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SITUAZIONE NAZIONALE<br />
LA REVISIONE DEL FONDO IOPC DI COMPENSAZIONE<br />
DEI DANNI DA INQUINAMENTO DA IDROCARBURI<br />
Nel corso del 2005 il Fondo IOPC - International Oil Pollution Compensation Fund è stato integrato<br />
con un Fondo Supplementare, che ha portato a circa 1 miliardo di euro il massimale di compensazione<br />
dei danni da inquinamento da idrocarburi a seguito di incidenti marini. L'Italia ha ratificato<br />
il Fondo Supplementare ed è entrata a farne parte dal 20 gennaio 2006.<br />
L'industria petrolifera italiana importa circa 130-140 milioni di tonnellate all'anno di greggio, figurando<br />
al secondo posto tra i contributori mondiali al Fondo e pertanto gli oneri gravanti sul settore<br />
petrolifero in caso di incidente potranno essere molto elevati.<br />
Si è cercato, a tal riguardo, di rivedere i criteri di ripartizione delle contribuzioni al Fondo IOPC tra<br />
industria petrolifera ed industria armatoriale che attualmente penalizzano fortemente la prima.<br />
Nonostante il supporto a tale proposta dei maggiori Paesi importatori di petrolio al mondo, l'IMO -<br />
International Marittime Organization - ha deciso di non procedere ad alcuna revisione delle<br />
Convenzioni del Fondo IOPC.<br />
Tuttavia l'industria armatoriale e quella degli assicuratori “P&I - Protection and Indemnity”, consapevoli<br />
dell'attuale squilibrio, hanno proposto una soluzione di carattere volontario denominata TOPIA<br />
- Tanker Oil Pollution Indemnitification Agreement e STOPIA - Small Tanker Oil Pollution<br />
Indemnitification Agreement. Attraverso questo accordo il Consorzio degli assicuratori “P&I” assicura<br />
un contributo del 50% del massimale previsto dal Fondo Supplementare ed innalza a 20 milioni<br />
di euro il massimale per le petroliere al di sotto delle 30.000 tonn. DWT.<br />
La proposta è stata accolta favorevolmente dall'OCIMF - Associazione internazionale dell'industria<br />
petrolifera sul trasporto petrolifero via mare - e pertanto è entrata in vigore nel marzo 2006.<br />
La tutela<br />
TRAFFICO PETROLIERO NEL MEDITERRANEO<br />
Nel mese di giugno 2005 l'Unione Petrolifera ha presentato alle Autorità e alla stampa la nuova edizione<br />
del libro sul traffico petroliero nel Mediterraneo, aggiornando la precedente edizione pubblicata<br />
nel 1992, sempre a cura dell'Unione Petrolifera. Anche questa nuova versione è stata realizzata<br />
dai Professori Bilardo e Mureddu dell'Università “La Sapienza” di Roma.<br />
La struttura del libro è così articolata:<br />
– raccolta sistematica delle informazioni disponibili sul traffico petrolifero e sul fenomeno degli oil<br />
spills su scala mondiale e in particolare nell'area del Mediterraneo e, per quest'ultimo, sulle possibili<br />
conseguenze di gravi incidenti;<br />
– illustrazione degli sviluppi della normativa internazionale sulla sicurezza del trasporto petroliero<br />
marittimo, con l'evidenziazione dei problemi da affrontare per una più efficace attuazione delle<br />
norme;<br />
– analisi delle più rilevanti questioni oggetto dell'attuale dibattito sullo shipping del petrolio e dei<br />
suoi prodotti;<br />
– informazioni statistiche e tecniche con grafici, tabelle e mappe sui dati di maggior rilievo del trasporto<br />
via mare degli idrocarburi.<br />
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Relazione Annuale 2006