il razzismo quotidiano - Cronache di ordinario razzismo
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<strong>Cronache</strong> <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nario <strong>razzismo</strong><br />
<strong>di</strong> Paola Andrisani e Grazia Naletto<br />
In Italia <strong>il</strong> <strong>razzismo</strong> è «un pensiero or<strong>di</strong>nario» e maledettamente<br />
<strong>quoti<strong>di</strong>ano</strong>. Lo viviamo tutti i giorni nei bar, sugli autobus, nei condomini,<br />
per strada, e lo captiamo nei <strong>di</strong>scorsi della gente qualunque, in<strong>di</strong>pendentemente<br />
dall’età e dal ceto sociale <strong>di</strong> appartenenza. L’Italia razzista<br />
presenta una geografia dell’o<strong>di</strong>o che, specialmente fra gli ultimi mesi<br />
del 2008 e i primi del 2009, ha conosciuto dei picchi <strong>di</strong> violenza mai<br />
osservati prima. Un o<strong>di</strong>o, apparentemente invisib<strong>il</strong>e, anche statisticamente<br />
sottostimato, fino a quando non <strong>di</strong>venta fatto <strong>di</strong> sangue eclatante.<br />
Un o<strong>di</strong>o per <strong>il</strong> «<strong>di</strong>verso», per «l’altro», che cresce e si sv<strong>il</strong>uppa in<br />
modo trasversale. Ed è questa <strong>di</strong>sarmante quoti<strong>di</strong>anità che fa paura,<br />
questo processo <strong>di</strong> normalizzazione degli atti <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminazione e violenza<br />
razzista su cui occorre urgentemente interrogarsi.<br />
L’obiettivo principale della successione cronologica <strong>di</strong> «storie» <strong>di</strong><br />
<strong>razzismo</strong> <strong>quoti<strong>di</strong>ano</strong> che qui presentiamo è quello <strong>di</strong> offrirne una visione<br />
d’insieme. La tesi del «caso isolato», che molto spesso viene riproposta<br />
nel <strong>di</strong>battito pubblico quando avvengono le violenze razziste più<br />
gravi, scorrendo anche solo questa sequenza <strong>di</strong> fatti, <strong>di</strong>venta, forse, un<br />
po’ meno cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e. Abbiamo scelto <strong>di</strong> lasciarne invariato l’or<strong>di</strong>ne cronologico,<br />
senza categorizzazioni <strong>di</strong> sorta, proprio per dare un senso <strong>di</strong><br />
continuità e successione alla quoti<strong>di</strong>anità degli acca<strong>di</strong>menti. Quello che<br />
emerge dalla casistica qui raccolta è un fenomeno complesso e, al tempo<br />
stesso, <strong>di</strong>namico, che cambia nel tempo non solo per le modalità con<br />
le quali si manifesta, ma anche rispetto alle vittime e ai luoghi, cosi<br />
come nella tipologia dei danni arrecati.<br />
Sebbene l’impegno e la <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> dati raccolti da parte <strong>di</strong><br />
associazioni e <strong>di</strong> singoli attivi nella lotta al <strong>razzismo</strong> risulti maggiore<br />
rispetto al passato, continuano a mancare raccolte sistematiche <strong>di</strong> dati e<br />
<strong>di</strong> informazioni descrittive relative all’intero territorio nazionale 271 .<br />
La raccolta, sia pure frammentaria e parziale, <strong>di</strong> articoli pubblicati<br />
sulla stampa nazionale e locale (cartacea e web) costituisce la fonte<br />
principale <strong>di</strong> questa ricognizione. Il che ci ha imposto un significativo<br />
lavoro <strong>di</strong> revisione e «ripulitura» dei testi ancora intrisi, nonostante la<br />
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