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Sì. L’assunzione ripetuta di una droga porta l’organismo ad abituarsi<br />
gradualmente alla sua presenza: col tempo, si riducono il numero e la sensibilità dei<br />
recettori oppioidi, le molecole che intercettano la sostanza. Questo fenomeno,<br />
chiamato tolleranza, induce l’individuo ad aumentare sempre più le dosi per riuscire a<br />
raggiungere gli stessi effetti. Dopo un periodo di astinenza, il rischio di overdose aumenta a<br />
causa dell’abbassamento della soglia di tolleranza. Chi ricomincia a drogarsi è portato a<br />
consumare la stessa quantità che prendeva quando ha smesso, ma durante il periodo di<br />
astinenza l’organismo, disintossicandosi, è tornato a essere più sensibile. La dose dunque<br />
risulterà eccessiva, tossica e spesso letale, soprattutto se abbinata ad altre droghe e alcol.<br />
NoN si sa aNcoRa coN ceRtezza. Le diverse teorie esistenti<br />
propongono che i cetacei possano essere sensibili alle piccole variazioni<br />
da zona a zona del campo magnetico terrestre, oppure che possano<br />
orientarsi con il Sole (questi animali devono periodicamente riemergere per<br />
respirare). Oppure che rilevino la struttura dei fondali con il loro biosonar (cioè<br />
captando gli echi dai fondali in risposta ai suoni che emettono: un sistema che<br />
purtroppo può venire compromesso dalle vibrazioni e dai rumori prodotti dalle<br />
attività umane). Oppure, ancora, che siano in grado di riconoscere e ricordare<br />
i cambiamenti nella temperatura e nella salinità delle diverse masse d’acqua<br />
che attraversano.<br />
In realtà l’orientamento dei cetacei dipende, probabilmente, da una<br />
combinazione di questi meccanismi, con l’uno o l’altro che viene favorito a<br />
seconda delle necessità. Da una perdita dell’orientamento deriverebbe il<br />
fenomeno dello spiaggiamento dei cetacei, che si verifica in grande quantità<br />
(per ragioni ancora da chiarire) sulle coste di Australia e Nuova Zelanda.<br />
a volte sì. Tra Dna e cognome ci può essere uno stretto<br />
rapporto: infatti, il cromosoma y, che determina il sesso maschile,<br />
viene trasmesso di padre in figlio proprio come il cognome. Ma,<br />
considerando che i cognomi europei hanno centinaia di anni... «Eventi<br />
come adozioni e nascite illegittime possono aver confuso questo legame»<br />
spiega Turi King, genetista dell’Università di Leicester. Inoltre, cognomi<br />
molto diffusi potrebbero essere stati assunti da diverse persone non parenti<br />
tra loro. Ne sono esempio i cognomi che si riferiscono alle professioni,<br />
come l’italiano “Fabbri”. Tuttavia, è possibile che un cognome raro abbia<br />
avuto un unico fondatore e che gli uomini che lo portano siano tutti suoi<br />
discendenti. King ha preso in esame 2.500 uomini con 500 cognomi inglesi,<br />
riscontrando che tra due che hanno lo stesso cognome c’è una probabilità<br />
del 24% di condividere un antenato, che arriva al 50% se il cognome è raro.<br />
2 | <strong>Focus</strong> Giugno <strong>2014</strong> Giugno <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 3<br />
My<strong>Focus</strong><br />
Commenti, post<br />
IL SESSO PEGGIORE?<br />
IN BOCCA AL LUPO!<br />
Corbis (2)<br />
Domande<br />
& Risposte<br />
Che cos’è il “Bad sex award”?<br />
È difficile scrivere scene di sesso senza scadere nel pornografico,<br />
nel ridicolo o nell’assurdo. E una rivista letteraria premia le peggiori.<br />
Un premio per le peggiori scene di sesso descritte nei Il vincitore dell’edizione 2013 è lo scrittore indiano Manil<br />
romanzi. La bizzarra iniziativa è opera del mensile Suri, che nel suo romanzo The city of Devi ha descritto così il<br />
britannico di critica letteraria Literary Review, che ha momento di un orgasmo: “Sicuramente in questo istante, da<br />
notato come sia molto raro trovare nei libri (esclusi quelli dichiaratamente<br />
pornografici) buoni racconti di due persone che capanna è scomparsa, e con quella il mare e la sabbia, è rimasto<br />
qualche parte, in qualche galassia, è esplosa una supernova. La<br />
fanno sesso, mentre di descrizioni brutte o assurde su questo solo il corpo di Karun avvinghiato al mio. Corriamo nudi come<br />
argomento se ne trovano davvero troppe. Il premio viene quindi<br />
attribuito ogni anno dal 1993.<br />
banchi di quark e nuclei atomici”... Come non<br />
supereroi davanti a soli e sistemi solari, nuotiamo attraverso<br />
premiarlo?<br />
È vero che l’overdose è più probabile dopo<br />
un periodo di astinenza da una droga?<br />
Ho letto l’articolo sul curioso<br />
concorso dedicato agli scrittori,<br />
il Bad sex award (<strong>Focus</strong><br />
260), che premia quelle che a<br />
suo dire sono le peggiori scene<br />
di sesso (de)scritte, quelle<br />
definite più ridicole o assurde.<br />
La scena che citate come<br />
esempio è sì un poco assurda,<br />
ma non poi così male: molto<br />
poetica, per certi versi. E siccome<br />
è su questi “certi versi”<br />
che immagino si giochi il premio,<br />
ho deciso di buttarmi<br />
perché, sì, sono anch’io uno<br />
scrittore, e benché “dilettante”<br />
ho già pubblicato. Nel mio<br />
fantasy ci sono momenti di<br />
sesso che hanno buone probabilità<br />
di aggiudicarsi il pri-<br />
Visti per strada<br />
martina95<br />
Campania, vicino a<br />
Napoli: qui tutto è difficile.<br />
Npl/Contrasto<br />
mo premio, ma il mio grande<br />
dilemma è... se vinco (e vincerei)<br />
sarei il migliore o il peggiore?<br />
Comunque sia, auguratemi<br />
un in bocca al lupo. Forza<br />
<strong>Focus</strong>, siete i migliori.<br />
Nelle loro migrazioni come<br />
si orientano i cetacei?<br />
Foto credit / Dolor Amet / Consectetur Adipisicing<br />
G. Grimaldi,<br />
via redazione@focus.it<br />
Com’è l’odore<br />
della guerra?<br />
Se lo sono chiesto e lo hanno definito<br />
al Museo di Storia militare<br />
di Dresda, in Germania, con l’aiuto<br />
del chimico norvegese Sissel Tolass.<br />
L’intento è quello di farlo annusare ai<br />
visitatori, per aiutarli a comprendere la<br />
crudeltà della guerra.<br />
Tolass ha riprodotto l’odore di una delle<br />
più terribili battaglie della storia, quella<br />
di Verdun, durante la Prima guerra mondiale:<br />
fu uno dei più violenti e sanguinosi<br />
scontri del fronte occidentale tra l’esercito<br />
francese e quello tedesco. Iniziò il 21<br />
UNA CALDA DISCUSSIONE<br />
febbraio 1916 e terminò nel dicembre<br />
dello stesso anno.<br />
Per ricostruire quel terribile odore sono<br />
stati utilizzati dati storici e le lettere dei<br />
soldati. La composizione: un misto di cadaveri<br />
di cavalli e di uomini, di sporcizia,<br />
SUL CALDO<br />
di fango, di sudore, di legno umido, di<br />
pioggia, di polvere di cannone e di gas. Un<br />
risultato tanto disgustoso che ai visitatori<br />
del museo che lo vogliono annusare<br />
Da anni bisticcio viene fornito con un secchio, nel mio caso probabile<br />
in cui provocasse il vomito.<br />
marito<br />
riguardo la temperatura<br />
che dovremmo avere in casa.<br />
Io insisto con 18-20 gradi in<br />
inverno e 24 d’estate. Lui mi<br />
dà contro: a 18 gradi in casa ci<br />
sono i pinguini, dice, e soprattutto<br />
“perché d’inverno si<br />
deve stare a 18 e d’estate a 24<br />
gradi? Se d’estate dobbiamo<br />
stare a 24, allora anche d’inverno<br />
vanno bene i 24”.<br />
Chi ha ragione?<br />
S. Presenti,<br />
via facebook.com/focus.it<br />
Stesso cognome significa Dna simili?<br />
Getty Images<br />
Nelle abitazioni, per quanto<br />
riguarda il riscaldamento c’è<br />
una legge che fissa il limite<br />
massimo di temperatura a 20<br />
°C con due gradi di tolleranza<br />
(perciò da 18 a 22 °C). La norma,<br />
integrata da decreti che<br />
stabiliscono il periodo e il numero<br />
di ore di accensione della<br />
caldaia, nasce da esigenze<br />
analoghe a quelle che hanno<br />
portato all’ora legale, ossia il<br />
risparmio energetico. Nelle<br />
grandi città ha ricadute anche<br />
sulla qualità dell’aria.<br />
La tolleranza di due gradi garantisce<br />
il comfort di ambienti<br />
differenti ( bagno, camera...),<br />
che possono essere mantenuti<br />
a temperature diverse. Le regole<br />
non sono identiche per<br />
l’intero territorio nazionale: il<br />
suo amministratore di condominio<br />
può certamente darle<br />
altri dettagli. Quanto alla differenza<br />
estate-inverno è anche<br />
questione di benessere, e per il<br />
bene suo, del suo portafogli e<br />
anche dell’ambiente, sarebbe<br />
Spl/Contrasto<br />
CONDOMINIO<br />
O. Petolla <strong>Focus</strong>.it è un sito che ci arricchisce<br />
e in cui si impara sempre qualcosa: grazie!<br />
Regole chiare evitano liti tra condomini. Resta l’incognita<br />
delle tre porte: solo una nasconde il tesoro... (DeArk)<br />
meglio mantenere, in estate,<br />
una differenza di temperatura<br />
massima di 4-6 °C con l’esterno<br />
(vedi anche rubrica In numeri,<br />
ultima pagina).<br />
PROFESSIONE:<br />
ESSERE UMANO<br />
Io e alcuni compagni del corso<br />
di laurea in Scienze Psicologiche<br />
della Personalità abbiamo<br />
avviato uno studio sulle<br />
problematiche attinenti la<br />
crisi del lavoro. La teoria da<br />
cui siamo partiti è l’identificazione<br />
che l’individuo crea<br />
con il proprio lavoro, portandolo<br />
a presentarsi come<br />
“commerciante, imprenditore,<br />
commessa” e non come<br />
“Mario, padre di / amante di /<br />
appassionato di”.<br />
Abbiamo visto come questo<br />
legame diventi fattore di rischio<br />
quando il lavoro viene<br />
meno, portando la persona a<br />
percepire la sua identità sociale<br />
come persa e a chiedersi<br />
“chi sono senza il mio lavoro?”.<br />
Abbiamo anche girato un video<br />
(http://bit.ly/1neUYbs)<br />
che invita a pensare a sé in<br />
modo differente: il lavoro sarà<br />
presentato al Padova Pride<br />
Village il 24 luglio.<br />
N. Furlanis,<br />
via facebook.com/focus.it<br />
CON I RAGNI NELLA TESTA<br />
Soffro troppo di aracnofobia!<br />
Vedere un ragno anche a distanza<br />
mi paralizza; se colgo<br />
un movimento su di una parete,<br />
mi prende una crisi di panico.<br />
Che cosa posso fare?<br />
G. Rossi,<br />
via facebook.com/focus.it<br />
L’aracnofobia è la paura dei<br />
ragni e come tutte le fobie è un<br />
disturbo psicologico: è molto<br />
diffuso, ha una grande varietà<br />
di cause individuali e a seconda<br />
della gravità può incidere in<br />
modo serio sulla qualità della<br />
vita, fino a essere invalidante.<br />
Per fortuna è anche abbastanza<br />
facile superarlo, ma occorre<br />
affidarsi a uno specialista e<br />
affrontare la psicoterapia: in<br />
11<br />
clic in un giorno sul<br />
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mancini e mancinismo.<br />
mila<br />
<strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong> <strong>Focus</strong> | 147