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Viaggiare, ben più dei<br />
soldi, dà la felicità. Lo<br />
ha dimostrato alcuni<br />
anni fa lo psicologo inglese<br />
Howard Gardner,<br />
misurando la soddisfazione<br />
di chi aveva ricevuto<br />
una vincita di 50 mila sterline alla<br />
lotteria e confrontandola con quella di<br />
chi aveva viaggiato o era stato in vacanza<br />
più volte durante l’anno.<br />
Un dato confermato dalle più recenti<br />
ricerche che, in più, ne spiegano il motivo:<br />
il viaggio aumenta le connessioni tra<br />
neuroni e quindi l’efficienza del cervello.<br />
Inoltre, dà benessere proprio perché<br />
spezza la quotidianità e qualche volta<br />
può perfino curare vere e proprie malattie.<br />
Per non parlare dei benefici psicologici:<br />
secondo gli studiosi viaggiare migliora<br />
il senso di controllo sulla propria<br />
vita, incrementa la capacità di entrare<br />
in relazione con gli altri e modifica perfino<br />
la propria scala di valori (questioni<br />
riguardanti la famiglia, gli amici, le aspirazioni<br />
personali aumentano di importanza<br />
rispetto a quelle legate al lavoro).<br />
Evoluti con la valigia. Del resto, l’umanità<br />
viaggia da quando dalla savana<br />
africana ha colonizzato il resto del mondo.<br />
«I nostri antenati erano nomadi. Ed<br />
è per questo che siamo programmati<br />
per viaggiare, per cercare la varietà. Ne<br />
abbiamo talmente bisogno che quando<br />
non la troviamo ce la inventiamo, proprio<br />
come facevano i primi esploratori<br />
che, raccontando l’incontro con popoli<br />
sconosciuti, ne esageravano la “stranezza”»<br />
fa notare Marco Villamira, medico<br />
e autore di un libro sulla psicologia del<br />
viaggio. «Alla fine si tratta di una ricerca<br />
di conoscenza, che avviene fuori ma anche<br />
dentro di noi».<br />
Esplorare lo spazio, ma anche lasciarsi<br />
affascinare da ciò che si incontra, è<br />
un’esigenza innata, visto che è comune<br />
a molte culture, anche a quelle tribali.<br />
L’antropologo inglese Maurice Bloch,<br />
per esempio, scoprì che gli Zafimaniry<br />
del Madagascar si fermavano ogni volta<br />
che vedevano uno spazio grande davanti<br />
a sé, per contemplarlo. L’ambiente aperto<br />
della savana è anche il luogo più gradito<br />
da visitare, soprattutto dai bambini,<br />
anche se non è quello in cui la maggior<br />
parte delle persone vorrebbe vivere; lo<br />
dimostra uno studio condotto dai ricercatori<br />
Usa John Balling e John Falk (vedi<br />
grafico in alto a destra).<br />
Dove vorresti<br />
andare?<br />
savana<br />
foresta di<br />
latifoglie<br />
foresta di<br />
conifere<br />
foresta<br />
pluviale<br />
Le mete preferite da visitare o per stabilirsi<br />
definitivamente in 5 diversi ambienti naturali.<br />
SACRO MOTORE. Secondo Dean Mac-<br />
Cannell, studioso del fenomeno turistico<br />
e docente all’Università della California,<br />
viaggiare è una forma di ricerca<br />
del sacro, una sorta di pellegrinaggio, di<br />
rispetto rituale per la società umana. Di<br />
più: per alcuni studiosi il viaggio è sempre<br />
stato il motore della storia perché<br />
gli spostamenti individuali o di intere<br />
comunità avvenuti nei secoli hanno permesso<br />
contaminazioni e conoscenza tra<br />
popolazioni lontane, spesso alla radice di<br />
mutamenti fondamentali nella cultura<br />
I nostri antenati erano nomadi e anche<br />
noi siamo programmati per cercare<br />
la varietà. Esplorare ci viene naturale<br />
a vivere<br />
in vacanza<br />
deserto<br />
COMPAGNI DI VIAGGIO.<br />
L’esperienza crea ricordi<br />
e un legame ulteriore<br />
con chi ci accompagna.<br />
69%<br />
degli europei pensa<br />
che almeno una<br />
vacanza l’anno sia<br />
essenziale per avere<br />
una vita soddisfacente.<br />
Aurora Photos<br />
16 | <strong>Focus</strong> <strong>Agosto</strong> <strong>2014</strong>