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Macchetti, Teofilo Title: Curiosità Musicali nelle quali si tratta della ...

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minore: con che essendo rimasto quel tuono sesquiottauo diminuito di un moderno Comma<br />

in proporzione di 80. ad 81. uiene questo accresciuto alla specie del semituono, che ui era, et<br />

era il Limma, e reso in semituono, he hora lo diciamo maggiore i proporzione di 15. a 16. et<br />

il Tetracordo, che prima staua in questi numeri 192. 216. 243. 256. è rimasto con esser<strong>si</strong><br />

mutato il 243. in 240. Tolomeo hà poi mutato questi due Tuoni con hauer posto il minore<br />

nella parte più acuta, et il maggiore nella più graue del Tetracordo; et ha dato a questa specie<br />

il nome di Diatono intenso, e lasciato quello di Diatono Diatonico. Et oltre queste due specie<br />

ne da altre tre; cioè una di Diatono molle; una di mezzo Diatono; et una di Diatono eguale;<br />

che con<strong>si</strong>stono tutte nelli due tuoni, e nel semituono un poco più maggiori, ouero minori.<br />

Con hauer mutato Didimo nel Tetracordo li due tuoni, che erano maggiori, in uno lasciato<br />

maggiore, e nell’ altro reso da esseo minore, sono rimasti questi nella Medietà Aritmetica: e<br />

con hauerli Tolomeo riuoltati, [-f.20r-] sono uenuti nell’ Armonica: quantunque esso<br />

Tolomeo, e dell’ una, e dell’ altra non habbia fatto menzione.<br />

[6 add. in marg.] In questi Tetracordi teneuano sempre ferme e stabili le due corde<br />

estreme, e li dauano il nome di stabili; cioè al mi nostro, ed al la; e le altre due il fa, et il sol<br />

le mutauano, con formare le distanze, che stauano fra di loro; delli due Tuoni, hor maggiore<br />

in una, et hor minore nell’ altra, ed anco il loro esposto semituono: e perciò diceuano mobili<br />

quelle due corde. Di questi Tetracordi diste<strong>si</strong> con i loro numeri sen’ hanno in Tolomeo nel<br />

fine del capitolo 16. primo liro nel fine del capitolo 15. del s. libro nel Zarlino nel Dialogo<br />

sottoneme di Vincenzo Galilei; e saranno anco in qualchedun’ altro.<br />

[7 add. in marg.] Con hauer Didimo fatta la mutazione di quel Tuono di sesquiottauo<br />

in sesquinono, <strong>si</strong> sono rese alcune corde, ò suoni per il <strong>si</strong>stema consonanti, che prima erano<br />

dissonanti: ma con tutt ciò (come nota l’ Artu<strong>si</strong> nel suo libro dell’ Imperfezione <strong>della</strong><br />

moderna Mu<strong>si</strong>ca) in un Ottaua da questo B mi a quest’ altro [sqb]. tra terze, quarte quinte e<br />

seste, uene sono rimaste sei dissonanti per il moderno Comma, che resta, hor all’ una, hor all’<br />

altra, accresciuto, ouer leuato. E nell’ hauer Tolomeo riuoltato quelli due Tuoni con hauer<br />

posto il più graue [-f.20v-] di es<strong>si</strong> nella parte inferiore, et il più acuto nella superiore, hà<br />

rimediato a quelle dissonanze: mà contuttociò anco la sua constituzione è rimasta con due<br />

dissonanze, una dal D. all’ F. che, essendo una terza minore, deue contenere un tuono<br />

maggiore col nuouo semituono; et il tuono è minore; e così quella terza resta scarza di un<br />

Comma. L’ altra dissonanza <strong>si</strong> ha nella Quinta tra D. et a. quale contenendo nella sua<br />

distribuzione tre tuoni, et il semituono; delli tre tuoni due deuono esser maggiori, et uno<br />

minore; e se n’ hanno due minori, et un sol maggiore: onde anc questa Quinta resta scarsa di<br />

un Comma: minuzia, che ad ogni modo dicono li buoni Professori, e Pratici, che rende<br />

dissonanza.<br />

Delli Modi, o Tuoni Armoniali antichi.<br />

Curio<strong>si</strong>tà V<br />

[1 add. in marg.] Per formare, ouer comporre cantilene nella Mu<strong>si</strong>ca è stato<br />

necessario hauer i modi, ò Tuoni, che li diciamo [dicono ante corr.] Armoniali: cioè maniere<br />

diuerse sopra le <strong>quali</strong> con buon’ ordine s’ habbino à fare le compo<strong>si</strong>zioni. Di queste maniere,<br />

cioè Tuoni Aristosseno, ch’ è forse il primo nell’ età di [-f.21r-] cui se n’ habbiano i scritti, ne<br />

daua 13. i suoi seguaci ne dauano 15. e tutti questi li poneuano nell’ accennata decimaquinta<br />

dall’ A. all’ a a. con altra differenza dall’ uno all’ altro, che d’ inacutire il detto <strong>si</strong>stema per un<br />

[una nate corr.] supposto semituono; e così passare da un semituono all’ altro in tutti li<br />

suddetti Modi; e con ingrauarlo secondo all’ occorrenza. Dice bene il Zarlino, che a legger<br />

questi antighi nelli Modi, non <strong>si</strong> troua altro che confu<strong>si</strong>one: et hor hora andaremo

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