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Macchetti, Teofilo Title: Curiosità Musicali nelle quali si tratta della ...

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questo; esercitò altri fino all’ ultimo <strong>della</strong> sua Vita; compose, aggiustò, ridusse, introduesse<br />

due scole sopra questo in Roma; e da esso <strong>si</strong> dice, perciò uenuto il Canto Gregoriano. San<br />

Leone II. aggiustò ancor’ esso gl’ Inni, et i [-f.40r-] salmi. E chi brama altro circa al primo<br />

principio di questo nella Santa [[salmi add. supra lin.] legga gl’ Annali Baroniani all’ anno 60.<br />

<strong>si</strong> che ne trouerà.<br />

[2. add. in marg.] Io non cerco al presente, se all’ hora <strong>si</strong> seruissero di sole linee per<br />

aggiungerui sopra le note per le uoci, ò pur [oppur ante corr.] anco delli spazij; se<br />

adoprauano punti, ò pure [oppure ante corr.] circoletti, ò altro; se alle linee per dimostrar con<br />

altro segno le <strong>si</strong>llabe lunghe, e breui, e qual nome dassero alle corde, secome sopra nella V.<br />

numero 4. e come nell’ XI. Numero 4. Credo bensì, che mentre li primi Antichi non haueuano<br />

altri nomi alle stesse corde, ò suoni, ò Voci, che Proslambanomenos et cetera con gl’ altri, che<br />

li seguono i nostri primi Latini, anzi primi santi [[e]] [[]] [<strong>si</strong> ualessero, e corr. supra lin.]<br />

specialmente San Gregorio (forse il primo) delle nostre lettere dell’ Alfabeto A B C con le<br />

altre; appropriando l’ A alla Proslambanomenos come primo suono, Corda, ò Voce, e così l’<br />

altre per grad seguenti: non però che intendessero con A A la mi re con B B mi, ò B fa b mi,<br />

et cetera perche questi nomi all’ hora non c’ eran, mà doueano intender con A. primo suono,<br />

con B. secondo, con C. il terzo, e con le distanze frà loro i tuono, e semituono; e così per<br />

sette delle dette prime Lettere, e che le segnassero grandi dall’ A. Proslambanomenos fino al<br />

G. Licanos meson, et arriuando alla Mese a. Ottaua acuta <strong>della</strong> Proslambanomenos<br />

incominciarono a segnarle con lettere picciole a. b. c. et cetera indouinando a caso il riscontro<br />

delli nomi, che sì dette corde, ò suoni <strong>si</strong> doueano poi dare. E ciò perche anco li primi Antichi<br />

le segnauano [-f.40v-] pure con lettere del loro Alfabeto; ma proseguendo innanzi dalla prima<br />

almeno fino alla decimaquinta anco Boezio dall’ A fino all’ O, ouero al P et cetera. Nel resto<br />

quanto alla sostanza <strong>della</strong> mu<strong>si</strong>ca non poteano hauer, cred’ io, questi nostri primi altri segni<br />

per il <strong>si</strong>stema, che li detti in Lettere; altro sestema, che forse il primo puro naturale di tuoni<br />

sesquiottaui, e Limma: altri Modi, che li primi sette con l’ aggiunta al più dell’ ottauo, quale<br />

<strong>si</strong> douesse essere, come in Boezio, ò meglio con un’ Ipermissolidio; mà con l’ equiuoco, anzi<br />

errore delli primi Vecchi; che l’ Ippodorio fosse nella Proslambanomenos A. e non un' tuono<br />

più nel graue G G: e per consequenza, che il Dorio fosse nella Licanos Hypaton D. e non nel<br />

C. e perciò tolto nel D. per primo inauuedutamente. Che in quanto poi dell’ hauerli inte<strong>si</strong> per<br />

il loro diritto; e non rouersciati, hanno dimostrato maggior auuedutezza, che gl’ altri primi,<br />

come l’ hà dimostrato in questo anco Boezio, che non gl’ hà rouersciati, ne di questo ha<br />

parlato.<br />

[3 add. in marg.] Ma con tuttociò con questa battuta, anzi con tali battute; che <strong>si</strong><br />

ricauano da Sant’ Agostino (come nella passata) e prima di esso da Aristide Quintiliano, e da<br />

Bacchio, che da tre tempi Breue, Lunga, e Irrazionale più lunga del Breue, più corto del<br />

Lungo parmi di non ricauare cosa che <strong>si</strong>a à propo<strong>si</strong>to nel tempo e battuta tanto nella nostra<br />

Mu<strong>si</strong>ca moderna; quanto nella Gregoriana perche stando<strong>si</strong> attaccati a quelle <strong>si</strong>llabe, a quei<br />

Piedi, non [-f.41r-] doueano à mio creder riuscire le Cantilene tali, che li douesse esser<br />

necessaria questa battuta. Che sebene stauano gl’ Antichi attaccati con la Mu<strong>si</strong>ca alla Poe<strong>si</strong>a,<br />

no credo, che facessero le Compo<strong>si</strong>zioni tanto Poetiche, quanto <strong>Mu<strong>si</strong>cali</strong>, che dossero di<br />

Piedi tutti di <strong>quali</strong>tà tali, che <strong>si</strong> ptessero unire as<strong>si</strong>eme sotto ad una stessa regolata battuta,<br />

come parimente sopra in Sant’ Agostino: che quantunque quelli Piedi erano in quella maniera<br />

aggiustati, il senso di quelle parole parmi, che nulla ci dimostri nel de<strong>si</strong>derato propo<strong>si</strong>to: onde<br />

accresceuano ancor es<strong>si</strong> il numero delli tempi con altre note alle Voci ed alle stesse <strong>si</strong>llabe,<br />

come uediamo di presente nelli stes<strong>si</strong> Canti Corali, e negl’ Inni, e <strong>si</strong> uede anco in quegl’

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