Paolo Rossi, Torino, Utet, 1975, pp. 560-1).<br />

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