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STARTUPITALIA_La_top_100

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Bicocchi Pichi<br />

«Impossibile votarne una. Nel 2014 più parole che investimenti»<br />

arco Bicocchi Pichi,<br />

M<br />

53 anni, mentor e<br />

membro del Comitato<br />

Esecutivo di Italia<br />

Startup è stato premiato a giugno<br />

2014 come miglior investitore<br />

dell’anno.<br />

Qual è stata la startup<br />

dell’anno e perché?<br />

Eleggere una startup mi è difficile<br />

perché il mio punto di osservazione<br />

è comunque parziale sia<br />

nel senso di incompleto che nel<br />

senso che sono un investitore,<br />

mentor e membro del Comitato<br />

Esecutivo di Italia Startup ed ho<br />

quindi rapporti con alcune startup<br />

che mi rendono parziale nel<br />

senso di avere delle preferenze.<br />

Il criterio di scelta poi può variare<br />

tra molti fattori che caratterizzano<br />

il ciclo di vita dalla nascita<br />

alla exit. Io dedicherei il titolo<br />

di startup dell’anno alla “Startup<br />

Ignota” ovvero allo spirito d’impresa<br />

che anima tanti nostri talenti<br />

che si impegnano a lavorare<br />

per contribuire ad una grande<br />

guerra che è quella dell’Italia<br />

contro il declino e la decrescita.<br />

Com’è stato l’anno delle<br />

startup in Italia dal tuo<br />

osservatorio?<br />

L’anno 2014 ha visto una crescita<br />

delle parole purtroppo molto<br />

superiore alla crescita degli investimenti<br />

e delle acquisizioni di<br />

startup. E’ stato anche un anno<br />

in cui il sistema ha mostrato più<br />

divisioni, gelosie, personalismi.<br />

Nel 2008 ,anno cui ho iniziato<br />

a frequentare il mondo startup,<br />

vedevo più armonia e collaborazione,<br />

oggi vedo più sgomitare<br />

per posizionarsi, più difficoltà<br />

di relazione. Italia Startup è<br />

l’associazione nella quale sono<br />

impegnato: nel 2014 si è data<br />

un nuovo Statuto, ha allargato il<br />

Consiglio Direttivo ed ha eletto a<br />

fine Settembre il Comitato Esecutivo<br />

che si è subito dato da fare<br />

per avvicinare imprese e startup<br />

(eventi di Open Innovation) e<br />

per favorirne l’internazionalizzazione<br />

(Delegazione Italiana a<br />

Londra).<br />

Cosa dobbiamo fare per<br />

migliorare nel 2015?<br />

Dobbiamo fare molte cose. <strong>La</strong><br />

prima e più importante è adottare<br />

il metodo scientifico, ovvero<br />

raccogliere dati e far parlare i<br />

fatti. Occorre che la legislazione<br />

di vantaggio sulle startup<br />

innovative venga analizzata<br />

criticamente ed in particolare<br />

occorre rivedere la normativa ed<br />

il regolamento Consob sull’Equity<br />

Crowdfunding che blocca<br />

lo sviluppo di un settore che è<br />

invece in forte crescita a livello<br />

internazionale.<br />

Occorre poi che gli attori del<br />

nostro ecosistema si riuniscano<br />

come accadde nel 2008 sotto gli<br />

auspici dell’allora ambasciatore<br />

USA e stabiliscano un Patto per<br />

l’Italia, perché non è possibile<br />

che siamo riusciti nel dopo guerra<br />

a far scrivere la Costituzione<br />

e portare il confronto politico<br />

in Parlamento e non riusciamo<br />

ad avere un confronto civile e<br />

costruttivo per far sviluppare<br />

un piccolo ed ancora poco rilevante<br />

ecosistema delle startup<br />

come è quello Italiano. Dice il<br />

Censis che «aumenta la sfiducia<br />

nella scuola come strumento di<br />

mobilità sociale» e «tra il 2007<br />

e il 2011 il numero di studenti<br />

italiani iscritti in università straniere<br />

è aumentato del 51,2%»: è<br />

un segnale molto drammatico e<br />

va preso sul serio considerando<br />

che la fonte primaria delle startup<br />

sono i giovani laureati.<br />

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