Macchetti, Teofilo Title: Curiosità Musicali nelle quali si tratta della ...
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Dorius canitur integer, et cetera cioè per la decimaquinta sopra la qual parola Dorius il<br />
Meibomio ne fa uon piccio discorso;e l’ istesso Aristide forse ne dice poi anco altrimente:<br />
onde questo Testo, che dice Dorius pare [-f.28v-] forse erroneo. E ueramente il Modo Dorio<br />
posto in D. come <strong>si</strong> deue supporre quando A. <strong>si</strong>a dell’ Ipodorio, non puole al certo esser<br />
cantato da una sola uoce intieramente: e il Meibomio nella sua annotazione confessa di hauer<br />
osseruato così scritto (cio è Dorius) in tutti li Codici. Io però qua<strong>si</strong> mi persuado, che il Modo<br />
Dorio possa cantar<strong>si</strong> interamente per la decimaquinta questo, cioè posto in F F. da me cauato<br />
da Alipio; e quando <strong>si</strong> uoglia l’ Iperdorio sarà questo G G. come hor hora uedremo; e forse<br />
meglio di quello posto in A. Dipenderà però tutto, anco dall’ acutezza, ò grauità del Corista,<br />
secondo alle Regioni. Ma se i Greci hauueano il Corista acuto, passato questo (se è uero)<br />
nell’ Vngherìa, poi nella Germania, e come uediamo che le Trombe sono di tuono acuto<br />
dubito che il Dorio posto per la decimaquinta in F F. <strong>si</strong>a quello, che <strong>si</strong> possa cantare<br />
intieramente come sopra fino ad .<br />
[4 add. in marg.] Per uscire una uolta dal grand’ imbroglio di questi Modi, o Tuoni,<br />
mi porto al Dialogo gia accennato <strong>della</strong> Mu<strong>si</strong>ca antica, e moderna, stampato sotto nome di<br />
Vincenzo Galilei; doue a carte porta quattro cantilene antiche delli Greci col nome di<br />
Dÿoni<strong>si</strong>j Carmen: delle <strong>quali</strong> mi fauorì già anni sono la beata memoria dell’ in<strong>si</strong>gne uirtuoso<br />
di nome immortale Signor Benedetto Auerani Dottor Leggente in questa nobilis<strong>si</strong>ma<br />
Vniuer<strong>si</strong>tà di Pisa tradurmele in Latino nelli stes<strong>si</strong> loro [-f.29r-] Ver<strong>si</strong>. <strong>si</strong> hà nello stesso<br />
Galilei, che sono del Modo Lidio. Io con non poca applicazione sono andato studiandole<br />
almeno una, cauandone la Mu<strong>si</strong>ca nella quale ui hò trouato delle note mu<strong>si</strong>cali incomposte, e<br />
per consequenza errone, come n’ accenna lo stesso Galilei: ma in conclu<strong>si</strong>one stà in una sola<br />
Ottaua, e nella specie di E. ad e.<br />
Dunque dando Alipio in modo Lidio in una decimaquinta da A ad a a. per ridurlo alla sua<br />
ottaua in E et e. bisogna leuargli nell’ acuto tre corde o suoni f. g. et a a. e nel graue quattro<br />
D. C. B. A. et è aggiustato: e la corda Mese a. ch’ era il termine mezzano in Proporzionalità<br />
Geometrica (benche es<strong>si</strong> Antichi mai n’ habbiano partato) resta nell’ Aritmetica con la Quarta<br />
[quarta ante corr.] nel graue, e la Quinta nell’ acuto. Questa cantilena <strong>si</strong> hauerà forse nel fine<br />
del libro e posta prima com’ ella sta; poi ridotta al meglio che <strong>si</strong> potrà. Con l’ ordine stesso<br />
leuiamo, dunque, a tutti li nostri sette Modi posti in queste loro 15. corde secondo le loro<br />
presenti specie posteriori <strong>quali</strong> sopra al numero 11. tre corde nell’ acuto, e quattro nel graue il<br />
Frigio posto in G G. per sua prima corda graue restarà in queste sue prime naturali D d.<br />
dentro la sua Ottaua. Il Dorio posto in F F. restarà in [-f.29v-] questa C c. e gl’ altri <strong>nelle</strong> loro<br />
corrispondenti a quelle che <strong>si</strong> hanno prima nella figura di Tolomeo posta sopra al numer 3. e<br />
tutti con quest’ ordine restano adunque diui<strong>si</strong> con la loro Quarta nel graue, e la Quinta nell’<br />
acuto: ed anco il Missolidio, ò Iperdorio se così uoles<strong>si</strong>m chiamarlo, com’ hà fatto Alipio, del<br />
qual Modo queste saranno le corde nella sua diuisa Ottaua F. b. f. non F. F. C. F. Hò così<br />
detto per hora con quest’ ordine; cio è col detto supposto del cauarli da quelle loro 15. corde<br />
di Alipio, perche contuttociò ne meno <strong>si</strong>amo fuori di altro disordine, e cnfu<strong>si</strong>one per la<br />
diui<strong>si</strong>one dell’ Ottaua, mentre tutte le lor Ottaue restano in detta maniera diuise. Ma di questo<br />
ne uedremo.<br />
[15 add. in marg.] Non sò dunque a qual propo<strong>si</strong>to habbiano li Greci portati li Modi in<br />
una decimaquinta e così i nostri sette, <strong>quali</strong> doueuano esser contenuti nella loro Ottaua: e con<br />
hauerli portati nella decimaquinta non gl’ hanno tenuti <strong>nelle</strong> loro proprie corde come<br />
raccontano esse mede<strong>si</strong>mi, che doueano hauer<strong>si</strong>, e la figura di Tolomeo posta sopra al numero<br />
3. ce li dichiara. Al certo questa è cosa d’ Ammirazione. Ma non è minore l’ altra dell’ esser<strong>si</strong>