Impatto Magazine: Dubbi su Spotify // N. #8 // 25 novembre 2014
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Feuilleton!<br />
N.8 | <strong>25</strong> Novembre <strong>2014</strong><br />
Gli occhi nella notte<br />
Il volto di The Ripper.<br />
Era <strong>su</strong>fficiente. Feci un altro<br />
passo, e la vidi <strong>su</strong>s<strong>su</strong>ltare.<br />
Spalancò ancora di più gli<br />
occhi.<br />
«Vi prego, no… farò tutto<br />
ciò che volete», implorò. Un<br />
leggero velo di <strong>su</strong>dore aveva<br />
iniziato a imperlarle la fronte.<br />
Allungai una mano,<br />
afferrandola malamente per<br />
una spalla. Tremante, si lasciò<br />
trattare come una bambola di<br />
pezza. Poggiai il coltello <strong>su</strong>l<br />
comodino, fissandola. Cercava<br />
di ricoprirsi alla meglio ed<br />
evitava il mio sguardo. La<br />
prima puttana pudica che<br />
avessi mai incontrato.<br />
«Spogliati», ordinai. Lei<br />
tentennò. Non avevo la<br />
pazienza per aspettare i <strong>su</strong>oi<br />
comodi e ripresi il coltello.<br />
Distruggere quel <strong>su</strong>o orribile<br />
vestito tra le <strong>su</strong>e proteste e<br />
singhiozzi fu soddisfacente,<br />
ma mai quanto lo sarebbe stato<br />
ciò che le avrei fatto dopo.<br />
«Vi prego, non uccidetemi…»<br />
pigolò. Posai di nuovo l’arma,<br />
prendendole il volto tra le<br />
mani<br />
«Prima che abbia finito con te,<br />
mi implorerai di ucciderti»,<br />
dissi, per poi spingerla <strong>su</strong>l<br />
letto. «Oh, se mi implorerai»,<br />
aggiunsi, slacciandomi le<br />
braghe.<br />
Non ebbi bisogno di<br />
ordinarglielo: Zenzero<br />
spalancò le gambe senza<br />
indugi. Non era pronta e non<br />
mi interessava che lo fosse. Più<br />
dolore le infliggevo, maggiore<br />
sarebbe stata la soddisfazione<br />
finale. La possedei con forza,<br />
gioendo dei <strong>su</strong>oi singhiozzi<br />
e delle lacrime. E più lei<br />
esprimeva disagio e sconforto,<br />
più io mi eccitavo. Ma non<br />
era abbastanza. Mancava<br />
qualcosa. Qualcosa di<br />
fondamentale. C’era un solo<br />
difetto: era ancora viva.<br />
Uscii da lei e afferrai il coltello.<br />
Zenzero notò il gesto e lanciò<br />
un grido. Fu breve. La lama<br />
le penetrò nel collo come<br />
se fosse burro, una, due, tre<br />
volte, aprendo una voragine e<br />
innaffiandomi copiosamente<br />
di sangue. Non vi badai. Non<br />
badai nemmeno al <strong>su</strong>o sguardo<br />
sempre più vitreo, ma solo alla<br />
<strong>su</strong>a carne che si raffreddava<br />
nella fredda mattina di<br />
<strong>novembre</strong>, mentre scopavo il<br />
cadavere di Mary Jane Kelly,<br />
prostituta irlandese meglio<br />
nota come Zenzero.<br />
Le afferrai i fianchi – quei<br />
fianchi che non avrebbero più<br />
ondeggiato per nes<strong>su</strong>no – e<br />
la presi ancora, e ancora, e<br />
ancora…<br />
«Sei mia, ora, sgualdrina!»<br />
grugnii, riversando il mio<br />
seme nel <strong>su</strong>o ventre freddo.<br />
Col fiato corto, mi alzai dal<br />
letto e osservai la donna che<br />
mi aveva dato il tormento,<br />
avvelenandomi l’anima. Nuda.<br />
Bianca. Rossa.<br />
E ancora così maledettamente<br />
invitante.<br />
Non doveva essere invitante.<br />
Non doveva esserlo per<br />
nes<strong>su</strong>no.<br />
Iniziai dal volto, affondando<br />
il coltello più e più volte.<br />
Nemmeno <strong>su</strong>a madre<br />
l’avrebbe riconosciuta. Poi, le<br />
tagliai le orecchie, lasciandole<br />
<strong>su</strong>l comodino.<br />
Poco. Troppo poco.<br />
Percorsi il <strong>su</strong>o corpo con<br />
lo sguardo, alla ricerca<br />
di ispirazione. Proseguii<br />
incidendole le braccia. Poi mi<br />
concentrai <strong>su</strong>i seni. Quei seni<br />
che mai, mai più avrebbero<br />
provocato qualcuno, rotondi<br />
e ammiccanti, soffocati dal<br />
corsetto. Sollevai il primo<br />
e iniziai, lentamente e<br />
minuziosamente, a incidere<br />
la carne alla base. Tagli<br />
piccoli e lenti, come affettare<br />
del roastbeef, ognuno più<br />
profondo del precedente,<br />
fino a poter tenere tra le<br />
mani l’ambito premio,<br />
viscido di sangue e flaccido<br />
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